PC contro console: parlarne non ha più senso

Oggi noi di Game Division vogliamo analizzare un dibattito che, forse, sta diventando un tema sempre più datato: la battaglia PC contro console.

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a cura di Michele Pintaudi

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PC contro console: una “lotta” che spesso e volentieri torna, quasi con ricorrenza, come tema capace di infiammare il web e i suoi utenti. Persone che dal canto loro, non mancano di presentare numerose argomentazioni a supporto di uno schieramento o dell’altro, con il risultato finale che in buona parte dei casi finisce per mancare completamente il punto principale della discussione. I continui annunci degli ultimi mesi riguardanti le console che saranno protagoniste della prossime generazione – PlayStation 5 e Xbox Series X – non hanno fatto che alimentare molte discussioni in tal senso, con chi gioca su console contrapposto in maniera talvolta eccessivamente radicata rispetto a chi predilige il gaming su PC.

Negli ultimi anni, complice uno sviluppo sempre più accentuato di internet e di piattaforme come i social media, il videogioco è divenuto un argomento di discussione sempre più gettonato nei vari salotti della rete. Di conseguenza si sono create diverse community interne a quella dei videogiocatori, quasi come delle subculture, che in troppi frangenti hanno però portato a una sorta di inasprimento tra le parti: il confronto PC contro console, insomma, è divenuto una vera e propria guerra senza più una vera ragione di esistere. Quello che vogliamo fare oggi è provare a contestualizzare il tutto, analizzando le argomentazioni da una parte e dall’altra per comprendere se oggi, effettivamente, ha ancora senso parlare di PC contro console.

PC contro console: corsi e ricorsi storici

Pur potendo idealmente andare ancor più indietro nel tempo, inizieremo ad analizzare il tutto partendo dalla metà degli anni Ottanta: un periodo in cui, chiaramente, non si poteva già parlare di “battaglia” in relazione al tema PC contro console. Il mercato era infatti completamente diverso da come lo conosciamo oggi, così come lo era la cultura del videogioco in senso più generale: una cultura che si sarebbe affermata in maniera sempre più importante solo negli anni seguenti, con la crescita di un’industria che è ad oggi una delle importanti nell’economia mondiale.

Il 1985 vide l’approdo sul mercato occidentale di due dispositivi molto diversi ma, concettualmente, vicini da alcuni punti di vista. Da una parte troviamo una console casalinga come il Nintendo Entertainment System, un prodotto capace di sdoganare in maniera molto importante la concezione di videogioco nel mondo: i numeri parlano infatti di 62 milioni di unità vendute, qualcosa di davvero impressionante tenendo inoltre conto di quanto tutto ciò avveniva più di trent’anni fa. L’altra faccia della medaglia è qui rappresentata dal Commodore A1000, anche conosciuto con il nome in codice “Lorraine” o più comunemente come Amiga 1000. Primo di una lunga serie di prodotti man mano sempre più rifiniti, questo home computer appariva come un prodotto non pensato esclusivamente per il gaming ma che, tra le varie opzioni, andava a rappresentare un’ottima alternativa anche in tal senso.

Si poteva già parlare di PC contro console? Ancora no, in quanto il mercato non era ancora così segmentato come quello odierno. L’Amiga 1000, così come i suoi successori, era progettato per tutta una serie di funzioni che andavano oltre la riproduzione di videogiochi: dal canto suo, il NES rappresentava per tutta una serie di motivazioni la scelta migliore per approcciarsi al media videoludico, proponendo una serie di titoli che ancora oggi riescono a stuzzicare l’immaginario collettivo. Prodotti come Super Mario Bros, The Legend of Zelda e Final Fantasy ad esempio, che non erano in ogni caso disponibili per coloro che disponevano di un PC.

Va inoltre specificato un ulteriore punto: il costo estremamente spropositato di tali dispositivi, soprattutto se confrontato in proporzione con quello attuale, fece sì che gli utenti fossero praticamente costretti a decidere che prodotto prediligere. Coloro che optavano per la console di casa Nintendo, insomma, difficilmente avrebbero investito ulteriore denaro per acquistare un hardware altrettanto costoso come quello dell’Amiga 1000. In questo caso sì, si stava iniziando a delineare l’inizio di una “lotta” come PC contro console.

