Il mondo dei videogiochi è abituato alle sorprese, ma poche sono state così inaspettate e divisive come l’annuncio che Cristiano Ronaldo, una delle icone sportive più riconoscibili al mondo, avrebbe abbandonato i campi da calcio virtuali per entrare nelle arene di combattimento di Fatal Fury: City of the Wolves, nuovo titolo dell'iconica serie che sta per fare il suo ritorno sul mercato dopo ben 25 anni. Una collisione di mondi apparentemente inconciliabili: la celebrità globale dello sport che incontra la cultura di nicchia, ma appassionata, dei picchiaduro.
Viene, dunque, inevitabile domandarsi come ci sia finito il famosissimo calciatore dentro un videogioco picchiaduro. Noi ce lo siamo chiesto, e in questo articolo vi raccontiamo il motivo che va ben oltre al semplice "marketing" per una serie che aveva bisogno di suscitare l'interesse dei videogiocatori.
Come siamo arrivati qui
Per comprendere la portata di questa mossa, però, occorre fare un passo indietro e parlare di Fatal Fury. Sviluppata da SNK, la serie è stata una colonna portante del boom dei picchiaduro negli anni ’90, introducendo personaggi iconici come Terry Bogard e meccaniche innovative come il combattimento su due piani. Nonostante il suo status leggendario tra gli appassionati, la serie principale era rimasta dormiente per oltre due decenni, con l’ultimo capitolo, Garou: Mark of the Wolves, risalente al 1999.
In questo contesto, Fatal Fury: City of the Wolves (in uscita il 24 aprile 2025) rappresenta un ritorno attesissimo. Come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione, SNK è riuscita a sfornare un gioco moderno, con un nuovo stile artistico, un sistema di combattimento innovativo e controlli accessibili sia ai veterani che ai nuovi giocatori. Con queste premesse, l’annuncio aveva già generato fermento tra gli amanti dei picchiaduro, ma l'annuncio dell'inclusione di Cristiano Ronaldo ha trasformato l’entusiasmo in un vortice di polemiche, sollevando domande sulle motivazioni dietro questa scelta e sul futuro stesso della serie.
Non si è trattato di una semplice voce: il 27 marzo 2025, SNK ha confermato ufficialmente che Cristiano Ronaldo sarebbe stato un personaggio giocabile nel roster base del gioco. Non una skin temporanea, ma un combattente completo, integrato fin dal lancio.
Il design del personaggio riprende le fattezze del famosissimo calciatore portoghese, adattandole allo stile fumettistico del gioco. CR7 indossa un completo rosso e verde che richiama la divisa del Portogallo, completa di fascia da capitano. Il suo stile di combattimento, definito "Football + Martial Arts", attinge pesantemente dal mondo del calcio: Ronaldo può scagliare palloni infuocati, eseguire calci potenti, scivolate e persino incorporare la sua celebre esultanza "Siuuu!" tra le mosse speciali.
Il calciatore ha prestato solo la sua immagine, non la sua voce: il doppiaggio è stato affidato a professionisti in inglese e giapponese. Tra l'altro, un’intervista rilasciata da SNK, in cui Ronaldo ha fornito risposte generiche, ha alimentato l’impressione che non avesse familiarità con la serie.
Perché proprio Cristiano Ronaldo?
La domanda è inevitabile: perché inserire una star del calcio in un picchiaduro di nicchia? Le ragioni sono molteplici e vanno ben oltre il semplice marketing, anche se giunti a questo punto dobbiamo dividere la versione "ufficiale" fornita dal team di sviluppo e quella più verosimilmente reale.
La versione "ufficiale"
SNK ha motivato la scelta celebrando Ronaldo come "uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi", elencando i suoi innumerevoli trofei. L’obiettivo dichiarato è associare un nome globale a un franchise storico ma meno mainstream rispetto a colossi come Street Fighter o Tekken.
La manovra saudita
In realtà, c’è molto di più. SNK è controllata al 96% dalla MiSK Foundation, legata al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Dal 2023, Ronaldo gioca nell’Al-Nassr, club di proprietà del Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano dell’Arabia Saudita. Inoltre, Fatal Fury: City of the Wolves sarà uno dei titoli principali dell’Esports World Cup 2025, evento finanziato proprio dal governo saudita.
Il fenomeno rientra nella più ampia strategia di soft power saudita, che negli ultimi anni ha visto il Regno investire massicciamente in ambiti come gli eSports, le competizioni sportive e l'acquisto di asset videoludici. Un piano che trasforma il gaming da semplice settore dell'intrattenimento a strumento di proiezione geopolitica, dove ogni personaggio incluso in un roster od ogni torneo organizzato può diventare un tassello nella costruzione di un'immagine internazionale.
Questa situazione solleva inevitabilmente interrogativi cruciali sul futuro creativo dell'industria: quando gli sviluppatori devono rispondere a logiche di investitori sovrani, il rischio è che le scelte artistiche vengano subordinate a obiettivi estranei alla narrazione o al gameplay. Insomma, il caso di Ronaldo in Fatal Fury potrebbe rappresentare solo l'inizio di una nuova era, in cui i personaggi dei giochi verranno scelti non per coerenza narrativa o valore ludico, ma in base a rapporti di forza finanziari e accordi tra Stati e multinazionali dell'intrattenimento. Una trasformazione che potrebbe ridefinire le stesse fondamenta su cui si basa l'industria dei videogiochi, trasformando titoli cult in strumenti di diplomazia economica e proiezione di potenza.
Una cosa è certa: la partita è appena iniziata, e il fischio finale è ancora lontano.