Qualche giorno fa sulle nostre pagine abbiamo riportato un caso che ci ha dato molto da riflettere: una lettera d’addio da parte di un utente di The Elder Scrolls Online, il quale ha purtroppo perso la lotta contro una malattia terminale. Ripercorrendo la propria vita, ha descritto quella che è stata la sua esperienza migliore nell’avatar che aveva creato su Tamriel, condividendo con tutti i giocatori un sentito ringraziamento per l’opportunità di essere stato un eroe virtuale di un grande gruppo di guerrieri, difensori di Tamriel e capaci di imprese che sarebbero state impossibili da vivere con la sua condizione.
La tristezza della realtà è stata scalzata via dalle possibilità del fantastico nel totale anonimato, regalando un sorriso a chi in vita difficilmente riusciva a trovare motivi per averlo. Il messaggio ha quindi toccato il cuore di tutta la community, trovando terreno comune nel modo in cui lo scenario da MMO si dimostra essere un luogo in cui poter evadere dalle preoccupazioni della realtà e dove trovare amici dalle stesse vedute anche a chilometri di distanza. Un’unione di intenti e legami che ha portato un numero eccezionale di sconosciuti a erigere dei piccoli memoriali nel mondo di gioco e a salutare “lo sconosciuto eroe argoniano” nel suo post sul subreddit di gioco, creando forse uno dei movimenti più importanti nella storia del gioco stesso.
Questa straordinaria vicenda di altruismo e vicinanza è solo una delle tante dimostrazioni che le community dei titoli online, negli anni, hanno ideato di fronte a eventi tragici. Tornando indietro di qualche tempo, ricordiamo per esempio la storia del redditor Tuuvas: un giocatore di Elite Dangerous che purtroppo perse il fratello maggiore con il quale era cresciuto. Una volta che il gioco introdusse la possibilità di creare il proprio comandante con Holo-Me, gli venne l’idea di ricreare fedelmente l’aspetto di suo fratello, grande videogiocatore e amante dello spazio di Elite. Ci volle molto tempo e una forza di volontà indescrivibile per passare di foto in foto senza cedere alla negatività del lutto, ma eventualmente l’intento riuscì e il tutto venne condiviso sulle pagine di Reddit come grande omaggio.
Anche in questo caso la risposta degli altri giocatori fu enorme, creando fan art e tributi in gioco attraverso spedizioni e omaggi coreografici. Il personaggio creato da Tuuvas avrebbe permesso a suo fratello di vivere per sempre all’interno del mondo di Elite, ma è stata più che altro la gentilezza degli altri giocatori a imprimere nei ricordi dell’intera community l’evento in questione, comprensivo anche di una bella risposta da parte del team di sviluppo. Lo stesso avvenne con la storia di Michael Holyland, un giovane malato terminale che è passato alla storia spaziale per il suo coraggio e determinazione nelle sue ultime settimane di vita.
Distrutto fisicamente ed emotivamente dalla sua condizione, ha infatti ritrovato la volontà di combattere grazie all’estremo supporto dai giocatori e dagli sviluppatori, i quali decisero di onorarlo con tour guidati in giro per la galassia e scoprendo perfino un pianeta che poi fu nominato “Michael’s Rest”. La carica positiva di queste iniziative non solo riportò la vita negli occhi del ragazzo, ma gli diedero motivo per resistere ancora un po’ di tempo in più, per non lasciarsi andare e vedere impresso il suo passaggio nell’universo di Elite.
Senza dubbio uno sforzo titanico per un adolescente, ricompensato abbondantemente da Frontier con una storia interamente originale, realizzata in 3 giorni e con audiobook a corredo, chiamata “Michael’s Story”. Oltre a raccontare le vicende dell’alter-ego del ragazzo di 15 anni, l’iniziativa prevede anche un totale supporto alle associazioni che combattono il cancro e che sono in costante contatto con la famiglia tutt’oggi.
Per quanto non fosse possibile per Michael recuperare dalla sua condizione, gli ultimi giorni della sua vita furono descritti come quelli in cui ha sorriso di più, circondato da migliaia di amici che non vedevano l’ora di condurlo verso le stelle più lontane e inesplorate. Il tutto grazie a un singolo videogioco e a coloro che lo vivevano quotidianamente, perfetti sconosciuti pronti a fare di tutto e di più per regalare gioia a qualcuno di meno fortunato.
