La natura di FPS limita la bellezza del gioco

BioShock Infinite è l'ultima fatica del team di Irrational Games, sapientemente guidato dalla mano di Ken Levine. Il ritorno al timone del padre della serie ha permesso di dare vita a un gioco molto emozionante, ma non privo di difetti.

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a cura di Tom's Hardware

La natura di FPS limita la bellezza del gioco

Dopo aver sottolineato gli evidenti pregi di BioShock Infinite è giunto il momento di togliersi gli occhiali rosa a forma di cuoricino e di analizzare il gioco per quello che è a tutti gli effetti: uno sparatutto in soggettiva. La soluzione scelta da Ken Levine per raccontare la sua storia si basa infatti sulle meccaniche tipiche degli FPS ed è forse questo il limite più grande del gioco.

Come abbiamo specificato nelle pagine precedenti non ci sarebbe dispiaciuta la libertà di adottare approcci differenti per risolvere le varie situazioni, magari perfino con qualche enigma ambientale o qualche passaggio puramente esplorativo. La formula collaudata di BioShock ha convinto Ken Levine a non rischiare, proponendo uno stile di gioco simile ai suoi predecessori e sicuramente adatto alla massa ma al tempo stesso è evidente che questa soluzione ha di fatto tarpato le ali a quello che sarebbe potuto essere un prodotto decisamente superiore.

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Preparatevi dunque ad imbracciare le armi e i poteri offerti dai Vigor, che si possono considerare i nuovi plasmidi. Quest'ultimi sono variegati, ben realizzati e aggiungeranno un po' di pepe alle numerose sparatorie che vi separeranno dall'obbiettivo finale, ma purtroppo non si riveleranno così indispensabili. Certo, lanciare uno stormo di corvi su chi ci sbarra la strada ha sempre il suo fascino, ma il modo più efficace per mettere al tappeto i nemici saranno sempre e comunque le armi da fuoco, coadiuvate in alcuni casi da qualche truculento attacco ravvicinato.

I nemici pioveranno a ondate sul proprio personaggio, una soluzione che facciamo fatica a digerire, anche se è adottata da un gran numero di sparatutto in prima e terza persona. Inoltre, a differenza dei primi due BioShock, quasi tutti gli avversari saranno dotati di un'arma da fuoco, una caratteristica che renderà gli scontri decisamente più caotici e concitati rispetto ai titoli precedenti della saga.

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Per ovviare a questo "inconveniente" gli sviluppatori hanno deciso d'introdurre un sistema di energia che si ricarica col tempo, in modo simile a molti altri titoli di questo genere. La cosa avvantaggerà i giocatori ma soltanto fino a un certo punto, visto che i nemici si riveleranno molto precisi e a volte sarà difficile capire da dove arrivano i colpi, soprattutto nel caso di sparatorie con un folto manipolo di avversari. In questi casi nascondersi dietro un buon riparo assumerà un'importanza decisiva.

Discorso completamente diverso per gli scontri con i nemici più grossi e pericolosi, che sapranno offrire momenti decisamente emozionanti. In questo caso sarà impossibile fare a meno di notare la bravura degli sviluppatori nella caratterizzazione e nella realizzazione di questi personaggi. A voi il piacere di scoprirli man mano che proseguirete in quest'avventura.

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