A Way Out
A Way Out è la nuova esperienza cooperativa creata dagli autori di Brothers - A Tale of Two Sons
CONTRO: Nonostante una scrittura ben confezionata troviamo un'antagonista di poco conto. Il Gameplay è estremamente lineare e prevedibile, oltre che afflitto da lacune strutturali importanti in determinati frangenti.
VERDETTO: In buona sostanza, A Way Out è un esperimento più che interessante, raccolto dietro un concept diverso da quello delle solite modalità co op e arricchito da una trama godibile e ben raccontata, nonostante la presenza di alcuni vuoti
Prodotto da EA nel suo programma Originals e nato dalla mente di Josef Fares, A Way Out è un'avventura di stampo cinematografico disponibile per Ps4, Xbox One e Pc. Pensato esclusivamente per essere fruito da due giocatori, online o in locale, il gioco racconta la storia di due uomini separati dalle sbarre delle loro celle e allo stesso tempo uniti da un legame covalente, indissolubile, alimentato da un desiderio di vendetta comune.
Ed è proprio la condivisione il denominatore comune che amalgama tutti gli aspetti e le particolarità del nuovo titolo dei ragazzi di Hazelight Studios, già autori di Brothers - A Tale of Two Sons. Il concept di Josef Fares e del suo team nasce proprio dall'idea che cooperare significhi condividere un'esperienza, prima ancora che un fine. Da questo presupposto emergono le caratteristiche base di questa originale produzione: la schermo sempre condiviso e la grande importanza riversata nella narrazione. La volontà dello sviluppatore è infatti quella di proporre una forma di intrattenimento lineare ma avvincente, da condividere fianco a fianco sul divano o tramite cuffie in chat.
Il concept di Josef Fares e del suo team nasce proprio dall'idea che cooperare significhi condividere un'esperienza, prima ancora che un fine
Un'espressione differente del multiplayer cooperativo tradizionale, che solitamente prevede di dover raggiungere un determinato obbiettivo/risultato ma che non implica la volontà di provocare emozioni come un titolo single player incentrato sulla narrativa. L'intreccio è infatti il tassello chiave di questa produzione, quello che collega la voglia degli sviluppatori di spartire fra due giocatori l'adrenalina di vivere situazioni estreme e il coinvolgimento provocati da una grande storia. Ambientato negli anni '70, A Way Out si lega alle vicende di Vincent e Leo, due uomini dal passato completamente differente che si ritrovano confinati nello stesso carcere. Uniti dalla volontà di evadere, i due scoprono presto di avere un nemico comune e decidono di mettere insieme le forze per trovare una via di fuga dalla prigione e rintracciare Harvey, criminale e trafficante reo di aver tradito Leo e di aver assassinato il fratello di Vincent.
Nelle circa sei ore necessarie a completare il titolo, vedremo evolvere il rapporto dei due nelle diverse peripezie che affronteranno: la fuga di prigione sarà solo l'inizio dell'avventura, che si distenderà poi fra la ricerca di vendetta dei due protagonisti e la necessità di entrambi di salvaguardare i loro affetti. Parliamo di un storia ben raccontata, afflitta da alcune mancanze in termini di scrittura (come la carente caratterizzazione dell'antagonista) ma comunque ben celate dalla grande psicologia dietro i due personaggi principali.
La fuga di prigione sarà solo l'inizio dell'avventura, che si distenderà poi fra la ricerca di vendetta dei due protagonisti e la necessità di entrambi di salvaguardare i loro affetti
La versione Ps4 da noi provata è risultata globalmente soddisfacente in termini estetici, con alcuni scorci nelle sezioni all'aperto veramente ben realizzati e una qualità media delle texture più che soddisfacente. Le superfici di alcuni ambienti chiusi e la plasticità di gran parte delle animazioni in-game tradiscono, invece, il budget comunque limitato di questa produzione. Una realizzazione tecnica discreta, che nonostante le sbavature riesce a coinvolgere i giocatori nei fatti raccontati, complice anche una colonna sonora incalzante e di buon gusto che si rifà in modo appropriato al setting. La caratterizzazione di ambienti e personaggi è infatti il fattore chiave dell'amalgama fra la parte ludica e quella narrativa del titolo: il gameplay di A Way Out, nella sua schietta semplicità, si basa sui tratti caratteriali così diversi della coppia; costruito come un'avventura da percorrere sui binari di una sceneggiatura ben definita, infarcita di momenti scriptati, puzzle ambientali e QTE, ci troveremo spesso a dover decidere se seguire l'approccio di uno o dell'altro personaggio.
Scegliere di ascoltare Vincent, con le sue idee più attente e ragionate, oppure Leo, dai modi più scalpitanti e spregiudicati avrà conseguenza alternative. In gioco questo si tradurrà in percorsi differenti, diverse vie per affrontare la medesima situazione. Negli scenari saranno inoltre presenti diverse attività a cui sottoporci, dei mini giochi che porteranno i due personaggi, e di conseguenza i due giocatori, a mettersi in competizione e allo stesso tempo di avvicinarsi dal punto di vista umano. A rivestire un ruolo fondamentale nell'economia del titolo è però la natura condivisa dello schermo, più importante in termini di espressione della storyline che di gameplay vero e proprio: avere sempre sott'occhio il personaggio controllato dal nostro amico ci consente di percepire in modo differente quelli che saranno gli sviluppi delle battute finali.
A rivestire un ruolo fondamentale nell'economia del titolo è però la natura condivisa dello schermo, più importante in termini di espressione della storyline che di gameplay vero e proprio
Peccato per la realizzazione al limite del mediocre di alcune meccaniche, come gli inseguimenti in auto o le poche sezioni TPS: in entrambi i casi il feeling è ridotto all'osso e accusa quello che pare in apparenza uno sviluppo affrettato di alcune sezioni. L'utilizzo troppo macchinoso delle coperture negli scontri a fuoco, e il feedback inesistente delle armi risultano aspetti problematici e senz'altro da rivedere.
Conclusione
In buona sostanza, A Way Out è un esperimento più che interessante, raccolto dietro un concept diverso da quello delle solite modalità co-op e arricchito da una trama godibile e ben raccontata, nonostante la presenza di alcuni vuoti. Il prezzo contenuto e la possibilità di giocarlo online con un amico acquistandone una sola copia sono importanti punti a favore, mentre a inficiarne il giudizio troviamo la precaria cura riportata nello sviluppo di alcune sezioni di gameplay: in particolare il gunplay legato alle sezioni TPS, affette da una banalità complessiva fin troppo marcata e decisamente non giustificabile.