Call of Duty: WWII
Call of Duty: WWII cerca di rimediare ai malumori degli ultimi anni tornando indietro nel passato, durante la Seconda Guerra Mondiale.
CONTRO: Forse alla trama manca soffermarsi sui singoli; cali di frame rate su PS4; IA nemica poco rifinita.
VERDETTO: Call of Duty: WWII è un gioco che offre diverse componenti in un solo pacchetto. Troviamo una campagna a giocatore singolo dal taglio molto cinematografico e che può contare su una buona varietà di missioni. Si poteva dare qualcosa in più nell'approfondire i singoli protagonisti o più spazio agli orrori del conflitto, ma nel complesso è una buona storia di guerra che procede su binari sicuri. Il multiplayer è come sempre molto frenetico privato delle diavolerie tecnologiche del futuro come richiesto a gran voce dai fan, mentre le nuove introduzioni potrebbero essere ulteriormente approfondite, in particolare più mappe e più obiettivi per Guerra. Nazi Zombie è la nuova incarnazione dell'orrore cooperativo che garantisce molte ore di divertimento, peccato solo per la presenza di una mappa.
Call of Duty: WWII è un ritorno al passato per lo sparatutto di Activision sia per periodo storico - gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale - sia per modalità multigiocatore spogliata di exo tute e super abilità. Nel tentativo di rilanciare la serie dopo aver esplorato negli ultimi 5 anni un possibile lontano futuro, è toccato a Sledgehammer Games provare a guardarsi indietro per andare avanti introducendo qualche piccola ma funzionale novità durante tutto il corso della campagna più una zona social e una modalità a obiettivi per il multiplayer.
Tornano anche gli ormai amatissimi "Nazi Zombie" con una storia oscura dove si mescolano bene sovrannaturale e orrore. I personaggi principali sono modellati su un cast d'eccezione formato da Ving Rhames - Pulp Fiction, Mission Impossible -, Katheryn Winnick - la guerriera Lagertha di Vikings -, David Tennant - Doctor Who, Broadchurch - e Élodie Yung, la letale assassina Elektra in Daredevil e The Defenders.
Banda di fratelli
La Seconda Guerra Mondiale è una di quelle pagine della storia di cui parlare risulta sempre difficile. Gli atroci eventi che hanno portato alla morte milioni e milioni di persone sono stati trattati in un numero altissimo di prodotti tra pellicole, libri e videogiochi. Un argomento sviscerato ormai sotto diverse chiavi di lettura - più o meno romanzate a seconda dell'intento autoriale - porta con sé il rischio di apparire come qualcosa di già visto.
Sledgehammer, come già aveva fatto in Advanced Warfare, batte molto sui concetti di "fratellanza" e "eroismo" costruendo per CoD: WWII una bella storia di guerra ad alto tasso cinematografico che però procede linearmente su binari sicuri. Qualche colpo di scena c'è, ci sono momenti dal forte impatto che non hanno paura di mostrare la brutalità e i crimini di guerra, ma è facilmente intuibile dove la storia voglia andare a parare nelle sue 7/8 ore di durata suddivise in 11 missioni.
La durata è all'incirca quella di una campagna giocata a difficoltà normale; giocata a veterano vi darà più filo da torcere, ma come difficoltà si attesa nella media per la serie. Il protagonista è il soldato scelto Ronald "Red" Daniels, della Prima Divisione Fanteria, che insieme alla sua squadra sbarca Omaha Beach il 6 giugno del 1944 per aprire un secondo fronte in Europa e sfondare verso la Germania nazista.
Il team è formato da diverse personalità, approfondite appena da Sledgehammer nel corso della campagna, ma tratteggiate quel poco che basta per renderle facilmente identificabili attraverso stereotipi. Abbiamo Robert Zussman, uno trai i protagonisti principali divenuto ben presto il migliore amico di Daniels; Drew Stiles, soldato-fotografo col sogno di finire sulle pagine di LIFE una volta uscito dall'inferno della guerra; Frank Aiello, un po' bigotto, razzista ma tra i sopravvissuti della campagna di Tunisia; William Pierson, sergente tecnico scontroso e duro e il primo tenente Joseph Turner.
Gli eventi di gioco si svolgono con molta frenesia, passando quasi senza sosta da una missione all'altra dove però si alternano tipologie differenti come la guida di mezzi terrestri, veicoli aerei, missioni stealth, di copertura col cecchino e una missione di infiltrazione dove per qualche minuto il ritmo cala e si smette di imbracciare il fucile.
Sono però davvero pochi i momenti in cui ci si sofferma sulla vita dei singoli all'interno della squadra, ed è forse uno dei maggiori difetti di una campagna che invece è messa insieme proprio per sottolineare l'eroismo e il senso di fratellanza di individui che prima di essere soldati sono persone comuni. Tuttavia la centralità della squadra e dell'eroismo è meglio resa dal gameplay grazie all'introduzione di due principali novità tra di loro interconnesse: le azioni eroiche e i supporti tattici tramite abilità uniche per ogni componente della formazione.
Le azioni eroiche sono attività che è possibile eseguire sul campo di battaglia su segnalazione del gioco. Ognuna di esse permette di caricare più velocemente l'abilità di squadra. Le azioni includono: salvare un soldato alleato dalla lotta contro un soldato dell'Asse, trasportare un compagno ferito dietro un riparo sicuro - anche in questo caso sarà il gioco a segnalare i compagni bisognosi e i punti di salvataggio - e infine, in alcune sezioni i nemici si arrenderanno e basterà non sparare tenendoli solo sotto mira.
Le abilità di squadra, più sostanziose in termini di gameplay, accentuano come non era mai stato fatto prima il concetto di far parte di un team e si rivelano utili a difficoltà più avanzate come la Veterano. Zussman ha il compito di rifornirci di medikit perché come terza novità - o meglio un ritorno al primo Call of Duty - la vita non si rigenera più in modo automatico col passare del tempo.
Turner ci rifornirà di munizioni per le armi equipaggiate, Pierson potrà individuare i nemici che appariranno con una sagoma luminosa intorno, Aiello ci fornirà un fumogeno di segnalazione per un attacco alleato e grazie a Stiles avremo granate tattiche e letali sempre al massimo.
Le abilità non saranno sempre tutte disponibili in ogni missione e per poterle richiedere dovremmo comunque essere nel raggio di attivazione dell'indicatore di richiesta - freccia in alto del DualShock 4 - quando compare l'icona dell'abilità di squadra. Queste introduzioni spingono il giocatore a non correre come un forsennato ma a restare sempre accanto alla squadra prendendo posizione e liberando una zona prima di procedere alla successiva.
L'unica pecca è un'intelligenza artificiale davvero poco rifinita che il più delle volte resta impiantata, come imbambolata anche quando si trova il nemico a due passi - sia alleata che nemica - e in fin dei conti toccherà unicamente alle nostre doti da "super soldato" sbaragliare intere schiere di combattenti dell'Asse. Tra le note negative anche qualche calo di frame rate su PS4 a volte davvero fastidioso negli scontri più esposti.