Pokémon Scarlatto e Violetto | Recensione
A qualche giorno dal loro esordio facciamo il punto della situazione in merito a Pokémon Scarlatto e Violetto
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a cura di Andrea Maiellano
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Ho volutamente aspettato prima di sedermi e scrivere quest'analisi. Ho atteso che Pokémon Scarlatto e Violetto (Qua trovate la nostra guida completa) venissero rilasciati ufficialmente in modo da poter testare le loro funzionalità online e, soprattutto, poter installare quella "famigerata" Day One Patch che tanti problemi avrebbe dovuto portar via... si esattamente come L'Epifania con le feste.
E invece mai come in questo caso attendere fu vano e, mai come in questo caso, una nuova iterazione dei Pokémon mi ha generato dei sentimenti così contrastanti da arrivare, parzialmente, a deludermi, facendomi innalzare bandiera bianca di fronte a un qualcosa che oramai non risulta più essere difendibile, se non da quei "fan fino al midollo" disposti a risultare privi di amor proprio nel continuare a giustificare ogni opera realizzata da Game Freak.
Prima che cominciate a tacciarmi con frasi quali: "... e ma i Pokémon non sono mai stati grafica e performance" o "... smettetela di offendere un gioco che sta divertendo migliaia di fan veri del brand", voglio dirvi in tutta onestà che sto giocando a Pokémon Scarlatto e Violetto da, oramai, decine di ore e mi sto divertendo in maniera analoga a come mi sono divertito con ogni titolo della serie fin dai tempi di Pokémon Rosso e Blu (si sono vecchio, lo so). Ho apprezzato la timida volontà di stravolgere alcuni aspetti della serie oramai consolidati da oltre due decadi, così come sto indubbiamente apprezzando quello snellimento generale di molteplici meccaniche di gioco oramai eccessivamente farraginosi per il 2022 ma non per questo accetto, con un gran sorriso stampato in faccia, una tale mancanza di rispetto nei confronti di tutti quei fan che, come il sottoscritto, non mancano un appuntamento da oltre vent'anni.
Non è una questione di semplice arretratezza tecnica, quella l'ho condonata a Leggende: Arceus in virtù di una serie di sperimentazioni che sembravano essere un trampolino di lancio per i futuri progetti della serie, quanto più una totale mancanza di rispetto verso i giocatori, presentando un progetto mal rifinito che, come da consuetudine nell'ultimo decennio, compie due passi indietro per ogni passo avanti fatto dal team di sviluppo.
Non fraintendete questo mio lungo cappello introduttivo, Pokémon Scarlatto e Violetto non sono dei pessimi giochi, non meritano l'insufficienza e sono sicuro che divertiranno come sempre tutti quei fan che, come il sottoscritto, attendono ogni uscita come un bimbo attende la notte di Natale... ed è proprio questo il motivo che mi ha amareggiato di più. La struttura che ha reso celebre la serie è ancora tutta lì, riveduta e corretta in molteplici aspetti per abbracciare le generazioni più giovani di giocatori. Il problema è sempre lo stesso, Game freak non ha le risorse per realizzare quello che i fan vorrebbero, The Pokémon Company non trova necessario investire in qualcosa che alla fine vende ugualmente e a ogni titolo ci si ritrova tutti seduti attorno al fuoco a piangere perché si vorrebbe quel qualcosa in più che si sa già che mai arriverà.
Un mondo fin troppo aperto
Fin dal loro annuncio, Pokémon Scarlatto e Violetto, vennero presentati come i primi titoli main della serie ad avere una struttura realmente open world. Ovviamente il primo pensiero di ogni fan, di fronte a questa dichiarazione, è stato quello che si sarebbe finalmente raggiunto quel livello di maturità in termini di world building che venne solamente scalfito dal precedente spin-off dedicato ad Arceus.
Niente più lineari Terre Selvagge, percorsi circondati da erba alta, o mappe aperte separate fra loro da tediosi hub... tutta la nuova regione sarebbe stata esplorabile in totale libertà, permettendo al giocatore di muoversi liberamente decidendo lui come progredire nel suo viaggio... insomma, un sogno divenuto realtà, se non fosse che il mondo di gioco si è rivelato, alla fine, fin troppo aperto e pieno di compromessi.
