Un sequel di Rage sembrava quasi impossibile, sicuramente inatteso dopo 8 anni, ma con Rage 2 le lande post-apocalittiche sbiadite si sono colorate di una nuova verve: è la pop-punk-apocalisse di un mondo che si vuole lasciare alle spalle le estetiche dei tempi cupi. Vuole ripartire, rompere con ciò che è stato il prima. È una seconda occasione per fare le cose per bene, senza ritrovarsi nello stesso fuoco incrociato di chi, dallo sparatutto del 2011, si aspettava un gioco con tutti i crismi di id Software - gameplay assolutamente perfetto e comparto tecnico granitico – e chi sperava in qualcosa che lo avvicinasse più alla modernità dei mondi aperti e alle strutture complesse a più livelli dei RPG e finire invece per rimanere soddisfatto solo a metà.
Rage 2 mette subito in chiaro di che pasta è fatto: è uno sparatutto open world senza eccessive deviazioni dalla norma, soprattutto per l’intelaiatura del mondo di gioco. Su un ampio orizzonte si condensano numerose attività come da tradizione Avalanche Studios, mentre la prepotenza e l’adrenalina sono infuse da id Software e dal gunplay che ha rilanciato DOOM. Queste due anime si fondono tutto sommato bene: si passa dalle fasi sparatutto all'esplorazione con continuità. Un attimo prima si ha il piede premuto sul cranio di un mutante e quello dopo ci troviamo a spingerlo sull'acceleratore per raggiungere il successivo punto d’interesse o per deviare dai tracciati più battuti.
Rifiorire dalla desolazione
Sempre in corsa, sempre a macinare chilometri fino a quando non diventa chiaro che la componente shooter è l’assoluto punto di forza del gioco mentre l’open-world mano a mano si riduce a un insieme di attività che altro non sono che espedienti per guadagnare risorse. A ciò non giova neanche una narrazione che viene sacrificata sull'altare della crescita del personaggio proponendo una struttura a missioni che ricalca delle “fetch quest” da completare prima di poter affrontare l’antagonista principale. Pur offrendo alcuni momenti simbolici di lotta e sacrificio, la storia corre via senza un grande impatto per poi riprendersi nelle battute finali.
L’aver cercato di creare un mondo in cui ogni elemento non è semplicemente messo lì per riempimento, ma è necessario per proseguire nell'avventura e specializzarsi come super soldato è apprezzabile, è quindi un peccato che non ci sia una trama più coinvolgente a sostenerlo. I tre coprotagonisti, che insieme al ranger Walker di cui vestiamo i panni rappresentano i nodi principali delle vicende, diventano tre distinte personalità a cui sono associate specifiche competenze utili per migliorare le nostre capacità. Il nostro compito è sostenere le loro operazioni, completando le giuste attività per far crescere la reputazione nei loro confronti e guadagnare progetti incentrati sul combattimento, l’ingegneria e i nanotriti.
La mappa di gioco inizia a popolarsi di icone colorate: fucsia, blu e arancioni. Un colore per ciascun alleato, un colore per indicare se si tratta di attività incentrate sulle uccisioni e la distruzione, la conquista e il controllo, l’esplorazione e il recupero di oggetti. Sono più di una decina le differenti attività che si possono incontrare e spaziano dalla caccia e distruzione dei Convogli – un po’ sullo stile di Mad Max –, alla rimozione dei posti di blocco fino alla ricerca delle Arche e dei Ranger uccisi. Nuovi contenuti saranno disponibili in un secondo momento, come spiegato nell'articolo dedicato. Una volta ottenuta la giusta influenza saremo ricompensati con punti progetto da spendere ed è qui che Rage 2 inizia a mostrare i modi in cui è possibile influenzare il gameplay per plasmarlo come vogliamo noi.
L’aspetto interessante, ma che in prima battuta appare un po’ confusionario a causa della presenza di tante voci all'interno dei menu, è che praticamente ogni componente di Rage 2 può essere potenziata e personalizzata: dalle abilità nanotritiche alle armi, senza scordarsi del proprio veicolo Phoenix. L’importante è ottenere la giusta risorsa, anche comprandola. Può essere destabilizzante non avere un indicatore chiaro di progressione come i classici livelli o i punti esperienza, in particolare se poi ogni ramo di crescita si va ulteriormente a specializzare, ma nel gioco è tutto spiegato e riassunto in comode schede.
