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a cura di Yuri Polverino

Activision adotta una strategia chiara e puntuale nei confronti del suo brand di maggior successo, Call of Duty. Un nuovo capitolo all'anno, distribuendo lo sviluppo fra Infinity Ward, Sledgehammer e Treyarch. Quest'ultimi, gli autori di alcuni dei capitoli più famosi e riusciti della saga, sono proprio gli artefici di Call of Duty: Black Ops 4, che si è rivelato al mondo qualche settimana fa tramite il roboante world reveal al quale sono seguite non poche polemiche, perpetrate da quella parte d'utenza ancora affezionata al comparto single player, che non ha quindi ben digerito l'esclusione della modalità in questione, a favore di game mode esclusivamente multiplayer, compresa la tanto vociferata Royale, che in Call of Duty BO4 prende il nome di Blackout.

All'interno dell'affascinante contesto di E3 2018 abbiamo potuto finalmente provare la nuova creazione dei ragazzi di Treyarch, con la speranza di trovarci davanti all'ennesimo gioco costruito con cognizione di causa, passione e tanta maestria.

call of duty black ops 4

Prima d'iniziare a raccontarvi quelle che sono state le nostre sensazioni durante la mezz'ora abbondante di hands-on, vogliamo anticiparvi che Black Ops 4 è un gioco coraggioso. Non rivoluzionario, certo, ma -proprio come i passati BO- è comunque capace di apportare novità ad una serie che dimostra di aver ancora diverse carte da giocare.

Dominio, Control e il ritono degli Specialisti

 

La nostra prova si è concentrata su due diverse modalità: l'affermata e riconosciuta Dominio, e la nuova Control. Posticipando per un attimo l'analisi di Control, vogliamo concentrarci su alcune degli aspetti fondamentali di Black Ops 4, ovvero quelli che contribuiscono a rendere il gioco unico se paragonato ai suoi predecessori. La prima cosa che cambia le carte in tavola è il ritorno degli Specialisti; ne esistono di diverse tipologie, ognuna delle quali con skill uniche in grado di ribaltare le sorti del match. Prima d'iniziare ogni partita, poi, dovremo scegliere quale utilizzare, cercando di coordinarci con i nostri compagni nel tentativo di studiare la giusta composizione per affrontare una specifica mappa o modalità.

call of duty black ops 4

Al netto di un time to kill più alto e della nuova dinamica di recupero della vita (niente più auto-rigenerazione, bensì avremo in dotazione una siringa da estrarre e conficcarci in un braccio, rallentando così il ritmo dello scontro), Black Ops 4 scende in campo raccontando all'utenza la sua anima molto più ragionata, tattica, meno votata all'istinto e più al ragionamento. Basti pensare che ogni Specialista non solo ha una "super abilità", ma ha anche un'altra skill unica che rende ancora più fondamentale la scelta del giocatore. Il ritmo di gioco poi pare leggermente rallentato, l'assenza di wallrun o evoluzioni d'ogni sorta riporta il gameplay "con i piedi per terra", nonostante il setting preveda anche armi dalle fattezze piuttosto futuristiche, a dimostrazione del fatto che Treyarch ha cercato di cucire sulla pelle dei fan storici un'esperienza in pieno stile Call of Duty, che non rinunci però a prendersi la libertà d'innovare o rinnovare alcuni dei suoi dogmi più vecchi.

La natura stessa delle modalità sembra mutare di pari passo con il gameplay: giocare a Dominio per esempio sarà leggermente meno schizofrenico. Non vi ritroverete a correre da un punto all'altro della mappa nel tentativo di conquistare o mantenere una posizione, piuttosto l'approccio sarà più calmo e organizzato. Non stiamo dicendo che Call of Duty è diventato un gioco lento, tutt'altro. L'anima degli scontri è sempre quella tipica del brand Activision, anche se quest'ultimi risultano pur sempre meno coriacei e imprevedibili di quanto effettivamente ci aspettassimo.

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Control invece è la nuova modalità che prevede la conquista di due punti strategici sulla mappa, i quali forniranno -con il tempo- il punteggio per vincere il match alla squadra che li possiede. La particolarità di questo game mode però è quella di tener conto non solo del tempo passato sul punto, bensì anche delle kill di ogni team. Le squadre infatti non avranno vite infinite e una volta terminate, la partita si concluderà anche se il punteggio non aveva ancora raggiunto il limite.

Purtroppo non abbiamo potuto testare Blackout, tantomeno approfondire alcune delle dinamiche che, con il tempo, potranno determinare se effettivamente questo nuovo Black Ops sia da considerare un'operazione riuscita oppure no. Nei prossimi giorni, però, intervisteremo il team di sviluppo; vi consigliamo quindi di rimanere aggiornati per scoprire se Treyarch anche quest'anno è riuscita a colpire nel segno. Per ora, come avete potuto capire, le opinioni sono molto positive, anche se il quadro completo potrà essere valutato solo in sede di recensione.


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