Call of Duty: Infinite Warfare
Ottobre e novembre sono stati mesi caldi per gli appassionati di FPS. Prima il tuffo nel passato immaginato da Battlefield 1, poi la dinamica guerriglia tra i robottoni di Titanfall 2 e infine l'appuntamento nello Spazio con il futuristico Call of Duty: Infinite Warfare, un titolo che deve molto a Black Ops 3 sia per la campagna single player che per il multiplayer. Squadra che vince non si cambia?
CONTRO: Nessuna grande innovazione; Multiplayer con mappe meno ispirate.
VERDETTO: Call of Duty: Infinite Warfare poteva sfruttare maggiormente le nuove idee introdotte nella campagna a giocatore singolo, invece l'occasione di movimentare la stabilità ormai raggiunta si traduce in un nulla di fatto. I nuovi elementi, seppur apprezzabili, sembrano quasi essere lasciati a margine e approfonditi in missioni secondarie che aggiungono veramente poco all'esperienza generale. Infinity Ward avrebbe potuto osare di più.
Se provate a chiedere qual è la modalità più giocata e preferita di Call of Duty, probabilmente in pochi vi risponderanno la campagna per giocatore singolo. Nonostante ciò è la modalità che più di tutte negli ultimi anni ha subito modifiche sostanziali: dalla possibilità di giocare in cooperativa fino a un approccio meno rigido nell'affrontare l'ordine delle missioni e il loro svolgimento che hanno fatto apprezzare il gioco anche a chi non ha intenzione di buttarsi nella frenetica mischia per più giocatori.
La stessa spettacolarità della campagna è andata via via crescendo, non solo grazie alle cutscene e al taglio cinematografico della narrazione, ma soprattutto grazie all'interpretazione credibile data dagli attori coinvolti. Infinite Warfare sposta il conflitto nel Sistema Solare, dove una colonizzazione serrata a caccia di risorse non ha fatto altro che accendere malumori oltre i confini della Terra.
Il nemico "marziano" è unito sotto la bandiera del Settlement Defense Front, guidato dall'ammiraglio Salen Kotch, il mite Jon Snow di GoT che qui fa la voce grossa ed è intenzionato a fare della Terra il suo personale parco giochi di morte e distruzione.
L'azione ci viene quasi subito scaraventata addosso a causa di un grosso attacco a sorpresa via aerea e via terra nel giorno in cui a Ginevra va in scena la parata delle forze SATO. A pagarne le spese maggiori sono gli innocenti cittadini, ma le stesse forze alleate subiscono durissimi colpi che portano alla morte del comandante della Retribution John Alder.
Respinto l'attacco avremo modo di tornare sulla Retribution e prenderne possesso grazie alla fresca promozione come comandante di Nick Reyes. Da qui la storia si dipana in circa 6-7 ore senza grossi colpi di scena e un ritmo meno incalzante rispetto ai titoli precedenti, salvo riprendersi nel finale.
Il ritmo più lento è influenzato anche dalla struttura a missioni secondarie a scelta che spezzano la continuità e dal nostro prendere tempo per ricostruire difese e accumulare abbastanza forza d'attacco per sferrare l'offensiva conclusiva contro Kotch.
Il nuovo sistema opzionale di scelta delle operazioni ci vede padroni di gestire dalla plancia quali missioni affrontare, sia principali che secondarie. Le prime faranno procedere la storia, mentre le seconde si dividono in Assalto spaziale e Attacco Jackal e ci permettono di entrare in possesso di utili risorse e fare fuori alcuni ricercati di spicco.
L'assalto spaziale è pensato per farci provare la novità degli spostamenti a piedi e combattimenti in assenza di gravità. A nostra disposizione un rampino per agganciare strutture, asteroidi e facilitare gli spostamenti, ma utile anche per attirare a noi nemici e avviare sequenze cruente di uccisioni scriptate.
L'attacco Jackal ci dà invece la possibilità di ingaggiare i caccia nemici in combattimenti aerei che si risolvono solitamente nel distruggere un numero precisato di nemici. L'arsenale varia a seconda di come lo abbiamo impostato, ma le interazioni si limiteranno a sparare qualche flare per distrarre i missili nemici e contrattaccare.