Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente | Recensione
Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente sono finalmente arrivati, offrendo un remake di stampo conservatore che punta tutto sul fattore nostalgia.
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a cura di Andrea Maiellano
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Fin dall’annuncio di Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente, remake dei due capitoli ambientati nella regione di Sinnoh, pubblico e critica mossero parecchi dubbi in merito a questa nuova coppia di capitoli della serie. I motivi, però, non erano da ritrovarsi solamente nel peculiare comparto artistico, che con il suo stile chibi cerca di riprendere le atmosfere offerte dai capitoli per console portatile di Nintendo, quanto più da tutta una serie di scelte fatte da Game Freak.
Innanzitutto, seppur con nessuna ragion d’essere, bene o male tutti credevano che The Pokémon Company avrebbe intrapreso una strada diversa, strutturata sull’intercalare due capitoli inediti a due remake in salsa “Let’s Go!”. Una volta appurato che questa formula non era nelle mire di Game Freak, ci si è domandati, a più riprese, sul perchè scegliere proprio Diamante e Perla per un’operazione di questo tipo.
Alla fine era chiaro che non si potesse proporre un’ulteriore variante di Rosso e Verde, Oro e Argento o Zaffiro e Omega ma se si volesse andare a cercare due capitoli, non eccessivamente recenti, che hanno presentato cambiamenti importanti, comparti narrativi leggermente diversificati dai soliti canoni o tematiche maggiormente mature, la scelta ricadrebbe su Bianco e Nero, non di certo sui due episodi che, al netto della fan base cresciuta con ogni generazione di Pokémon che si è susseguita negli anni, mostravano nelle loro versioni originali una serie di problematiche, e di comode scelte, che non li fecero brillare alla stessa maniera di altre iterazioni più celebri.
Infine c’era l’inedita decisione di far sviluppare Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente a ILCA, un team esterno. Una scelta che, fin dal suo annuncio, non tranquillizzò i fan sul risultato finale di questa “operazione nostalgia”, specialmente in virtù del fatto che si tratta di un caso unico nella storia del brand, in quanto tutti i capitoli principali, e i remake di questi ultimi, sono sempre stati curati direttamente da Game Freak.
Al netto di tutt questi dubbi, però, Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente non si sono rivelati un disastro, quanto più un unicum per la serie pensato per i fan di vecchia data, per i nostalgici e per chiunque voglia sperimentare cosa volesse dire giocare a Pokémon nella prima decade degli anni duemila.
Bentornati a Sinnoh.
C’è poco da fare, Pokémon Spada e Scudo, pur con tutti i loro difetti, sono riusciti nell’arduo compito di svecchiare una scrittura che da troppi anni si mostrava priva di mordente o di qualsivoglia spunto realmente interessante, a parte qualche sporadico exploit all’interno dei capitoli più celebri.
Ovviamente non parliamo di uno stravolgimento del canovaccio tanto amato da Game Freak ma indubbiamente la narrazione dei due capitoli usciti nel 2019, riusciva a risultare godibile fino alle sue battute finali, mescolando un minimo quegli eventi che, per troppi anni, si ripetevano pedissequamente a ogni nuovo episodio della serie.
In questo specifico aspetto, Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente, non riescono proprio a risplendere in quanto non solo la scrittura ripropone un canovaccio che già nel 2006 risultava poco stimolante ma si tratta anche di due dei capitoli con i personaggi meno convincenti in assoluto.
Per quanto oramai siamo stati abituati all’incipit dell’avatar che, in età pre adolescenziale, abbandona il nido per girare il mondo coronando il suo sogno di diventare un allenatore di Pokémon, se questo canovaccio non viene sorretto da una serie di personaggi e situazioni interessanti, l’intero comparto narrativo risulta eccessivamente banale e semplicistico.
E nel caso di Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente, il Team Galassia, l’onnipresente rivale, i capi palestra e gli avvenimenti collaterali risultano caratterizzati in maniera troppo pigra per riuscire a rimanere impressi come con altri capitoli della serie.