La Feltrite - i cristalli provenienti dai frammenti arrivati sulla Terra con l'impatto dell’asteroide Apophis 99942 – è la risorsa chiave per eccellenza che non andrà più venduta ma conservata gelosamente perché rappresenta il motore per aumentare il livello delle abilità a nanotriti e delle armi. Oltre ai livelli si possono attivare anche dei bonus come l’aumento del raggio d’azione di un’abilità o la riduzione del suo tempo di recupero utilizzando dei Potenziamenti Nanotritici, o si possono migliorare le capacità offensive della propria arma pagando il quantitativo richiesto di mod arma. Si può scegliere una sola modifica per livello, perciò è meglio che si adatti al proprio stile di gioco.
Delle oltre 20 ore passate con Rage 2, più della metà del tempo è stata dedicata proprio al potenziamento e alla ricerca di risorse ripulendo i vari settori e aprendo un numero considerevole di casse questo perché le fasi di azione e shooting sono le più soddisfacenti e poter migliorare ulteriormente il proprio arsenale incrementa i modi creativi in cui è possibile portare caos. La voglia di scoprire dove potessero nascondersi i bottini migliori ha guidato il nostro spirito d’avventura spingendoci a correre su e giù da una zona all'altra nella speranza di individuare un posto nuovo, un’attività diversa o una sorpresa nascosta tra la polvere.
C’è di buono che qualsiasi cosa con almeno due ruote può essere guidata, anche se il feeling con la guida e il tracciato non è sempre dei migliori, ma rispetto a titoli come Mad Max la centralità dei veicoli passa in secondo piano salvo quando si partecipa a gare. L’area di gioco, per confrontarla con un altro titolo Avalanche, è minore rispetto a Just Cause ma a ragion veduta considerato che non abbiamo a disposizione la stessa varietà di velivoli aerei di Rico o la possibilità di sfruttare il rampino per accorciare le distanze. Più contenuta non significa per forza un male, anzi è meno dispersiva e i punti di interesse possono essere meglio concentrati in modo da non farci percorrere troppa strada senza qualcosa da fare.
Come abbiamo già detto, la struttura a mondo aperto è piuttosto classica con varie tipologie di attività che costellano la mappa. Rispetto al primo Rage è indubbiamente evidente il passo in avanti sotto questo profilo, ma dove Rage 2 si differenzia è soprattutto nella varietà di biomi. Abbiamo ancora le grandi zone desertiche che inghiottono i resti dei palazzi e della vita precedente e, anche se la scelta cromatica per il Mare di Dune non risulterà interessante come nella Las Vegas di Blade Runner o la palette di Mad Max: Fury Road, lo stacco da una zona a un’altra è evidente e rende ogni luogo caratteristico.
Al grigiore pallido e smorto di una terra che non ha nulla da concedere si contrappone la fitta vegetazione delle Terre Selvagge, talmente selvaggia e incolta che districarsi tra la natura è una sfida quanto riuscire a orientarsi. Le Paludi di Sekreto sono un nauseabondo collage di acquitrini e fango dove nelle zone più solide proliferano discariche a cielo aperto, mentre nelle Piane Lacerate svettano imperiose formazioni rocciose sfiancate da crepacci. Quando cala il sole sembra di trovarsi in un posto antico, ormai lontano nel tempo a prima che l’asteroide ci colpisse. A volte non è un male fermare la macchina e scendere ad ammirare quello che resta e che ci manca ancora da ricostruire, per portare morte e distruzione c’è sempre tempo.
Rage 2 sta per stRAGE
C’è qualcosa di estremamente appagante quando si impugna un’arma in uno sparatutto in soggettiva di stampo id: senti che ogni strumento di morte è diverso dall'altro e risponde esattamente a come te lo sei immaginato. Il tuo fucile a pompa non ti delude mai quando fa a brandelli le carni del malcapitato di turno che è arrivato troppo in fretta all'appuntamento con la morte. Non ci sono ripari che tengano e scontri dalla distanza quando sei dotato di supervelocità, superforza e strafottenza. Ogni scontro a fuoco è lì, a due cm dal tuo naso, a un ritmo esagerato e costantemente sostenuto dalla frenesia che assestare l’ennesimo colpo mortale ti dà.
