Quanto (e quando) conta la durata di un videogioco?

La durata di un videogioco? Un fattore ormai sempre più importante, per tutti. Ma quali sono i motivi dietro a tutto ciò? Vediamolo insieme!

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a cura di Michele Pintaudi

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Sono tanti gli elementi che vanno a caratterizzare un'opera complessa come un videogioco, anche e soprattutto alla luce di quella che è stata l'evoluzione di questo medium negli ultimi anni. Un videogioco è fatto di immagini, musica, interazione e tantissime altre componenti, e tutte loro contribuiscono a dar vita a un mosaico finale pressoché perfetto da ogni punto di vista.

Tra questi fattori che si incastrano per creare qualcosa di unico troviamo la durata: per molti un dato di importanza secondaria, per altri una questione praticamente essenziale nel vivere l'esperienza di un videogioco. Per molti infatti il tempo potrebbe essere poco o comunque non sufficiente, e dedicarsi a un'attività come la fruizione di un prodotto videoludico non è sempre fattibile nel modo giusto. Verrebbe dunque spontaneo chiedersi se esista in effetti una durata ideale, un indicatore temporale capace di dare un'etichetta a un'opera di questo tipo. La risposta? Probabilmente non esiste, ma oggi vogliamo parlare proprio di questo: quanto, e soprattutto quando, la durata di un videogioco risulta importante per decretare il valore dello stesso? Vediamolo insieme, provando ad approcciare la tematica in modi e da punti di vista differenti.

La durata di un videogioco: perché è così importante?

In risposta alla domanda che dà il titolo a questo paragrafo diciamo subito che sono tanti, tantissimi i motivi per cui la durata di un videogioco è spesso una questione fondamentale. Può trattarsi come detto in apertura di una mera ragione di mancanza di tempo, che col passare degli anni può spesso e volentieri rappresentante una situazione reale per moltissime persone.

In questo caso è molto comune che un giocatore, per pura necessità, vada a ricercare quasi esclusivamente titoli dalla durata contenuta: una soluzione adatta alla situazione ma che può portare anche a un chiaro risvolto della medaglia. Così facendo si rischia infatti di privarsi di esperienze ben più complesse, che richiedono uno sforzo più sostanzioso da diversi punti di vista. E no, non si tratta soltanto di ore effettive di gameplay.

Prendiamo ad esempio titoli come un qualunque capitolo di serie come Fallout, Final Fantasy o Persona: si tratta di prodotti dalla durata di moltissime ore, caratterizzati inoltre dalla presenza di centinaia di dinamiche che richiedono un po' di attenzione in più per essere comprese davvero. Con poco tempo a disposizione risulta praticamente impossibile tuffarsi in avventure di questo genere, e ci si limiterà a prodotti più semplici e immediati: è necessariamente un male? Certo è un peccato, ma allo stesso tempo è vero che la bellezza di un gioco non sta tutta nella sua complessità. Esistono infatti titoli essenziali, magari addirittura minimali, che possono comunque catturare ed emozionare un utente in pochissimo tempo. Esperienze come Journey o Life is Strange giusto per citarne un paio, che dimostrano come la durata di un videogioco non sia davvero ciò che lo rende un capolavoro oppure no.

Chi vi scrive si trova spesso con molti, troppi impegni che vanno a limitare il tempo nel quale potersi effettivamente dedicare a un videogioco: il punto diventa in quei momenti riuscire a godersi tutto il tempo nel modo giusto, giocando per il piacere di farlo e non perché sia un obbligo o una banale azione di routine. La chiave di volta è esattamente questa, e sarebbe un errore sottovalutare l'incredibile gamma di scelta offerta dal mercato di oggi. In momenti del genere una soluzione come Game Pass o servizi del tipo sono davvero una manna dal cielo: così facendo è possibile accedere a titoli di qualunque natura in base alle proprie esigenze e disponibilità di quel momento. E per qualcosa di più complesso e sfaccettato, alla fine, il tempo prima o poi arriverà.