Per quanto sia vero che tutte e aree sono interconnesse tra loro, si è andata a perdere tutta quella esplorazione degli interni che da sempre era un punto fermo della serie. Centri Pokémon ridotti a banchetti posizionati all'esterno, negozi inesistenti (sostituiti da menù che compaiono ogni qualvolta si approccia la porta di un'atività commerciale), macchine MT posizionate qua e la nelle varie aree di gioco... insomma l'idea che mi ha dato il World Building di Pokémon Scarlatto e Violetto è quello di un costante "vorrei ma non posso", o meglio, "vorrei ma non ho tempo".
Dopo una manciata di ore spese a girovagare per la nuova regione, mi è sembrato di trovarmi in un enorme "mercatino dell'usato", con tutto quello che c'è da offrire posizionato in mezzo alla strada. L'impressione generale è stata quella che alla Game Freak siano andati oltre tempo limite, ritrovandosi obbligati a posizionare esternamente tutto quello che, di norma, si dovrebbe ritrovare all'interno di ambienti chiusi e ben caratterizzati fra loro.
Un minimo più di cura, in questa peculiare versione del mondo di gioco "made in Game Freak", l'ho trovata nella città che troneggia sulla : Mesapoli. Sede dell'Accademia da cui comincerà a prendere forma il viaggio dell'allenatore di turno, l'enorme scuola fa le veci di un HUB centrale in cui poter svolgere diverse attività, più o meno, interessanti. Non si parla di chissà che cambiamenti ma almeno all'interno dell'accademia si trova qualche interno in più da poter esplorare, seppur Mesapoli, la corposa città che ne fa da contorno si rivela anch'essa un'enorme mappa spoglia e poco attraente da esplorare in seguito alle prime visite.
Discorso differente, invece, va fatto in merito al level design di Pokémon Scarlatto e Violetto che, sorprendentemente, riprende quell'elevata verticalità già mostrata in Leggende: Arceus, e la espande maggiormente offrendo una regione che, di primo acchito, invoglia a essere esplorata in ogni suo anfratto, sfruttando le varie forme di Koraidon e Miraidon (i Pokémon presenti in copertina). Voglia che, però, si attenua nell'esatto momento in cui si ottiene quella libertà di movimento tanto ambita nelle prime ore di gioco, poiché per quanto sia vero che grotte, anfratti e vette varie siano un piacere da esplorare, vista una rinnovata complessità di alcune delle planimetrie presenti sulla superficie di Paldea, non si può dire lo stesso per le aree pianeggianti, le quali si rivelano quasi sempre spoglie nei contenuti e, generalmente, tediose da attraversare dopo la prima volta che le si esplora alla ricerca di qualche Pokémon da aggiungere al proprio Pokédex.
Un vero peccato perché, al netto di tutto, Pokémon Scarlatto e Violetto provano costantemente a retribuire la voglia di esplorare del giocatore con collezionabili, o oggetti rari, di varia natura ma mai come in questo caso si percepisce il peso dell'aver voluto fare il passo più lungo della gamba da parte degli sviluppatori. Una mappa più contenuta nelle dimensioni, difatti, avrebbe indubbiamente giovato ai due titoli, permettendo una maggiore cura dei dettagli e una concentrazione più sensata degli elementi sparpagliati nelle varie planimetrie.
Non è che io non abbia apprezzato l'impegno perpetrato da Game Freak nel cercare di offrire, finalmente, un Open World ai fan di Pokémon ma semplicemente si percepisce, per tutta Paldea, la loro mancanza di maturità con questo genere. Escludendo il tanto chiacchierato comparto , di cui vi parlerò più tardi, quello che non funziona è proprio il World Building che, a differenza dei buoni, seppur timidi, esperimenti fatti con Leggende: Arceus, qua sembra fare un paio di passi indietro abbastanza difficili da digerire.
Oltre alla penuria di interni esplorabili (anche nei centri abitati), e l'assenza di dialoghi che vadano oltre a una linea di testo con i vari NPC, in Pokémon Scarlatto e Violetto nulla di quello che succede all'interno del mondo di gioco... modifica il mondo di gioco stesso. Mi spiego meglio, che ci sia una minaccia, o un evento di dimensioni piuttosto ingombranti, che affligge un'area di Paldea, nessun Pokémon, o NPC, sembrerà afflitto dalla situazione. In numerose occasioni mi sono ritrovato a lanciare una Pokéball per scontrarmi con un Pokémon specifico all'interno di un branco... e tutti gli altri sono rimasti li, fermi, a fare da spettatori.
