Qual è il giusto tempo da dedicare ai videogiochi?

Quante ore possiamo dedicare ai videogiochi? Dipende da tanti fattori: scopriamoli insieme, con l'aiuto di qualche fonte accademica!

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a cura di Michele Pintaudi

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Varietà. È questa la parola che forse più di tutte caratterizza la società di oggi: un mondo dove forme d’arte, di intrattenimento e mezzi di comunicazione d’ogni genere si prestano a un numero sempre più importante di poliedricità e contaminazioni. Ognuno di noi ha insomma a propria disposizione una gamma di scelta che ha dell’impressionante, con un discorso che vale praticamente per ogni singolo medium possibile e immaginabile.

Pensiamo ad esempio al cinema, e a come piattaforme quali Netflix e Prime Video diano oggi la possibilità a chiunque di avere ciò che vuole, in ogni luogo e soprattutto in ogni momento. Abbiamo davvero l’imbarazzo della scelta, oltre che tantissime chance per incastrare anche piccole porzioni di intrattenimento all’interno delle nostre giornate. Guardando al mondo dei videogiochi notiamo come, poco alla volta, la situazione stia diventando sempre più simile: dal gaming mobile fino al cloud gaming, e anche grazie al contributo dei mille servizi in abbonamento, non c’è ormai più alcun limite. Da nessun punto di vista.

In uno scenario del genere spesso si rischia di esagerare, e come recita un vecchio proverbio è vero che talvolta “il troppo stroppia”. Fare di tutta l’erba un fascio è allo stesso modo qualcosa di sbagliato, ed ecco perché oggi vogliamo fare chiarezza provando a rispondere a una domanda che in molti di noi si saranno posti decine e decine di volte. Qual è, al netto di mille fattori, il giusto tempo da dedicare ai videogiochi?

Videogiocare: quando il troppo è troppo?

Partiamo rispondendo direttamente alla domanda che dà il titolo a questo articolo: il giusto tempo da dedicare al videogioco? Dipende, da tanti fattori differenti. In primis va considerato quanto una persona può effettivamente dedicare, della sua giornata, ad attività ricreative come per l’appunto il gaming: il mondo di oggi ci vede sempre più immersi in tanti impegni, lavorativi e non solo, che talvolta possono portare in secondo piano il tanto agognato tempo libero.

Sta poi a ognuno di noi decidere come impiegare quest’ultimo, al netto della precitata varietà che tutti abbiamo ormai a disposizione. C’è chi apprezza l’ascolto di un buon disco, chi preferisce rilassarsi leggendo un libro e chi ama dedicarsi allo sport piuttosto che a tanti altri passatempi. In tale contesto il videogioco può certamente trovare il suo spazio, e a seconda degli impegni di ognuno è bene dedicarci una quantità di tempo ben precisa. Quanto? Esattamente il numero di ore o minuti entro il quale questo medium ci diverte, ci intrattiene e ci emoziona.

Può sembrare una risposta priva di significato ma, in verità, è uno specchio abbastanza fedele della realtà dei fatti. È bene passare davanti a una console solo il tempo nel quale sappiamo ricevere, in cambio, le sensazioni positive citate poche righe fa. E sì, chiaramente si tratta di qualcosa di molto soggettivo.

Ragionando in termini numerici, i numeri ci restituiscono risultati molto interessanti. Secondo uno studio recente, i videogiocatori trascorrono una media di circa 8 ore settimanali con quello che è il loro passatempo preferito: un tempo non eccessivo insomma, che tiene comunque conto di estremi sia da un lato che dall’altro. Ecco: un’ora al giorno, al netto di tutti gli impegni e del fattore tempo, può essere un buon compromesso da cui partire.

Va comunque sottolineato come il tutto dipenda anche e soprattutto dall’età, a partire appunto da quanto una persona può effettivamente dedicare a una passione del genere. Vi è mai capitato di pensare a quanto tempo libero avevate durante le scuole medie? E di quanto, cominciando a lavorare, questo tempo si sia ridotto a dismisura? È ovvio che un adolescente ha a disposizione molte più occasioni per giocare ai suoi titoli preferiti, ai quali al contempo si approccerà in maniera molto più “superficiale” rispetto a quanto può fare una persona più formata e con una forma mentis evoluta sotto diversi aspetti.

Non mancano poi, giustamente, studi e analisi anche a livello accademico su quanto tempo è giusto dedicare al videogioco. La American Academy of Pediatrics ritiene che, per un bambino, l’ideale sia di trascorrere un massimo di un’ora al giorno durante la settimana e di due nel corso del weekend: anche qui si tratta di limiti più che accettabili, anche a fronte del grande impatto formativo che il videogioco stesso può avere.

Esistono in ogni caso confini che è bene non superare: la dipendenza dai videogiochi è infatti qualcosa di reale, e anche qui troviamo molti studi in grado di offrire una panoramica di questa condizione troppo spesso sottovalutata. Stiamo parlando chiaramente di un limite estremo, ma che non va comunque preso alla leggera specie considerando le implicazione che può portare a livello sociale, ma non solo. Giocare, insomma, fa bene. Ma come in ogni cosa è bene farlo con moderazione, sempre e comunque.

Ma è davvero solo una questione di tempo?

Una domanda che è lecito porsi, ma che forse trascende da quella che è la tematica che vogliamo trattare in questo articolo. Il videogioco è sì un passatempo, un mezzo di comunicazione e persino un modo per trasmettere dei valori… Ma oltre al fattore tempo emergono tanti altri fattori da tenere assolutamente in considerazione.

Pur avendo del tempo a disposizione, è importante comprendere il ruolo della gestione dello stesso. Giocare troppo, senza arrivare ai livelli della precitata dipendenza, può essere ugualmente dannoso da un certo punto di vista. Si va infatti a ridurre l’impatto di quella che può, e anzi deve, essere un’esperienza piacevole e appagante.

Il rischio è in tal caso di stancarsi, di eccedere al punto da non riuscire più a godersi un rapporto sano con quello che è probabilmente il medium più bello del mondo. L’errore che commettono in molti è quello di acquistare, provare e giocare a ogni titolo che approda sul mercato: a quel punto non si tratta più di passione, ma quasi di ossessione. E alla lunga non è nemmeno sostenibile, in nessuna maniera.

Non è dunque una mera questione di tempo: dedicare uno spazio della propria giornata al videogioco è importante, ma ciò che è fondamentale è farlo bene e in maniera coscienziosa. Non è necessario né salutare darsi un “timer”, e qui concludiamo con un invito che vuole essere un consiglio quantomai spassionato: prendetevi il vostro tempo, indipendentemente da quanto esso possa essere, e vivete il vostro videogioco preferito come meglio credete. Del resto l’abbiamo già detto più volte: viviamo in un’epoca dove rallentare, spesso e volentieri, è la scelta migliore per godersi al meglio anche i più piccoli frammenti di quotidianità.

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