La durata di un videogioco può insomma essere considerata un aspetto secondario? Sì, ma allo stesso modo è vero che alcune storie hanno bisogno di un orizzonte temporale più esteso per essere raccontate come si deve. La verità sta dunque nel mezzo, e sta anche a chi questi prodotti li crea trovare una soluzione reale e ideale: dare vita a videogiochi che sappiano bilanciare durata e valore dell'esperienza, senza allungare eccessivamente i tempi né ridurre l'impatto narrativo dell'opera. Quali sono alcuni di quei videogiochi che possiamo considerare brevi ma dove, alla luce di tutto, la durata non conta affatto?

  • What Remains of Edith Finch
  • Portal
  • To the Moon
  • Metal Gear Solid V: Ground Zeroes
  • Brothers: A tale of two sons
  • Firewatch
  • Una qualunque avventura grafica LucasArts

E questi sono soltanto alcuni dei tanti videogiochi che dimostrano quanto la durata non sia davvero così importante e badate, parliamo soltanto in termini di tempo. Con poche ore a disposizione è infatti possibile dedicarsi anche a titoli più lunghi ma magari non troppo impegnativi come un capitolo della serie Assassin's Creed o, meglio ancora, di Grand Theft Auto: giochi dal valore indiscutibile che funzionano, anche e soprattutto, per la loro capacità di nascere principalmente per intrattenere. Senza rinunciare per questo a coinvolgere e, perché no, stimolare in chi gioca un interesse verso altre tematiche di contorno.

Quando un videogioco è troppo lungo?

Alla luce di quanto raccontato finora va comunque tirato in ballo anche lo spirito critico di ognuno di noi. Al netto di quelle che sono disponibilità ed esigenze del giocatore, è in ogni caso fondamentale essere onesti nell'approccio con un qualunque nuovo videogioco. Troppo spesso tendiamo infatti a farci influenzare da recensioni o dalle opinioni altrui, che possono arrivare a cambiare la nostra percezione di un'intera esperienza videoludica.

La durata di un videogioco è uno dei temi caldi anche da questo punto di vista, e piattaforme come How Long to Beat si sono rivelate con gli anni estremamente utili ma anche molto dannose per gli utenti. Se da una parte danno un'idea di base di quante ore servono per completare un videogioco, dall'altra rischiano proprio di influenzare. Un titolo dura troppo? Allora non lo terrò in considerazione, a priori. Un errore da non fare per un motivo semplicissimo: un indicatore del genere dà una panoramica a livello quantitativo, ma assolutamente non qualitativo. La bontà di quelle ore di gioco non è insomma misurata, e capire se effettivamente ne vale la pena è compito della singola persona indipendentemente dal fattore temporale.

La risposta alla domanda "quando un videogioco è troppo lungo?" é però relativamente semplice da trovare. Entra infatti in gioco l'aspetto puramente soggettivo del tutto: un titolo è troppo lungo quando non riesce a soddisfare un utente e le sue necessità. Solo ed esclusivamente le sue. Soggettività significa per l'appunto che ognuno potrà vivere una stessa esperienza in modo diverso, e che se per una persona un gioco risulterà eccessivamente lungo per un'altra potrebbe essere il titolo giusto al momento giusto. Il mondo dei videogiochi, del resto, è bello perché è vario.

In conclusione va perciò detto e sottolineato quanto non esista una durata ideale per un videogioco, ma che questa sia fortemente legata alla natura di ogni persona. Non esiste neanche uno standard perfetto e insindacabile per valutare un'opera prima di averla toccata con mano, e proprio questo è il punto: quello che vi consigliamo è di provare sempre e comunque a dare una, due o anche più possibilità a qualcosa di nuovo. Potreste scoprire di voler dedicare più tempo di quel che credete a un videogioco che, magari anche per un'incredibile questione si tempismo, è esattamente ciò che vi serve in questo preciso momento. La parola passa ora a voi giocatori, con una domanda che vorremmo vi spingesse a raccontare la vostra personale esperienza: qual è per voi, se esiste, la durata perfetta per un videogioco?

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