Voi ora mi vorreste zittire dicendomi che in Pokémon tutte queste cose non ci sono mai state... e invece vi rispondo che in Leggende: Arceus (che la stessa Game Freak dichiarò essere un'esperimento per gettare delle nuove fondamenta per la serie regolare) erano presenti missioni secondarie e un mondo di gioco che, seppur spoglio, mostrava i vari personaggi che lo abitavano, intenti a dialogare in merito agli accadimenti più recenti della regione.
In Pokémon Scarlatto e Violetto, invece, semplicemente non ci sono missioni secondarie, o meglio ci sono alcune attività opzionali che si risolvono in una manciata di minuti e per le quali non è nemmeno necessario realizzare un registro delle attività. Un passo indietro davvero importante se si considera le ottime fondamenta gettate con Leggende: Arceus.
E andando a esplorare ancora di più la realizzazione di questo Open World, si scopre che alla Game Freak potevano tranquillamente optare per una coppia di giochi ripartiti in mappe ampie invece di lanciarsi in un'impresa del genere. La progressione, per quanto venga sbandierato ai quattro venti che è totalmente libera, rimane ancorata a quei binari invisibili chiamati "livello degli avversari". La difficoltà non scala in base al livello attuale del nostro allenatore, così come le varie minacce presenti a Paldea avranno sempre un livello fisso e ben definito, il quale, volente o nolente, limita la reale possibilità di fare quello che si vuole al cento per cento.
Anche qui i fedelissimi potrebbero zittirmi dicendomi che "è sempre stato così"... è vero ma i capitoli precedenti non hanno mai voluto essere "degli Open World dove decidi tu come affrontare l'esperienza nella sua totalità".
Pokémon Scarlatto e Violetto su Nintendo Switch
Se vi state chiedendo perché abbia deciso di parlarvi subito del comparto tecnico di Pokémon Scarlatto e Violetto, state tranquilli, ve lo spiegherò nell'ultimo paragrafo di questa lunga analisi. Al momento quello che vi serve sapere è che, a meno che non ci stiate già giocando da giorni e lo abbiate già constatato di persona, i due nuovi titoli di Game Freak sono ampiamente al di sotto di ogni aspettativa, rivelandosi perfino inferiori a quanto tecnicamente svolto con il precedente Leggende: Arceus.
Texture a bassissima risoluzione per tutte le superfici degli ambienti di gioco (che siano pianure erbose, spiaggie sabbiose o strade ciottolate); pop-in costanti di qualsiasi tipologia di elemento interattivo, o meno, nelle aree aperte (Pokémon che appaiono a pochi centimetri, fili d'erba che spariscono davanti ai nostri occhi, ecc. ecc.); illuminazione di bassa qualità e del tutto instabile, la quale genera costanti apparizioni, e conseguenti sparizioni, delle ombre su praticamente ogni scenario.
Il frame rate dovrebbe attestarsi a 30 fps ma sono più le volte che è vittima di cali e stuttering, che quelle in cui riesce a rimanere solido per più di cinque minuti. Il frame rate degli elementi lontani è volutamente dimezzato per non consumare eccessive risorse (esattamente come in Leggende: Arceus e nella Splatville del recente Splatoon 3), con la piccola differenza che la distanza di questi elementi, a volte, è di pochi centimetri o, addirittura, comprende personaggi secondari presenti all'interno di alcune cutscene.
Appena si decide di giocare online con qualche amico, per condividere in cooperativa l'avventura, si attiva una Roulette Russa di Glitch di ogni tipologia. Personaggi che diventano giganti, deformazioni dei modelli 3D, facce che scompaiono e tutta una serie di mostruosità che stanno rapidamente diventando virali sul web.