Se, però, da dei remake non possiamo pretendere dei grandi stravolgimenti di trama (anche se Final Fantasy VII Remake è li pronto a dimostrarci il contrario), quello che ci siamo domandati a più riprese è cosa abbia spinto Game Freak a scegliere proprio questi due capitoli, specialmente perché Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente non vanno ad aggiungere nulla al comparto narrativo, rifuggendo da quanto di buono fatto con le rivisitazioni di Oro e Argento, o Rubino e Zaffiro, per proporre un’esperienza molto più conservativa e che si limita solamente a migliorare la “quality of life” dell’esperienza originale.
Vogliamo essere chiari su questo aspetto. Quando si entra nel delicato ambiente dei Remake, non esiste un termine di paragone. Certo si è liberi di preferire un’esperienza pesantemente rivisitata come quella offerta da Oro e Argento, o estesa come in Rubino e Zaffiro, ma non si può definire quale sia la “formula perfetta” in quanto anche quelle iterazioni furono additate da quella parte di fan che preferiva un’esperienza maggiormente adiacente ai capitoli originali.
Come abbiamo già sostenuto a più riprese, quello che non ci convince di Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente non risiede nella mancanza di stravolgimenti importanti o di rivisitazioni ambiziose, quanto più la scelta dei capitoli alla base del progetto.
Ritorno al futuro
Proprio in virtù di quanto detto finora, le migliorie alla “quality of life” presenti in Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente, li rendono molto più godibili rispetto ai capitoli originali. Molte di queste implementazioni si limitano all’inserire quelle meccaniche di gioco oramai divenute degli standard per la serie (come ad esempio il guadagno dell’esperienza ripartito per tutti i Pokémon in squadra), mentre altre novità vanno realisticamente a modificare l’esperienza originale, senza snaturare le atmosfere retrò che contraddistinguono questi due remake.
In Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente la novità più importante è sicuramente rappresentata dai “Rifugi di Pokémon”. Questi biomi si trovano nei Grandi Sotterranei, la versione espansa del sottosuolo che imparammo a conoscere nel 2006, è offrono la possibilità di catturare Pokémon dello stesso elemento dell’ambiente in cui ci ritroveremo.
Alcune creature saranno disponibili solamente all’interno dei Rifugi di Pokémon e, per quanto le dinamiche all’interno di queste nuove aree possano rivelarsi presto ridondanti, si mostrano come un ottimo sistema per aumentare la longevità di Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente e garantire il completamento del Pokédex con la giusta dedizione, specialmente considerando che al momento i servizi offerti da Pokémon Home non sono compatibili con i remake.
Un altro grosso cambiamento lo si riscontra nelle gare di bellezza, o Gare Pokémon se preferite, dove potremo far concorrere le nostre creature in delle esibizioni basate alcune caratteristiche specifiche, come bellezza, grinta o acume. I Pokémon verranno valutati in base al loro aspetto e a come condurranno l’esibizione di ballo.
A differenza del 2006, il tedioso saggio di recitazione cede il posto al basilare Rythm Game composto da mosse piazzate al momento giusto e pressione dei tasti a ritmo di musica. In Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente, inoltre, potremmo applicare degli adesivi alla Poké Ball contenente il nostro concorrente, adornando con un effetto univoco la sua uscita dall’iconica sfera.
Gli adesivi prendono il ruolo di seconda grossa tipologia di collezionabili all’interno di Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente, in quanto possono essere ottenuti nei modi più disparati all’interno del mondo di gioco, spingendo i collezionisti a interagire con tutti i personaggi che popolano Sinnoh, alla ricerca di nuovi adesivi. Gli effetti che doneranno ai Pokémon, infine, non saranno confinati solo alle gare di bellezza ma verranno applicati alle nostre creature anche durante l’avventura nella regione di Sinnoh.
Per quanto abbiamo apprezzato lo snellimento generale delle gare attuato in Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente, la semplificazione eccessiva delle meccaniche di gioco non riesce a renderle appaganti, trasformandole in eventi indubbiamente meno tediosi ma decisamente meno impegnativi, rischiando di farli venire a noia molto in fretta a chi già non li apprezzò nel 2006.
Per quanto riguarda il PokéKron, l’ antenato in salsa Pokémon degli attuali smartwatch, permette ora di snellire tutto il funzionamento originale delle MN. Evitando di confinare uno dei nostri Pokémon a mezzo di trasporto, obbligandoci a costanti modifiche della nostra squadra, basterà scegliere la MN di cui avremo bisogno dal pratico orologio, per richiamare un Pokémon selvatico che, ad esempio, ci permetta di sfruttare Volo per spostarci da un’area all’altra.
