Project Pyramid, scopriamo il videogioco su Giovanni Belzoni (o meglio, l'Indiana Jones italiano) | Intervista

Abbiamo intervistato il team di Project Pyramid, videogioco action adventure arrivato tra i finalisti della competizione Red Bull Indie Forge.

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a cura di Giulia Serena

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In occasione della Milan Games Week abbiamo avuto modo di scoprire i titoli arrivati nella finale della competizione Red Bull Indie Forge, la quale mette in competizione diversi progetti interessanti nel panorama italiano così da offrirgli la possibilità di essere conosciuti dal pubblico e ottenere il supporto di Red Bull nella comunicazione. Ebbene, tra i cinque finalisti in gara abbiamo avuto l'opportunità di scoprire più nel dettaglio Project Pyramid, videogioco di genere action adventure che ci ha incuriosito per il suo protagonista: Giovanni Belzoni. 

L'archeologo italiano vissuto a cavallo tra il 18esimo e il 19esimo secolo è - purtroppo - troppo poco noto per quello che, invece, ha fatto nella sua vita, e i ragazzi di Team Pyramid hanno deciso di sceglierlo come protagonista del loro videogioco. Che sia finalmente l'occasione buona per rendere più noto l'egittologo che ha ispirato lo stesso George Lucas per dar vita a Indiana Jones, per lo meno in Italia? Noi speriamo di sì, e sicuramente lo sperano anche gli sviluppatori con cui abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata per saperne di più sul loro progetto. 

Giulia Serena
Cosa vi ha spinto a scegliere Giovanni Belzoni, un personaggio storico che, seppur con una storia estremamente interessante, sicuramente non è super conosciuto?
 
Giulia Serena
Team Pyramid
 Direi che è stato Belzoni a trovare noi. Ma andiamo con ordine. Era il 2021, ed ero appena tornato temporaneamente a Roma. Per l'occasione, organizzammo una cena con vecchi colleghi e amici al Curdo Napoletano di via Casilina. Un paio di giorni prima dell'incontro, mi imbattei nel podcast Bistory, dove scoprii la figura di Giovanni Battista Belzoni. Ne rimasi folgorato: un idealista invincibile, ma non un vincente. Un personaggio larger-than-life, che mi spinse a leggere tutto quello che trovai su di lui.

Quella sera, i poveri Claudio, Matteo e Paolo subirono un vero assedio. Per almeno un'ora – forse due – li tormentai cercando di convincerli che un action-adventure sull’archeologo sarebbe stato il seguito spirituale perfetto di Die Young, il gioco che avevamo creato insieme qualche anno prima.

Immaginate la scena: seduti su sgabelli di legno, con le auto che sfrecciano a pochi centimetri dalla strada, mentre un toscano con gli occhi iniettati di passione vi parla di un vecchio esploratore italiano dimenticato dalla storia. È un miracolo che non mi abbiano mandato a quel paese.

Ovviamente, in quel momento non se ne fece nulla. Ma l’idea, come un seme, si piantò nelle nostre menti. Così, durante qualche partita online o una chiamata di aggiornamento, Belzoni tornava a farsi vivo, sempre più spesso.

Nei mesi successivi, mentre attraversavo le immense distese di Turchia e Iran in sella alla mia fedele Vespa, o sfidavo le montagne più impervie con una mappa disegnata a mano e una bussola, il senso dell’avventura si radicava in me, profondamente. E, per osmosi, iniziò a contagiare anche Claudio, Matteo e Paolo.

Discussione dopo discussione, il design del gioco prendeva forma. I dubbi si dissolsero, e tutte le idee si incastrarono al loro posto. Nel 2023, sondammo il terreno con un concept trailer. All’inizio del 2024, ci dicemmo: “O adesso o mai più.” E così, con l’aiuto di Alessio, Matthew e l'interpretazione di Edward abbiamo realizzato la demo che avete potuto provare durante la Milano Game Week. 