Anche le aree urbane mostrano parecchie insufficienze sul versante tecnico con un aliasing marcato, texture che si ripetono in maniera evidente (con annessi giunti visibili e non omogenei) e dettagli degli edifici a bassissima risoluzione. Terminano il panorama tutta una serie di compenetrazioni che generano situazioni al limite dell'ilare, con Pokémon che affondano nel suolo durante le lotte, NPC che vengono assorbiti dagli elementi architettonici o Poké Ball che iniziano a smaterializzarsi, generando un ammasso informe di texture, a contatto con i liquidi.
Tutto questo, però, pur apparendo come uno scenario decisamente catastrofico, non si rivela mai invalidante. Al netto delle terribili performance, in termini di frame rate, di Pokémon Scarlatto e Violetto, grazie alla Day one Patch tutte queste imperfezioni tecniche non si rivelano mai così impattanti al punto da rendere ingiocabile l'avventura o da necessitare un riavvio del software. Considerate che prima della patch si accusavano soventi crash del gioco che ora, sembrano, essere spariti dalla circolazione. Si tratta indubbiamente del lavoro peggiore mai realizzato da Game Freak, in grado di "far rimpiangere" quanto realizzato dalla software house con i precedenti Spada e Scudo e con, il tanto chiacchierato, Leggende: Arceus.
Non è, però, tutto orrido quello che viene offerto dal comparto tecnico di Pokémon Scarlatto e Violetto. I nuovi modelli dei Pokémon sono realizzati in maniera convincente, animati decisamente meglio che in passato, costantemente intenti a interagire con le aree in cui risiedono e adornati da una serie di dettagli che, per assurdo, stridono acremente con la pochezza delle ambientazioni in cui si muovono.
Allo stesso modo, si intravede una serie di attenzioni ai dettagli nelle animazioni del protagonista, con espressioni facciali che cambiano in base a cosa succede durante le fasi esplorative e tutta una serie di piccoli accorgimenti che, una volta notati, rendono ancora più inconcepibile come gli sviluppatori abbiano speso così tante energie nei modelli poligonali e così poche nella realizzazione del mondo di gioco.
Ottima anche la rinnovata interfaccia di gioco, snellita dagli orpelli inutili e resa più rapida nella sua consultazione. Peculiare, infine, il fatto che Pokémon Scarlatto e Violetto si comportino meglio in mobilità, mostrandosi più solidi nelle performance e offrendo un colpo d'occhio migliore, grazie al piccolo schermo su cui vengono riprodotti.
Una narrazione atipica
Non ha senso che io entri eccessivamente nel dettaglio in merito al comparto narrativo di Pokémon Scarlatto e Violetto ma penso sia importante spiegarvi come Game Freak abbia voluto provare a cambiare le carte in tavola in merito a come venga narrata la storia dei nuovi capitoli principali della serie. Non pensiate che ci siano stati stravolgimenti incredibili, il vostro allenatore comincerà sempre il viaggio da camera sua, con sua madre che lo incoraggerà a lasciare il nido, nei primi momenti di gioco verrà messo di fronte alla scelta del suo starter (come sempre di tipo fuoco, acqua o erba) e praticamente ogni personaggio principale si prodigherà nello spiegargli ogni cosa attraverso decine e decine di linee di testo. Ciò che però mi è piaciuto, seppur non completamente, è stata la volontà di Game Freak di provare a distaccarsi da alcuni clichè, cercando di gestire più filoni narrativi, tutti con la stessa valenza all'interno della storia.
Tutto ruota attorno all'accademia di Mesapoli (Arancia per Scarlatto e Uva per Violetto), dove il nostro allenatore comincerà il suo percorso di studi dopo un prologo leggermente più lungo rispetto al passato. Passando per questa rinomata scuola, di chiara ispirazione Hogwartiana, si apriranno tre percorsi narrativi principali: sfidare i canonici otto capi-palestra per poter avere accesso alla sfida finale e diventare, così, campioni di Paldea; provare a fermare i piani del Team Star, il quale rappresenta il classico gruppo di criminali da quattro soldi presenti in ogni capitolo del franchise; percorrere il Sentiero Leggendario, affrontando i temibili Pokémon Dominanti che minacciano la regione.
Laddove il canonico percorso attraverso le otto palestre non presenta particolari virate verso gli standard narrativi a cui ci ha abituato la serie, le altre due macro-storie presenti in Pokémon Scarlatto e Violetto si sono rivelate decisamente piacevoli, con alcuni picchi narrativi decisamente atipici per la serie e alcuni colpi di scena che, seppur telefonati ampiamente, si sono rivelati ben studiati e messi in scena in maniera convincente.
