Subito dopo aver comunicato guadagni inferiori rispetto allo scorso anno fiscale per il brand PlayStation, Sony ha ricevuto un forte contraccolpo in borsa. Come riportato da Bloomberg, infatti, il titolo in borsa ha perso ben il 7%: un crollo che potrebbe essere spiegato da diversi fattori, tutti decisamente realistici e che avrebbero influito sull'andamento non solo del titolo, ma proprio del periodo che il colosso nipponico sta vivendo.
Secondo l'opinione dell'analista Amir Anvarzadeh, uno dei motivi dietro il calo delle vendite potrebbe essere derivato dal lancio del nuovo PS Plus. Il servizio di PlayStation mette a disposizione degli abbonati un discreto numero di giochi più vecchi, che potrebbero minare le vendite dei titoli nuovi. "Penso che sia fondamentale capire quanto il nuovo servizio minerà le vendite dei software più recenti", le parole dell'analista di Asymmetric Advisor. Una sensazione che ovviamente ha portato a un leggero clima di sfiducia da parte degli azionisti.
Non solo i nuovi servizi. Il calo dei profitti è dovuto anche ad alcuni investimenti. Fare videogiochi è sempre più costoso, così come stanno diventando sempre più costose le acquisizioni. Per Anvarzadeh, infatti, il calo riguarda proprio questi settori, considerati ancora chiave per Sony. Senza software e senza acquisizioni non si può crescere, ma ci vuole davvero tempo prima di recuperare tutti i soldi investiti, specialmente in un periodo in cui la console di nuova generazione non è ancora disponibile regolarmente.
Altri fattori riguardano ovviamente il clima geopolitico. Il COVID sta tornando a essere un problema in grado di fermare intere città in Cina, base dove vengono prodotte le console e tutti i device tecnologici che si utilizzano quotidianamente, e l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia aggiunge ovviamente incertezza all'intera situazione. Un periodo sicuramente non facile, che non può essere risolto da Sony stessa ma necessità di uno sforzo di cooperazione globale da parte di tutti.