Ieri abbiamo potuto provare, finalmente, Nintendo Switch 2 per ben quattro ore e per quanto si trattasse di un evento pensato per far provare con mano la line-up di titoli che arriveranno assieme alla nuova ammiraglia del Colosso di Kyoto, con tutte le limitazioni del caso, abbiamo potuto studiare maggiormente nel dettaglio l’hardware che ci ritroveremo fra le mani a partire dal prossimo 5 Giugno.
Prima di iniziare, però, è giusto fare qualche premessa. Tutte le postazioni presenti in loco erano pensate per far girare delle demo dei vari titoli che accompagneranno il lancio di Nintendo Switch 2, motivo per il quale non ci è stato possibile vedere il sistema operativo che girerà sulla nuova console, così come non ci è stato possibile analizzare nel dettaglio il nuovo dock che accompagnerà la nuova ammiraglia. In tutta l’area di prova, c’era solo una console che poteva essere analizzata più nel dettaglio, smontandone i nuovi Joy-Con e mettendo alla prova il nuovo stand, ma proprio grazie a questo modello, possiamo parlarvi un pochino più nel dettaglio delle novità, lato hardware, presenti in Nintendo Switch 2.
Grande ma non ingombrante
Il primo impatto che si ha prendendo in mano Nintendo Switch 2 è quello di un device solido e che, se comparato direttamente con Nintendo Switch OLED (perché alla fine è con questa variante che verranno fatte tutte le comparazioni del caso), risulta decisamente più grande e pesante. Bastano pochi minuti spesi a manipolarla, però, per comprendere che il maggior peso della nuova console è distribuito saggiamente lungo tutta la superficie del corpo e dei nuovi Joy-Con, restituendo un feeling di maggiore solidità costruttiva e un’ergonomia che, per quando Switch 2 sia sottile come il modello precedente, risulta decisamente migliorata.
Questa miglioria, che andrà comunque testata sulla distanza (ovvero in seguito a lunghe sessioni di gioco in modalità handheld), è merito anche di un redesign dei bordi dei Joy-Con (ora maggiormente arrotondati) e di una curvatura più armoniosa nelle sporgenze superiori che ospitano le cavità dove sono posizionati i tasti dorsali. Il nuovo stand, che riprende il concept dell’alettone presente nel modello OLED di Nintendo Switch, all’apparenza sembra fin troppo delicato (trattandosi di una striscia molto sottile di plastica morbida), ma ci è bastato giocarci un po’ per constatare che la cerniera è leggermente più resistente rispetto a quella di Nintendo Switch OLED e che lo stand, per quanto più fine nelle forme, risulta molto stabile e resistente. Ovviamente, ,anche in questo caso, bisognerà stressarlo a dovere in fase di recensione per capire quanto possa resistere a un utilizzo quotidiano poco cauto, ma la prima impressione, e i primi test, ci hanno lasciato con delle sensazioni decisamente positive.
In merito alle porte presenti c’è ben poco da aggiungere rispetto a quanto detto già da Nintendo. La seconda USB-C (presente nella parte superiore dello chassis) permette solo di caricare la console, e di collegarci gli accessori compatibili, senza permettere alcuna tipologia di connessione video, mentre le altre porte sono le medesime che si trovano sui vari modelli di Nintendo Switch attualmente sul mercato. Venendo a cosa non ci ha convinto, invece, sicuramente troviamo la tipologia di plastiche usate per lo chassis, le quali, per quanto elegantissime con la loro finitura matte/glitterata, risultano decisamente scivolose, forse più di quelle presenti nei modelli di Switch attualmente in commercio.
Infine le cornici che adornano lo schermo sono decisamente spesse e per quanto il corpo nero della console riesca a ingannare l’occhio nella maggior parte delle occasioni, quando si nota quanto sono massicce, l’effetto wow offerto dal primo contatto con Nintendo Switch 2, inevitabilmente viene leggermente meno.
Manca l’OLED... e quindi?
Questo è scuramente l’aspetto più chiacchierato, e criticato, di Nintendo Switch 2 fin dalla sua presentazione... ma è anche l’elemento più difficile da analizzare attraverso delle semplici parole, visto che fio a che non ci si trova davanti il display della nuova ammiraglia del Colosso di Kyoto, risulta difficile capire perché l’assenza di un display OLED non sia poi una grande mancanza. Una diagonale che abbraccia gli standard odierni, una calibrazione dei colori incredibilmente convincente, una luminosità che non ha nulla da invidiare a quella del modello OLED, 120Hz di refresh rate e supporto a VRR e HDR. Tutti aspetti che, da soli, rendono il display di Nintendo Switch 2 un balzo in avanti notevole rispetto a tutti i modelli attualmente in commercio, incluso il tanto blasonato OLED.