Sia chiaro, non si tratta di chissà che spessore narrativo ma ho apprezzato che la scrittura di Pokémon Scarlatto e Violetto si sia cimentata nell'affrontare tematiche adolescenziali più mature con l'incedere degli eventi, fallendo solo in quei momenti in cui poteva tranquillamente "spingersi un pochino oltre", abbandonando quella comfort zone votata all'eccessiva positività che in più riprese sembra non riuscire ad amalgamarsi con gli accadimenti narrati nel gioco.
Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi, capi-palestra e Team Star inclusi, i quali finalmente sembrano essere riusciti a uscire da quella bolla da "caricature di sé stessi", diventando personaggi dipinti attraverso scale di grigi molto più convincenti che in passato.
Il vero punto debole della narrazione di Pokémon Scarlatto e Violetto non è da ritrovarsi assolutamente nella loro scrittura, quanto più nella terribile gestione del mondo di gioco in cui si svolgono i fatti, capace cone le sue ingenuità di cancellare l'immersività del giocatore... e questo è un gran peccato.
Un gameplay splendente come un Swarovsky
Come uno chef d'altri tempi, ho voluto tenere la portata migliore per il finale della cena. Mi sarebbe dispiaciuto chiudere, come da prassi, quest'analisi parlandovi del disastroso comparto tecnico che accompagna Pokémon Scarlatto e Violetto, quindi ho pensato di lasciarvi parlando di qualcosa di bello: il gameplay di questi nuovi capitoli del franchise. Cominciamo dalla novità di questa generazione, ovvero la tanto discussa Terracristalizzazione. Dopo Mega-Evoluzioni, Dynamax e tutte le altre diavolerie che Game Freak ha partorito nel corso dell'ultimo decennio, la Teracristalizzazione è sicuramente la più bilanciata.
Innanzitutto la Teracristallizazione è pensata per cambiare teratipo ai Pokémon, trasformandoli esteticamente in delle discutibili varianti Made in Swarovsky le quali possono ribaltare strategicamente gli esiti di una battaglia. Innanzitutto la possibilità di cambiare teratipo è limitata, e per poterla riusare ci si deve recare fisicamente in un Centro Pokémon per ricaricare la peculiare Poké Ball che ne permette l'utilizzo. Oltre a questo exploit pensato per evitare di abusarne in ogni scontro, le alterazioni che genera nella creatura scelta non sono votate all'estrema potenza, quanto più a permettere differenti approcci durante la battaglia.
Per quanto sia indubbio che un attacco Teracristallizzato sia più potente, e quindi faccia più danno sfruttando le debolezze dei vari teratipi, è anche vero che la Teracristallizazione permette rapidamente di cambiare teratipo, evitando di soccombere durante uno scontro dove ci si ritrova sprovvisti di un teratipo adatto ad affrontare l'avversario.
In giorni e giorni spesi assieme a Pokémon Scarlatto e Violetto, non mi sono mai ritrovato ad abusarne come fato in passato con la Dynamax, quanto più a sfruttare questa nuova abilità nei momenti in cui sapevo che poteva realmente diventare un Game Changer. Vi potrà sembrare poco ma se pensate in ottica competitiva, è indubbiamente ottimo avere finalmente una gimmick ben bilanciata.
Gia che vi sto parlando di competitivo, mai come con Pokémon Scarlatto e Violetto, creare un team competitivo si rivela semplice e poco frustrante. Innanzitutto è stato rimosso definitivamente il Pokerus (il virus comparso per la prima volta con la seconda generazione di creature); tipi di menta e tappi ora sono acquistabili per pochi spiccioli per poter permettere a chiunque di modificare nature e valori dei vari Pokémon; la gestione delle uova è stata spostata dalle pensioni per Pokémon, del tutto sparite in questi due capitoli, all'interno delle aree per Picnic dove si potrà nutrire i propri Pokémon con numerose tipologie di Panini atti a garantire una serie di bonus che spaziano, appunto, dalla generazione di uova, all'acquisizione di bonus temporanei, fino alla possibilità di aumentare le possibilità di ottenimento di uno Shiny.
