Esiste un titolo, nella vita di ogni videogiocatore, che è capace di rapirlo a tal punto da estraniarlo dal mondo esterno; a volte, blocca semplicemente i rumori esterni come, ad esempio, le grida moleste di nostra madre, tuttavia, può succedere di perdere completamente il “senso dell’orientamento” così ci scordiamo dove ci troviamo realmente oppure, come è capitato al sottoscritto, perdiamo il senso del tempo…
La cosa strana? Mi è capitato solo due volte.
La prima accadde con “The Last Of Us”; era il 2013, avevo diciotto anni ed erano appena cominciate le vacanze estive.Come al solito, iniziai la mia sessione di gioco verso le 14:00 - mi ero svegliato estremamente tardi quel giorno - e, dopo quella che nella mia testa era sembrata un’ora, massimo un’ora e mezza, sentii la porta di ingresso aprirsi; «Che strano, - pensai - mia madre dovrebbe fare il pomeriggio questa settimana!» Così mi affacciai subito sul parapetto delle scale guardando l’ingresso per capire che cosa fosse successo e vidi la mia mamma entrare dalla porta stanca per la pesante giornata di lavoro.
«Cosa ci fai già a casa?» - vi giuro, per il mio orologio biologico erano le 15:00, massimo 15:30 - «Come cosa ci faccio qui? Sono le 18:30!»
Quella giornata fu parecchio strana, non tanto per il fatto in sé, ma perché mi resi conto che una cosa del genere non mi era mai capitata con nessun altro titolo, nemmeno con grandi open world o con JRPG dove la componente grinding è fondamentale.Fu, quindi, merito del gioco? Ritengo “The Last Of Us” uno dei migliori titoli usciti per PlayStation 3, ma non credo sia questa la causa di ciò che successe quel giorno in quanto, nel corso degli anni, ho giocato molti altri videogames che ho apprezzato tanto quanto il titolo targato Naughty Dog se non addirittura di più, però un fenomeno simile non mi è più accaduto fino all’anno scorso.
Durante l’estate 2021, in piena pandemia COVID, mi tornò un certo “prurito alle mani” per un titolo che non ero mai riuscito ad apprezzare pienamente: Final Fantasy XIV. Lo giocai per la prima volta su PlayStation 3 attratto dall’amore che provo per il franchise, ma lo mollai dopo circa una settimana; non avevo, infatti, mai approcciato un MMO e la moltitudine di meccaniche offerte al giocatore mi avevano destabilizzato non poco ma, vista l’improvvisa quantità di tempo libero senza possibilità di uscire di casa, decisi di dargli un’altra possibilità.Il primo mese, giocai da solo completando la storia base; una volta cominciata la prima espansione, Heavensward, decisi di unirmi a una gilda che nel gioco viene chiamate FC, acronimo di Free Company. Da quel momento in poi, un po’ per la compagnia e un po’ per il gioco in sé, le giornate si susseguirono una dopo l’altra in un batter di ciglia.
Ancora oggi, ricordo perfettamente la sera in cui entrai in gioco, verso le 20:00, ed esattamente come un decennio prima, mi resi conto che l’orologio segnava già le 2:40 di mattina.
So già cosa state pensando, «Ti è capitato solamente due volte perché in quei periodi non avevi alcun tipo di impegno e potevi dedicarti completamente al gioco senza altri pensieri per la testa», ma non sono sicuro sia davvero quella la motivazione; ci sono stati altri momenti della mia vita in cui mi sono ritrovato in quell’esatta situazione, tuttavia, l’esperienza di non accorgermi delle ore che passano non è mai capitata. Forse, il gioco non era quello giusto oppure la mia mente non era davvero libera da ogni altro pensiero esterno al gioco o, ancora, la risposta sta nel mezzo: serve solo il titolo giusto nel momento giusto.
Questa situazione, che adoro definire "fenomeno", potrebbe quindi necessitare di un videogioco capace di toccare le giuste corde così da condurci, quasi sotto una sorta di ammaliamento, all'interno del suo mondo dove per alcune ore dedichiamo interamente noi stessi, estraniandoci dal resto.Comunque sia, credo che la mia esperienza dimostri quanto speciale sia questo medium; la creazione di un mondo virtuale capace di rapirci al suo interno per farci dimenticare i problemi e le difficoltà della vita, anche se solo per poche ore al giorno, ci aiuta a tirare avanti e, a volte, ci insegna a non arrenderci mai e ad affrontare i problemi reali a testa alta.
A voi è mai capitata una cosa del genere? Se sì, con che titolo?
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