Si passa dal devastante lanciamissili con modalità secondaria di fuoco che aggancia più bersagli al revolver Firestorm che incendia letteralmente i proiettili attaccati ai nemici con uno schiocco di dita. L'Ipercannone spara un letale proiettile caricato in grado di trapassare anche intere file di nemici, mentre il Lanciadardi è simile a uno spara aghi, i quali si infilzano nei corpi che vengono poi fatti gravitare verso un punto. È come se i nemici fossero bambolotti da sbatacchiare a destra e a sinistra finché non cadono esanimi. Anche le armi più comuni, come il fido fucile a pompa, sono dotate di modalità secondarie di fuoco. Tenerlo in mira e poi sparare concentra un proiettile che con una forza incredibile sbalza indietro gli avversari.
Non c’è un modo noioso per finire gli avversari in Rage 2. Schizzi come una mina impazzita a una velocità d’azione impressionante, salti e ti arrampichi con facilità: sei imprevedibile e hai tutti gli strumenti per creare stravaganti combo. Anche se ai nemici non va di certo il premio per la miglior intelligenza e tattica, quando sono numerosi e agguerriti potrebbero rappresentare un problema. Ad ogni problema però c’è la soluzione come uno schianto in picchiata che polverizza ogni fibra nemica, o la devastazione di un colpo ben assestato che li allontana o spinge fuori dai bordi. Se la repulsione non basta si può sempre attirarli in un punto con un bel Vortice, vederli saltare in aria come coriandoli e finirli prima che tocchino terra.
Le abilità non sostituiscono le armi, ma si integrano perfettamente nel flusso smisurato della carneficina e hanno la doppia ambivalenza di poter essere utilizzate sia come attacco che come strumenti di difesa, o quantomeno per farvi respirare qualche secondo prima di buttarvi di nuovo a capofitto nello scontro. Combinando tutto l’arsenale, i combattimenti diventano esplosivi, frenetici, aggressivi. Quando ho scoperto il Vortice – armi e abilità vanno recuperate all'interno delle Arche sparse sul territorio – in una fase avanzata di gioco il mio approccio al combattimento è letteralmente cambiato. Prima cercavo di raggiungere i punti più elevati per massimizzare l’impatto dello Schianto, ma con il Vortice potevo semplicemente sparare un colpo e farmi lanciare in aria senza espormi troppo al fuoco nemico.
Cercare le combo non è solo consigliato, è il modo migliore per giocare a RAGE 2. Più morte e distruzione portiamo in minor tempo, più velocemente salirà l’indicatore del Sovraccarico. Quando viene attivato, il Sovraccarico spinge oltre i limiti meccanici le armi trasformandole in ancor più devastanti gingilli. Oltre alla mera potenza o ad effetti alternativi, quando si è sotto l’effetto del Sovraccarico ci si muove più velocemente e si recupera salute. Nelle fasi iniziale potreste essere tentati di utilizzare il sovraccarico solo per gli scontri più ostici, quasi come una via di fuga contro situazioni d’impasse in realtà vi accorgerete che, non appena avrete acquisito una buona padronanza dei vostri mezzi, sarete delle macchine da guerra talmente perfette da riuscire a ricaricare di continuo l’indicatore.
Rage 2 non ha paura di sembrare eccessivo, è volutamente sopra le righe e quello che appare come privo di buon gusto è lo stile su cui tutto è improntato. Non è dissacrante quanto Borderlands ma certamente ne condivide i geni di follia. È intemperante, perché quando hai a disposizione un così vasto arsenale non puoi frenarti, devi eccedere. Se c’è un’unica regola al caos e all'anarchia che vigono nelle terre devastate allora quella è il divertimento prima di tutto. Il come divertirsi è affidato alla propria inventiva e alle proprie preferenze. È nel gunplay che le qualità di id Software e Avalanche Studios si fondono al meglio: libertà d’azione e impareggiabile dinamicità, creatività negli scontri e solidità tecnica.