Per quanto riguarda, invece, catture e lotte fra Pokémon, ho poco apprezzato la rimozione del sistema di caccia e cattura introdotto con Leggende: Arceus. Sia chiaro, avevamo percepito tutti che era un sistema assuefacente ma allo stesso tempo capace di ridurre drasticamente gli scontri fra le creature, però averlo rimosso a favore di un ibrido che si limita a far lanciare la Poké Ball in direzione dei Pokémon selvatici per far cominciare i canonici scontri... bé, mi è sembrata una soluzione di comodo realizzata per non rischiare di sperimentare.
Sarebbe bastata la possibilità di scegliere se tentare la cattura diretta con le Poké Ball in possesso dell'allenatore o se scontrarsi, canonicamente, con i Pokémon selvaggi per non buttare alle ortiche quanto di buono proposto con i precedente Leggende: Arceus ma tant'è. Resta comunque indubbio che il sistema proposto in Pokémon Scarlatto e Violetto funziona e diverte alla stessa maniera sia nelle prime fasi di gioco che dopo decine di ore spese a giocare.
Fra le altre novità introdotte per snellire l'impianto di gioco, ho apprezzato particolarmente la possibilità (finalmente oserei dire in totale soggettività) di non essere più costretti a scontrarsi con ogni allenatore si pari di fronte al nostro cammino, lasciando la possibilità di scegliere e introducendo un sistema di ricompense che va a premiare chiunque opterà per scontrarsi con ogni marmocchio, netturbino, corriere o pescatore si stagli di fronte a lui.
Molto intelligente, inoltre, la possibilità di "mandare alla pugna" il primo Pokémon della nostra squadra, permettendogli di scontrarsi autonomamente con i Pokémon selvaggi presenti nelle varie aree di gioco e ritornando nella sua Poké Ball per conto suo una volta terminata la battaglia, portandosi con se i vari materiali utili alla creazione delle MT. un sistema che espande quanto visto in Leggende: Arceus e che permette ai Pokémon non solamente di raccogliere risorse al posto dell'allenatore ma anche di farmare esperienza e materiali in semi-autonomia.
Sembrano tutte novità, apparentemente, di poco conto ma non avete idea di quanto facciano bene all'impianto ludico di Pokémon Scarlatto e Violetto. Sono proprio tutte queste piccole implementazioni, infatti, che restituiscono quella necessità viscerale di collezionarli tutti e riescono a far passare sopra alle decine di problematiche tecniche, tenendo il giocatore incollato allo schermo come in preda a una costante dipendenza.
Voto Recensione di Pokémon Scarlatto e Violetto - Nintendo Switch
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Gameplay migliorato sotto molteplici aspetti.
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Level Design ben confezionato
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I nuovi modelli poligonali dei Pokémon sono ben realizzati.
-
Narrazione meglio scritta che in passato.
Contro
-
Tecnicamente insufficiente
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World Building ricolmo di inesperienza
-
Open World spoglio e troppo vasto per quello che realmente offre
Commento
Pokémon Scarlatto e Violetto saranno, indubbiamente, i titoli della serie più chiacchierati, e divisivi, per parecchi anni a questa parte. Lo scempio, in termini tecnici, realizzato da Game freak non può essere ignorato e la storia dei "capitoli di transizione" non riesce più a ergersi come solido baluardo di difesa verso gli sviluppatori. Il vero problema, però, è che al netto di tutte le magagne tecniche che, forse, in futuro verranno sistemate con costanti patch correttive, il gameplay funziona, diverte e si rivela assuefacente anche più che in passato. Ed è proprio questo l'aspetto che fa più male a un fan del franchise, constatare che Game Freak persiste nel fallire sul focalizzarsi a migliorare la sua creatura poco per volta, invece che mettere, costantemente, troppa carne al fuoco. Avrei preferito un totale fallimento a questo, perché vi assicuro che ritrovarsi a voler assiduamente giocare un titolo che tecnicamente cerca in tutti i modi di allontanarti ti fa comprendere quanto poco sforzo possano fare compagnie come Game Freak nel realizzare prodotti che tanto sanno già che tutti ameranno a prescindere. Solo che questa volta il mio amore per i Pokémon sono riusciti a farlo leggermente sopire.