Team Pyramid
Giulia Serena
 Quanto avete dovuto studiare per riuscire a riprodurre in modo realistico la storia di Belzoni in videogioco? Vi siete fatti aiutare da storici o esperti per racimolare più informazioni possibili?
Giulia Serena
Team Pyramid
 Siamo partiti leggendo il diario di Belzoni, in inglese, perché il Padovano del XVIII secolo è praticamente incomprensibile. Da lì, ci siamo addentrati in saggi, fumetti (sì, esistono perfino due "serie" sull'esploratore italiano!), film e documentari. Poi è entrato in scena Marco Zatterin, ex vicedirettore de La Stampa. Durante le nostre ricerche infatti, il suo nome continuava a emergere in saggi, romanzi, gruppi musicali (esiste persino un gruppo di progressive rock chiamato "Banda Belzoni") e conferenze. Alla fine, abbiamo preso coraggio e gli abbiamo inviato una richiesta di amicizia su Facebook. Non appena ha capito quanto fossimo motivati, ci ha dato il suo numero di telefono, e così abbiamo avuto l'occasione di sentirlo per chiarire dubbi e verificare alcune teoria.  Le informazioni più interessanti però sono quelle che verranno incluse nella prossima revisione del suo saggio su Belzoni e che ci hanno spinto a rivedere il finale, in un modo che – speriamo – lascerà il giocatore il giocatore di stucco. 
Team Pyramid
Giulia Serena
In che modo avete scelto di rappresentare il carattere di Giovanni Belzoni per renderlo un protagonista avvincente? Tramite i suoi appunti o storie siete riusciti a cogliere un po' di quello che poteva essere il suo carattere o avete creato il personaggio usando la vostra fantasia? 
Giulia Serena
Team Pyramid
Crediamo sinceramente che Belzoni sia un personaggio affascinante perché diverso dai protagonisti che solitamente vediamo nei videogiochi, nelle serie televisive o nei fumetti. Non è un predestinato, né un vincente: è un invincibile. Un uomo comune che, nonostante le difficoltà che gli si pongono davanti, continua a lottare, spinto dal bisogno di dimostrare agli altri – ma soprattutto a se stesso – che la vita è molto più di una semplice sequenza di giorni apparentemente uguali. Questo bruciante desiderio, unito a un’innata capacità di emozionarsi per ogni nuova scoperta, anche la più piccola, e a una certa tendenza all’ira, sono stati i pilastri su cui abbiamo costruito il suo personaggio. A ciò abbiamo aggiunto un elemento originale: una seconda voce, quella del demone. Una parte della psiche di Belzoni si è dissociata, creando un alter ego basato sulla figura che interpretava al circo, il "Gigante della Patagonia", ruolo che lo aveva reso celebre e benestante in Inghilterra. Questo dualismo aggiunge profondità al personaggio, permettendoci di esplorare i suoi conflitti interiori e il peso della sua straordinaria ma complessa personalità.
Team Pyramid
Giulia Serena
Come avete bilanciato l’azione e l’avventura di Project Pyramid con la componente narrativa per creare un’esperienza coinvolgente?
Giulia Serena
Team Pyramid
Project Pyramid è concepito come un gioco in cui narrativa e gameplay si intrecciano senza interruzioni, con la storia che si sviluppa attraverso i dialoghi interiori tra il protagonista e il demone. La vera sfida, però, è evitare che la narrazione si disperda qualora il giocatore decida di esplorare liberamente le mappe di gioco.

Per affrontare questo aspetto, l’idea è di introdurre una serie di dialoghi aggiuntivi che si sbloccano una volta completati tutti quelli principali legati alla trama. Questi dialoghi sarebbero suddivisi per capitoli, arricchendo l’esperienza narrativa e mantenendo il giocatore coinvolto anche durante fasi opzionali come il backtracking. Un approccio simile si può osservare, ad esempio, in God of War, dove i dialoghi dinamici accompagnano l’esplorazione, senza mai spezzare il ritmo del gioco. 
Team Pyramid
Giulia Serena
Ci sono state influenze particolari da parte di altri giochi o media (penso a Indiana Jones) che vi hanno ispirato durante lo sviluppo?
Giulia Serena
Team Pyramid
 Le influenze di Project Pyramid sono molteplici e meritano di essere analizzate con ordine.
La struttura generale del gioco trae ispirazione direttamente da Die Young, che a sua volta si basava sul terzo capitolo del primo The Witcher. Ogni mappa offre una serie di eventi che il giocatore può affrontare in ordine sparso. Questi eventi hanno effetti tangibili sugli altri a essi collegati, pur senza influenzare la trama principale. Questa scelta favorisce un senso di libertà senza compromettere il flusso narrativo.

