Agony
La nostra (dis)avventura ha inizio alle porte dell'Inferno. Fin dai primi secondi si nota come gli sviluppatori abbiano fortemente puntato sull'effetto scioccante dell'ambientazione: sangue ovunque, ossa spezzate, muri di carne e arti smembrati sono l'arredamento standard di questo luogo. Il lavoro svolto è davvero ottimo e il macabro e perfino malato design dei livelli è il fiore all'occhiello di Agony, così come le creature che ci danno la caccia.
Non mancano inoltre chiari e continui riferimenti sessuali, con la nudità onnipresente e molta violenza, con persone impalate ma ancora vive e feti deformi usati come mattoni. Per questo Agony ha anche subito una forte censura che ha rimosso svariate scene ritenute esagarate anche per un pubblico adulto - non è la sede per discutere di questo argomento, ma era davvero necessario? Per questo può essere edificante la lettura di "Psicologia dei videogiochi" che risponde a molti luoghi comuni su questo controverso tema.
In ogni caso, ciò che resta si mantiene su alti livelli estetici e varrebbe la pena farsi un giro all'Inferno solo per questo. Sfortunatamente Agony è un titolo imperfetto sotto molti altri aspetti. Tolto l'Inferno e tutto il gore è un classico survival horror in prima persona che segue uno schema ben preciso . Uno dei problemi principali, a nostro parere, è proprio l'assenza di paura o tensione a causa delle stesse meccaniche di gioco, che al contrario risultano frustranti in più occasioni.Le mostruose creature che popolano l'Inferno sono molto reattive, forse anche troppo per come funziona Agony. La furtività è molto complessa dato che sono in grado di notarci da lunga distanza, mentre siamo accovacciati e al buio. Tenendo premuto il tasto triangolo è possibile trattenere il respiro per non essere scoperti, almeno finché la barra dell'energia - uno degli elementi dell'HUD sempre visibile - non arriva a zero. Ci siamo però ritrovati più volte in situazioni ridicole, in cui una creatura ci ha percepito, quindi abbiamo trattenuto il repiro e, pur essendo a pochi centimetri da noi, non ci ha attaccato e alla fine si è allontanata. Tuttavia, non appena l'energia termina ci insegue di nuovo.
In ogni caso, la morte non è necessariamente la fine della partita ma semplicemente si passa alla forma di spirito per qualche secondo. Possiamo spostarci liberamente per lo scenario, facendo attenzione a pericolosi ammassi di tentacoli volanti, per trovare un nuovo corpo da possedere. Avanzando nella storia il protagonista diventa sempre più potente, riuscendo a controllare anche gli stessi demoni. Ciò porta a una diminuzione della difficoltà in alcuni momenti, che comunque non è mai particolarmente alta - per terminare il gioco sono sufficienti 6 ore se si ignora l'esplorazione approfondita dei livelli e la raccolta dei collezionabili.Al contrario, certe scelte degli sviluppatori sono snervanti. Agony è troppo buio e non riuscire a vedere nemmeno dove stiamo camminando, se non impostando la gamma al massimo, non ci pare una buona scelta. Il sistema di salvataggio basato su checkpoint automatici e da attivare è esageratamente punitivo alla difficoltà maggiore; se si muore del tutto per tre volte di seguito si ritorna all'ultimo "specchio" che abbiamo utilizzato e non al punto di controllo più recente, costringendo il giocatore a ripetere intere porzioni del livello. Bisogna però spezzare una lancia a favore di MadMind Studio: Agony è un gioco dal grande potenziale, che tuttavia non è stato ben sfruttato. La direzione artistica dei livelli è fantastica, ma alla fine si tratta di corridoi e percorsi molto lineari e la trama vuole attirare l'attenzione ma risulta troppo enigmatica e sbrigativa - oltre a un finale che vi farà esclamare "mm...".
Per tutta l'avventura infatti non facciamo altro che attraversare l'Inferno per raggiungere la demoniaca Dea Rossa, la sadica padrona di quel mondo. Questo è l'obiettivo del protagonista che, con il più classico dei cliché, ha perso la memoria e deve farsi largo in quel luogo infernale per motivi che nemmeno lui sa.
A livello puramente tecnico abbiamo un bel gioco da vedere ma con un framerate disastroso su PS4. Per tutta la partita abbiamo percepito una continua e fastidiosa scattosità generale, oltre a qualche bug che ci ha fatto incastrare in alcuni elementi dello scenario e qualche texture assente. Nel complesso Agony non è il titolo che ci aspettavamo ma nemmeno un totale disastro. Le idee ci sono solo che non sviluppate a dovere e alla fine è quasi sufficiente, ma è meglio rimandare l'acquisto almeno a dopo le prime patch, che riusciranno sicuramente a correggere le principali criticità e modificare alcune scelte infelici.Agony
PS4Xbox OnePC
Agony è disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC. Volete davvero entrare negli Inferi?