Spesso storie come queste compaiono nei nostri feed e bacheche dei vari social network e applicativi. Clicchiamo mi piace, condividiamo e ci fermiamo a dire due parole per dare il nostro contributo alle onoranze. Ma l’importanza di questi momenti, mai sminuita, potrebbe assumere connotati ancora migliori se solo ci sforzassimo di osservare le community durante tutto il loro ciclo vitale. Quanto volte l’associazione dei vari gruppi online, specialmente di gioco, è spesso descritta in termini negativi? Tossicità, bullismo, offese, sette virtuali segrete dove insultare il prossimo e discriminazioni di genere o razziali sono termini che vengono alla mente quando ci si mette ad analizzare davvero gli spazio comunitari di internet, specialmente se legati al settore videoludico.
Da un lato questi problemi esistono e vanno combattuti come possibile, magari incentivando l’inclusività e un’attitudine positiva, ma sarebbe davvero un errore pensare che un determinato ambiente possa essere o totalmente negativo o totalmente positivo. Purtroppo però nessuno pensa mai che una community sia totalmente “pulita”, è molto più facile credere che sotto le buone azioni ci sia qualcosa di marcio. Nasce così il cinismo degli occhi che guardano all’online e pensano a un gruppo di strambi, chiuso al prossimo e legati unicamente da un divertimento temporaneo.
Storie come quelle appena descritte non solo ci dimostrano il grande affetto sincero che lega le persone tramite la rete, piuttosto testimoniano quanto già in partenza esistesse una solida base di amicizia e cameratismo, dove ognuno può esprimere sé stesso e non essere giudicato. Rimanendo nella community di The Elder Scrolls Online basta visitare le gilde Social per rendersi conto di quante ne esistano di dedicate a persone con disabilità, di spazi sicuri per la comunità LGBTQ+ e di persone che vogliono solo fare roleplay in amicizia. Di questi non sentirete tutti i giorni le gesta attraverso il filtro dei media, nessuno copre la gentilezza dei gesti quotidiani o l'idea dietro tali spazi. Eppure sono lì, accadono sotto gli occhi di tutti quelli che ogni giorno fanno log-in e osservano le città di Tamriel riempirsi di voci, parole e mani tese.
Ma espandiamoci e guardiamo oltre ESO: su Destiny esistono gilde dedicate ai papà gamer che affrontano insieme le difficoltà dell'essere genitore, su Warframe si aiutano i content creator LGBT a emergere su Twitch e su Final Fantasy XIV si omaggiano i giocatori che non ci sono più con cerimonie vere e proprie, celebrando il legame immortale che li unisce. Se poi vogliamo trovare qualcosa sulla beneficenza, la campagna di Blizzard contro il Cancro al Seno è uno degli esempi maggiori di beneficenza videoludica, insieme ad Awesome Games Done Quick e all'annuale raccolta derivata solamente dagli utenti. Guardiamo anche alle recenti emergenze, come gli incendi in Australia e le numerose iniziative di publisher e team di sviluppo dedicate al sostegno per il paese dei canguri.
Scegliete voi stessi dunque dove andare a guardare, non importa quale community osserverete: il risultato finale è che se aguzzerete davvero gli occhi e le orecchie potrete accorgervi di quanto buono ci sia in ognuna di esse, perfino di quei giochi famosi per la tossicità di chi li abita. Il trucco è quindi non cedere di fronte all’utente scontroso o al troll di turno, ma di ignorare i cori negativi e focalizzarsi solamente sulla positività degli altri membri, la stessa che ritrovate quando leggete di notizie come l’addio dell’eroe argoniano. Del resto, non si può mai sapere quanto una parola gentile, vocale o scritta in una chat di un MMO, possa fare la differenza per qualcuno dall’altro lato dello schermo. Avrete sempre l’occasione per regalare un sorriso al prossimo, ogni giorno della vostra vita virtuale su Tamriel o ovunque vogliate.