Re: Legend, recensione dell'ibrido "Pokémon Hunter"
Re: Legend è stato finalmente rilasciato nella sua versione finale, dopo una lunga fase di Early Access che ci riempì di dubbi.
Advertisement
a cura di Lorenzo Quadrini
-
In sintesi
Re: Legend è stato finalmente rilasciato nella sua versione finale, dopo una lunga fase di Early Access (che abbiamo avuto modo di provare tempo fa). Il titolo consiste in un intricato groviglio di generi, dal GDR all’action-taming, passando per la simulazione/survival. Fulcro di tutto questo marasma ludico è l’ispirazione ai mostri sacri del monster catching: Pokémon e Digimon.
Re: Legend è stato finalmente rilasciato nella sua versione finale, dopo una lunga fase di Early Access (che abbiamo avuto modo di provare tempo fa). Il titolo consiste in un intricato groviglio di generi, dal GDR all’action-taming, passando per la simulazione/survival. Fulcro di tutto questo marasma ludico è l’ispirazione ai mostri sacri del monster catching: Pokémon e Digimon.
Troppa carne al fuoco
La trama di Re: Legend non si sforza di essere né originale né interessante. Una volta creato il personaggio, infatti, vedremo lo stesso cadere da una scogliera, probabilmente gettato di proposito dalla solita nemesi da manuale. Salvato per miracolo e colpito da un'amnesia in pieno stile GDR, l’Eroe verrà introdotto al mondo dei Magnus, simpatiche creaturine colorate, che vengono costantemente domate dagli Umani per i compiti più vari. Il dipanamento della narrazione avviene attraverso quest numerose, ma piuttosto semplici nell’approccio comunicativo, senza alcun tipo di lirismo o di immedesimazione da parte del giocatore.
L’altro elemento diegetico del prodotto è rappresentato dai Magnus, in maniera analoga a quanto fatto da Pokémon o Digimon. Si parla di elementi diegetici perché i mostriciattoli da catturare, almeno nelle produzioni appena citate, sono un fattore fondamentale per avvicinare il pubblico alla storia, per farlo appassionare e per farlo compenetrare nelle vicende che coinvolgono tanto i pokeallenatori di turno, che le creature stesse. Non si può negare che in Re: Legend si cerchi di seguire questa strada, grazie a una caratterizzazione dei Magnus che prova ad accattivare il pubblico. Purtroppo, pur percependosi un grande sforzo da parte degli sviluppatori, i nostri compagni “mistici” non brillano per eccezionalità.
A questo punto, quindi, il lettore avrà capito che l’elemento di punta della produzione, o comunque la maggior parte del valore creativo, è stata riversata nel gameplay. Effettivamente Re: Legend non è un titolo da buttare, grazie ad alcune idee abbastanza ispirate. Da un lato il combattimento, semplice e diretto - potremo infatti combattere in prima linea, aiutati dai nostri Magnus. A questa struttura spiccatamente action, fatta di poche mosse, ma funzionali, si aggiunge tutto il comparto degli equipaggiamenti, che non lesinano né in armi, armature ed oggetti né in estetici. Se non bastasse questo già corposo strato action - gdr (ovviamente contraddistinto dal taming dei Magnus, veri protagonisti di Re: Legend), bisogna sottolineare anche la presenza di fasi vicine al survival/simulativo.
In Re: Legend è infatti possibile gestire una fattoria, coltivare, pescare, cucinare e craftare praticamente tutti gli oggetti e le armi a disposizione. Un mix micidiale di generi ed approcci (dalla già citata serie Pokémon, passando per Monster Hunter, fino ai più gestionali videogame “agricoli” sulla falsariga di Stardew Valley ed affini). Prese singolarmente le attività sono simpatiche ed accattivanti, sebbene il risultato finale ne esca poco amalgamato e sempre un po’ troppo a compartimenti stagni, non riuscendo nessuna delle caratteristiche fin qui esaminate a spiccare sulle altre e a dare “ordine” alla produzione.
Un gioco sciapo
Tecnicamente Re: Legend mostra il fianco a qualche altra sbavatura, sebbene non si possa definire un gioco mal fatto o propriamente grezzo. La versione finale ha ancora qualche bug di troppo, ma va detto che il gruppo di sviluppo è sempre stato molto attento e prolifico nel rilasciare patch ed aggiornamenti. I comandi rispondono abbastanza bene alle azioni previste per il nostro personaggio, mentre i Magnus pur essendo intelligenti come le creature di Monster Hunter riescono ad integrare in maniera piacevole le fasi di taming.
Lo stile grafico si inserisce in una nicchia che può probabilmente solo essere amata od odiata. Alla evidente carineria degli ambienti, tutti caratterizzati da colori pastello, vestiti sgargianti e personaggi usciti da un anime per bambini, si aggiungono font morbidi ed un effetto cell shading a contornare ambienti e PNG. Nulla che faccia urlare al miracolo, ma si nota un certo sforzo nel rendere Re: Legend carino e adatto a tutte le età. Si segnala, infine, la presenza di un multiplayer coop fino a 4 persone, che certamente potrà rendere l’esperienza più stimolante.
Qual è allora il problema di Re: Legend, almeno per quel che concerne l'aspetto visivo? Un po' come quanto visto per la trama ed il gameplay, il vero ostacolo per il fruitore è quello di digerire una produzione abbondante, ma sempre sciapa nel singolo aspetto. Re: Legend infarcisce ambienti, personaggi e mostriciattoli di colori, contorni morbidi e occhioni languidi, ma senza davvero trovare un elemento di distinzione, di originalità. Alla lunga, complice una reiterazione costante di questo approccio quantitativo più che qualitativo, anche il giocatore più distratto si accorgerà del risultato sufficiente ma nulla più.
Voto Recensione di Re: Legend - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
- Tantissime cose da fare
-
- Magnus discretamente ispirati
-
- Crescita costante dello sviluppo
Contro
-
- Trama e quest noiose
-
- Gameplay poco approfondito
-
- Visivamente privo di identità
Commento
Re: Legend è un gioco abbondante, quasi ingombrante nel suo cercare di offrire un parterre di esperienze che vanno dall'action al monster-taming, senza escludere un po' di GDR, di survival e di blando gestionale. In un prodotto dove il focus dovrebbe essere quello dei Magnus da catturare ed addestrare, Re: Legend colpisce a malapena il bersaglio, perdendosi in un mare di cose da fare, tutte sufficienti ma approssimative. Il consiglio quindi è di approcciarlo come divertente passatempo, in quei momenti dove non si sa bene cosa voler giocare e può essere utile fare di tutto un po'.