Per la componente action e i puzzle ambientali, ci siamo rifatti alla grande tradizione dei giochi "archeologici" come Uncharted, Tomb Raider e il futuro Indiana Jones. Tuttavia, questi stilemi sono stati reinterpretati con un approccio più realistico, adattandoli a un personaggio come Belzoni: un uomo di oltre due metri, dalla forza erculea, che prima di diventare archeologo era stato il più famoso uomo forzuto d'Inghilterra.

Dove le influenze sono state particolarmente fondamentali è nella realizzazione della meccanica del taccuino. Non avendo mai lavorato su una feature simile, ci siamo subito scontrati con una serie di problemi. Per superarli, abbiamo guardato a capolavori come Return of the Obra Dinn, L.A. Noire e Chants of Sennaar. Anche titoli meno riusciti sotto questo aspetto, come Alan Wake 2 e Heaven’s Vault, ci hanno fornito spunti preziosi, aiutandoci a definire un sistema che, speriamo sia intuitivo, immersivo e funzionale alla narrazione. 
Team Pyramid
Giulia Serena
 Essendo un titolo action adventure, potete raccontarci in cosa consiste a parte "action"? Che tipo di nemici dovrà affrontare Belzoni e con che armi o meccaniche lo farà?
Giulia Serena
Team Pyramid
 Il lato action di Project Pyramid si sviluppa principalmente in due aspetti: il climbing ed il combattimento.
Il sistema di arrampica che deriva direttamente da Die Young, ci ha permesso da un lato, di aggiungere una dimensione verticale all'esplorazione, e dall'altro di introdurre sessioni adrenaliche dove il nostro esploratore si trova, ad esempio, a scalare un ponte che crolla sotto i suoi piedi. Insomma il climbing non è solo una meccanica di spostamento, ma un’esperienza dinamica che amplifica il senso di avventura.

Il combattimento si concentra principalmente sull’uso di armi bianche e si basa su un sistema di attacchi e contrattacchi. L’obiettivo non è tanto uccidere, quanto sbilanciare l’avversario per eseguire una finisher e metterlo fuori gioco. Inoltre, una vasta gamma di oggetti può essere utilizzata come armi improprie, aggiungendo varietà e creatività agli scontri. Belzoni si troverà ad affrontare un’ampia varietà di nemici, tra cui banditi, altri esploratori, giannizzeri... 
Team Pyramid
Giulia Serena
 Quanto tempo è servito per completare il progetto, considerando la dimensione ridotta del team?
Giulia Serena
Team Pyramid
 "Completare" mi sembra un termine un po' ambizioso. Abbiamo iniziato a lavorare seriamente su Project Pyramid all’inizio dell’anno, dedicandoci nel tempo libero e compatibilmente con le nostre disponibilità. Siamo orgogliosi del risultato raggiunto finora, ma siamo pienamente consapevoli che il prototipo è ancora in una fase molto, molto grezza.
Team Pyramid
Giulia Serena
 Avete già in mente una possibile finestra di lancio per il gioco?
Giulia Serena
Team Pyramid
 È difficile dirlo con certezza. Realizzare un gioco complesso come Project Pyramid senza finanziamenti è praticamente impossibile. Per questo motivo, se le cose non dovessero andare nella direzione giusta, stiamo pensando di rilasciare il prologo gratuitamente. In fondo, "sharing is caring" – e vogliamo comunque condividere ciò che abbiamo creato con passione.
Team Pyramid
Ovviamente non possiamo far altro che tifare per Project Pyramid nella competizione Red Bull Indie Forge e seguirne con estremo interesse lo sviluppo. Se anche voi volete farlo e scoprire di più sul progetto potete unirvi al canale Discord dedicato al gioco, che potete trovare a questo indirizzo
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