Verissimo! I neri, non essendo assoluti, sono leggermente più “blandi” rispetto a qualsivoglia display OLED, ma al netto di questo, ogni singolo aspetto dello schermo di Nintendo Switch 2 è un passo in avanti sostanziale rispetto a quelli attualmente disponibili in commercio. Molto banalmente, siamo anni luce avanti ai display LCD visti sulle prime iterazioni di Switch, e di Steam Deck, e qualche gradino più in su rispetto agli schermi di Legion Go e Ally X. Come vi dicevamo, però, è davvero complesso far capire, con delle semplici parole, quanto il passaggio da OLED a LCD non sia un effettivo downgrade, visto che il modo migliore per comprenderlo è quello di accendere una Nintendo Switch e comprendere, di primo acchito, quanto poco si differenzi dall’attuale modello OLED.
Inutile dire che, una volta notata la fluidità offerta dal refresh rate del nuovo display, l’ottima calibrazione dei colori, il contrasto perfettamente bilanciato e l’aumento di risoluzione, ogni dubbio, o meglio pregiudizio, che avevamo maturato in merito a questo “downgrade apparente” è svanito del tutto. Si, come accennavamo poc’anzi i neri sono indubbiamente “meno assoluti” ma tutte le “brutture” tipiche degli LCD di otto anni fa, oramai sono un lontano ricordo.
Joy-Con rinnovati dentro e fuori
I nuovi Joy-Con, per assurdo, ci hanno sorpreso per una serie di migliorie incrementali che, dopo le ultime dichiarazioni, non ci aspettavamo di constatare. Il primo impatto è quello di prendere in mano una “copia più grande” dei controller attualmente presenti su Nintendo Switch, ma sono bastati i vari “giri di prova” con i titoli disponibili all’evento, per comprendere la mole di lavoro svolta da Nintendo per migliorarli sotto ogni aspetto.
I profili dei Joy-Con, innanzitutto, sono stati leggermente arrotondati, rendendoli più comodi da tenere in mano e, in linea di massima, più ergonomici. Le curve che delineano le insenature per i dorsali sono più sinuose e, decisamente, più ergonomiche. Ospitano meglio le dita e restituiscono una maggiore solidità nel “grip”. I joystick hanno un’escursione molto più morbida e naturale, sembrano meno “giocattolosi” e, almeno nelle prime prove, sembrano più precisi e accurati. Abbiamo apprezzato che gli anelli colorati che li abbelliscono, siano in realtà dei conetti rivolti all’insù, pensati per ridurre drasticamente l’ingresso della polvere all’interno degli stick analogici (lasciando trasparire una maggiore attenzione all’annoso problema del “drifting”). Per quanto riguarda i pulsanti le differenze con gli attuali modelli sono minime, la corsa è più immediata rispetto ai Joy-Con attuali, i tasti basculano di meno all’interno dei loro incavi e, generalmente, restituiscono un feeling “uguale ma più resistente”.
Discorso diverso per i pattini che si agganciano ai Joy-Con, sia per utilizzarli in modalità mouse che per impugnarli separatamente, che mostrano un design decisamente migliorato, con un incavo centrale votato al garantire una maggiore ergonomia e un ridimensionamento dei pulsanti per permettere di premerli meglio quando si usano i Joy-Con come “controller individuali”. Proprio in merito a questo aspetto, la nuova dimensione dei Joy-Con non aiuta, in termini di confort, nell’utilizzo dei controller in modalità “due giocatori”. Usarli orizzontalmente è più scomodo che in passato, visto che tutti i comandi sono più accentrati e, di fatto, meno comodi da raggiungere con i pollici quando si impugna il Joy-Con in orizzontale.
Venendo, infine, alla tanto decantata modalità “mouse”, siamo di fronte a pura stregoneria per quanto riguarda l’immediatezza nell’utilizzo nei titoli che la supportano, ma siamo altresì certi che in molti non la apprezzeranno una volta che la testeranno con mano. Quanto detto da Nintendo era vero: una volta sganciati i Joy-Con, basterà appoggiare il sensore su una superficie e verrà riconosciuto come mouse, senza bisogno di abilitare nulla. In Metroid Prime 4 abbiamo potuto constatare questa cosa con mano: con il Joy-Con con lo stick rivolto verso di noi, potevamo controllare Samus come in qualsiasi FPS giocato con un controller; nel momento in cui appoggiavamo il sensore sul tavolo... stavamo giocando come sul nostro PC con mouse e tastiera.
Una transizione tanto immediata quanto al limite della stregoneria. Quello che, però, non ci ha convinto del tutto, è l’ergonomia offerta dai Joy-Con usati come mouse. Laddove è indubbio che dopo aver giocato per dieci minuti a Metroid Prime 4 con un mouse, è letteralmente impossibile giocarci di nuovo con uno stick analogico, è anche vero che la posizione della nostra mano era del tutto innaturale, con una presa anche più scomoda di quel “claw” tanto famoso tra i giocatori console. Il sensore è precisissimo, il click dei dorsali è perfetto per giocare come con un mouse, ma è indubbio che il comfort non sia dei migliori e, sicuramente, sarà uno degli aspetti più soggettivi, e chiacchierati, di Nintendo Switch 2.
