PUBG è uno dei più grandi successi nella storia recente del gaming. Lanciato nel 2017, ha dato il via al fenomeno Battle Royale, che si è rapidamente espanso tanto che anche Call of Duty si è dovuto convertire al genere con un prodotto dedicato. Cinque anni dopo il titolo che ha dato origine al fenomeno si è convertito a free-to-play e i numeri hanno dato ragione al team di sviluppo e publisher.
Come riportato dal publisher e sviluppatore, infatti, PUBG ha vissuto un grandissimo incremento di giocatori. Da quando il titolo è diventato gratuito il gioco si è popolato di tantissimi utenti, con un incremento che oggi si attesta al 486% di nuovi giocatori. Chiaramente questo dato unisce anche gli utenti console, ma è proprio su PC, dove il titolo è diventato free-to-play, che si è registrato l'aumento di giocatori maggiori.
"Nella settimana che ha seguito la transizione a free-to-play, il gioco ha visto un incremento del 486%, riuscendo ad eclissare la crescita di giocatori vista nel 2017", si legge nel comunicato stampa. PUBG ha vissuto una vera e propria invasione di giocatori, la cui maggior parte proviene dagli Stati dell'Asia del sud est, il Sud America e la Comunità degli Stati Indipendenti, che racchiude 9 delle ex repubbliche sovietiche. Non solo nuovi giocatori: anche il playtime ha subito un gigantesco aumento, con gli utenti che hanno passato sempre più tempo nel titolo rispetto al passato.
La scelta di rendere free-to-play PUBG ha sicuramente premiato lo studio di sviluppo e il publisher e si è allineato, di fatto, a tantissimi altri concorrenti. Warzone e Fortnite, ad esempio, hanno sempre optato per un modello di distribuzione gratuito praticamente fin da subito, riuscendo così a coinvolgere sempre più giocatori. I guadagni, in questo caso, derivano sempre dalle microtransazioni e forse è l'unico modello sostenibile per prodotti appartenenti a questo particolare genere.
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