Il tutto è molto simile a quanto visto in passato sugli ultimi capitoli usciti per Nintendo 3DS ma abbiamo apprezzato quest’implementazione atta a snellire una delle farraginosità presenti nei giochi originali. Meno interessante, invece, l'aver confinato il PokéKron in un angolo dello schermo.
Capiamo che fosse impossibile restituire lo stesso feeling offerto dal secondo schermo presente sul Nintendo DS ma avremmo preferito una scelta leggermente più elegante. Un’altra grossa aggiunta presente in Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente risiede nella presenza di un End-Game che, seppur non ricchissimo di contenuti, mette a disposizione un ventaglio di Pokémon Leggendari aggiuntivi, non presenti nei capitoli originali.
Non siamo indubbiamente davanti a una meccanica rivoluzionaria, o a una dinamica che Game Freak non avesse già proposto in altri remake, ma abbiamo apprezzato la capacità del Parco di Rosa Rugosa, di farci girovagare, ulteriormente, per Sinnoh al termine della nostra avventura.
Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente nuovamente in tasca.
Non ve lo nascondiamo, abbiamo giocato pochissimo a Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente con la nostra Nintendo Switch modello OLED collegata alla TV. Lo stile grafico così dannatamente retrò, confezionato dal team ILCA, ci ha smosso così tanti ricordi che abbiamo speso quasi tutto il nostro tempo sfruttando la console in modalità portatile.
Lo schermo di Nintendo Switch modello OLED continua a confermarsi una garanzia in mobilità e il comparto tecnico contenuto di Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente, ci ha permesso di avere le stesse performance in entrambe le modalità di gioco. Proprio in merito alla scelta in merito al comparto artistico di Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente, abbiamo trovato azzeccata, e per certi veri adorabile, la decisione presa da ILCA.
La cura dei dettagli è indubbiamente alta, la scelta di mantenere uno stile chibi per gli spostamenti all’interno di Sinnoh riporta alla mente le versioni originali dei giochi e per quanto riguarda gli scontri fra Pokémon, la scelta di usare delle proporzioni maggiormente realistiche funziona e restituisce il giusto feel da produzione odierna, anche se c’è ancora molto lavoro da fare per quanto riguarda le animazioni delle varie creature durante le battaglie.
Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente sono ovviamente localizzati in italiano e abbiamo apprezzato l’accortezza con la quale sono state riprese alcune linee di dialogo originali per far felici quei fan cresciuti a Sinnoh.
Voto Recensione di Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente - Nintendo Switch
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Le modifiche alla "quality of life", per quanto minime, sono ben implementate.
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- I Rifugi di Pokémon sono una gradita novità.
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- L'endgame, nella sua semplicità, riesce a trattenere i giocatori a Sinnoh
Contro
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- Le debolezze intrinseche del passato permangono anche in questi remake.
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- Le Gare Pokémon risultano troppo semplificate e ridondanti.
Commento
Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente sono dei remake pensati per mantenere un'esperienza analoga a quella originale, andando a modificare solamente tutti quegli aspetti che, nel 2021, risulterebbero anacronistici e poco "al passo coi tempi". Indubbiamente, come nel 2006, spaccheranno in due l'opinione del pubblico fra chi avrebbe voluto un lavoro in linea con i remake precedentemente partoriti da Game Freak e chi apprezzerà la volontà del team ILCA nel preservare le atmosfere retrò degli originali. Indubbiamente, però, al netto di tutte le migliorie apportate dagli sviluppatori, Pokémon Perla Splendente e Diamante Lucente mostrano il fianco sugli stessi aspetti che non li fecero risplendere nel lontano 2006, continuando a farci domandare come mai siano stati scelti proprio questi capitoli rispetto ad altri episodi maggiormente riusciti. Rimangono comunque due produzioni tutto sommato ben confezionate che possiamo, indubbiamente, consigliare chi ama ogni produzione targata Pokémon, per chi non ha mai avuto modo di provare un gioco della serie nella prima decade degli anni 2000 o per chi volesse, semplicemente, staccarsi per qualche ora da Spada e Scudo. Se, però, non fate parte di una di queste tre categorie, forse sarebbe meglio spostare la vostra attenzione sui capitoli usciti nel 2019.