Una line-up di giochi di cui non ha senso parlare oggi
Non ci è mai piaciuto fare le anteprime sul nulla. Spendere decine di righe per parlare di prodotti di cui abbiamo potuto provare pochissimi aspetti, e in ambienti molto guidati e controllati, non restituirebbero alcuna informazione reale ai nostri lettori. Per questo motivo, per quanto ci siamo divertiti tantissimo con praticamente tutti i giochi presenti all’evento, non ha senso dilungarci troppo a parlarvi di Mario Kart World (che potete prenotare su Amazon al prezzo minimo garantito), Donkey Kong Bananza, Metroid Prime 4, Cyberpunk 2077 e gli altri titoli che saranno di psonibili al lancio di Nintendo Switch 2.
Il motivo è molto semplice, al netto di Mario Kart World (vero mattatore dell’evento), di cui abbiamo potuto provare due modalità di gioco ben definite (con personaggi e tracciati imposti), tutti gli altri titoli in prova erano delle corpose demo atte a mostrare le novità di Nintendo Switch 2. Metroid Prime 4, per esempio, ci ha proposto una missione di 15 minuti dove più che comprendere le novità introdotte in questo nuovo capitolo, tutto sembrava incentrato a mostrarci come funzionasse la modalità “mouse” presente nei Joy-Con 2. Niente di male, sia chiaro, ma non ci ha offerto abbastanza materiale per parlarvi a dovere della tanto attesa nuova avventura dedicata a Samus.
Cyberpunk 2077 si è presentato con una build vecchia di 7 mesi, con evidenti deficit sul versante tecnico in modalità handheld e senza la possibilità di poter testare le 4 modalità grafiche che saranno presenti nella versione finale ottimizzata per Nintendo Switch 2. Donkey Kong Bananza, ci ha permesso di giocare per venti minuti nelle prime aree del gioco, sciorinandoci decine di informazioni tutte assieme (troppo ammassate per darci una reale visione di cosa sarà il gioco nella sua forma completa) e focalizzandosi sul farci capre come il nuovo hardware di Nintendo Switch 2 riesca gestire i tempo reale quegli ambienti di gioco completamente, o quasi, distruttibili.
Non fraintendeteci, tutto era pensato per mostrare i “muscoli” di Nintendo Switch 2... e in questo Nintendo ha svolto egregiamente il compito, ma allo stesso tempo avrebbe poco senso dilungarsi troppo nel parlarvi di “demo tecniche” pensate per mostrare, nel dettaglio, questa o quella caratteristica della console, rispetto ai giochi di per se. Metroid Prime 4, per esempio, girava splendidamente a 1080p e 120 FPS granitici, ma non era possibile giocarlo in handheld, così come non era possibile testare la modalità 4k (upscalati) a 60 FPS. Quello che, sicuramente, è andato di traverso a chi vi scrive in questo momento, è stato provare i due capitoli di Zelda usciti su Switch con una veste grafica decisamente più bella (molto più d’impatto di quanto sia trasparito dai video comparativi rilasciati fino a oggi) e con un frame rate finalmente ancorato a 60 FPS. Perché non ci è piaciuto? Perché avremmo voluto goderci per la prima volta quei due capolavori nella loro veste migliore, sia in termini tecnici che contenutistici. Resta indubbio, però, che per quanto discutibile possa essere il discorso degli upgrade a pagamento, siamo di fronte a delle migliorie tecniche molto più evidenti di quelle viste finora in qualsivoglia upgrade tecnico venduto dalla concorrenza.
Tirando le prime somme
Ora vi stare chiedendo: ma degli accessori e dell’hardware non ne parlate? Purtroppo no. Di accessori disponibili all’evento c’erano solo un paio di Pro Controller che, al netto di una finitura analoga a quella della console (e quindi più scivolosa), non hanno mostrato grossi cambiamenti al già ottimo lavoro svolto dal loro predecessore; mentre per quanto riguarda l’hardware Nintendo non si è sbottonata, limitandosi a confermare che tutto è realizzato da NVIDIA e, per quanto riguarda le dichiarazioni dei due rappresentanti di CD Projekt RED presenti all’evento, che Cyberpunk 2077 farà largo uso del DLSS per garantire una versione perfettamente ottimizzata del loro ultimo titolo su Nintendo Switch 2. Insomma, bisognerà aspettare di avere fra le mani la console, e il parco titoli disponibile all’uscita, per poter mettere sotto stress l’hardware e sviscerarne ogni segreto, ma per il momento le prime impressioni sono decisamente molto più positive rispetto a quanto presentato da Nintendo durante i vari Direct e Treehouse.
Nintendo Switch 2 è decisamente una console di nuova generazione, non è un “mero upgrade” della console precedente. Lo si nota non appena la si prende in mano, quando si osserva il nuovo display e, soprattutto, non appena si avvia uno dei giochi realizzati in esclusiva per la nuova console. Questo non cambia tutti i discorsi, già fatti più e più volte, relativi alla nuova politica dei prezzi attuata da Nintendo, ma è rassicurante constatare che ci troviamo di fronte a una serie di prodotti di indubbia qualità e con una cura nei dettagli anche più infinitesimali che fa sempre piacere trovare quando si prende fra le mani un prodotto di questo tipo.
scusate ma questo a casa mia si traduce con: "useremo DLSS upscaling in performance o ultra performance perché altrimenti è ingiocabile"
cioè non mi pare una frase positiva
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