Sono passati molti anni da quando PlayStation 3 è andata in pensione, e di acqua sotto i ponti ne è passata per le generazioni di console Sony. Se ci fermiamo a pensare a dove ci troviamo oggi con le console PlayStation, va da sé vedere PS3 come una generazione che sta esattamente nel mezzo della relativamente giovane vita del marchio gaming di Sony. A oggi, però, capita di tornare indietro nel tempo grazie ad alcuni retroscena sulle console PlayStation più anziane, e scoprirne alcuni segreti.
A tornare a parlare di PS3 è stato Hideaki Itsuno, il game director che in passato ha lavorato a una serie di importanti giochi Capcom come Devil May Cry 3, Devil May Cry 4, Devil May Cry 5, Dragon's Dogma e moltissimi altri. In una nuova intervista rilasciata con il neonato studio Bokeh Game Studio, Itsuno è tornato indietro nel tempo svelando una serie di questioni che riguardano il metodo di sviluppo e le difficoltà che molti sviluppatori incontravano lavorando con PlayStation 3.
La chiacchierata è stata condivisa con un'altra storica figura del videogioco giapponese, ovvero Keiichiro Toyama, direttore creativo della serie Silent Hill. I due hanno tirato fuori diverse storie di sviluppo, con Itsuno che, a un certo punto della chiacchierata, ha spiegato di aver notato una grande differenza tra lo sviluppo di Devil May Cry 3 su PS2 e Devil May Cry 4 su PS3, entrambi capitoli da lui diretti.
“Ci è stato detto che su PS3 non potevamo replicare ciò che avevamo fatto sulla console precedente. Per cinque anni, tutto ciò che abbiamo fatto è stato lavorare usando layer semitrasparenti che rendevano i giochi fantastici su PlayStation 2. Una volta passati su PlayStation 3, non potevamo riprodurre a quella tecnica. Penso che gli sviluppatori di tutto il mondo abbiano dovuto lottare duramente per sviluppare su quella console", questo è quanto ha confidato Itsuno a Toyama durante la recente intervista.