Con il passare degli anni il mercato cominciò ad arricchirsi di un quantitativo di prodotti sempre maggiore, i quali andavano a offrire esperienze analoghe ma gradualmente sempre più rifinite rispetto a quanto visto fino a pochi anni prima. Pensiamo ad esempio all’introduzione della prima scheda video in un Personal Computer: era il 1987, e l’IBM PS/2 fu il primo dispositivo ad esserne dotato. Al contempo il fronte console lanciava sul mercato prodotti diversi dal NES come il Sega Mega Drive nel 1988 e il primo esemplare di Game Boy, immesso sul mercato durante l’anno seguente. Tante piccole rivoluzioni, che andavano a differenziare e a segmentare sempre di più quelle che erano ormai due industrie diverse: quella del gaming su PC quella del gaming su console.

Quello della battaglia PC contro console divenne un tema sempre più ricorrente, avvalorato anche dalle ormai evidenti differenze tra le due tipologie di esperienza. In primis troviamo un riscontro a livello concettuale, dove appariva come i due dispositivi fossero pensati per giocare in tempi e modalità di tipo diverso. Alcune riviste dell’epoca, nella quale il videogioco stava iniziando molto lentamente a ritagliarsi un ruolo culturale di rilievo, si iniziò addirittura a ritenere le console come un passatempo più orientato ad un pubblico di bambini, mentre i computer venivano associati con più frequenza a ragazzi o perlopiù a giovani adulti. Una segmentazione che oggi, ripensandoci, non può che strappare un sorriso pensando a quanto le cose siano cambiate.

PC contro console: questione di… Giochi?

Come detto in precedenza, l’affermazione del videogioco nella pop culture globale fece sì il relativo mercato divenne un’entità sempre più importante a livello quantitativo e qualitativo. Gli anni Novanta, considerati da molti ancora oggi la vera epoca d’oro del gaming, portarono moltissime novità in tal senso. Sempre seguendo il topic “PC contro console”, vediamo infatti come furono diversi i cambiamenti in grado di scuotere l’industria.

Nel 1991 ad esempio arrivò sul mercato il Super Nintendo, seguito quattro anni dopo dalla prima PlayStation e, verso le fine del millennio, dal Sega Dreamcast. Sul fronte opposto, con tutta probabilità, le novità furono anche più esaltanti: dall’avvento delle schede di memoria nel 1992 – ad opera di Intel e Sharp – all’istituzione di uno standard comune per i DVD, passando per il lancio di nuovi sistemi operativi come Windows 95 e di dispositivi come l’iMac. A contorno di tutto troviamo inoltre la nascita del World Wide Web, del quale soltanto oggi stiamo iniziando (forse) a comprendere l’incredibile impatto a livello culturale.

È in questo scenario così ampio e sfaccettato che iniziò ad aumentare la necessità di differenziarsi rispetto alla concorrenza, anche in maniera più rilevante che in passato. PC contro console fu una battaglia anche a colpi di esclusive, con entrambi gli schieramenti in grado di offrire prodotti di qualità molto elevata, andando spesso a lasciare l’utente finale dubbioso sul modo in cui impiegare le proprie risorse. A margine di tutto va detto che i computer, pur rimanendo costosi, divennero col tempo sempre più presenti all’interno delle famiglie perlopiù occidentali: da oggetto quasi misterioso e per pochi, i PC erano ora diffusi in un quantitativo fino a quel momento impensabile.

Tornando ai giochi proposti, l’offerta proposta in quegli anni è composta da titoli i cui nomi evocano oggi un forte sentimento nostalgico, sia da una parte che dall’altra. Parlando di gaming su PC troviamo infatti alcuni prodotti che hanno segnato la storia del medium videoludico come Half-Life, Quake, Planetscape: Torment e le avventure grafiche LucasArts. Alcuni titoli poi, come ad esempio Doom, nascono su PC per poi diffondersi e raggiungere un successo sempre più importante anche su altre piattaforme. Per quel che riguarda le console, troviamo anche qui una serie di prodotti indimenticabili: Nintendo continuò a investire con enorme successo su proprietà intellettuali come Mario e Zelda, PlayStation offriva esclusive di rilievo come Metal Gear Solid, Gran Turismo e Tekken, mentre Sega lanciò sul mercato un capolavoro innovativo come Shenmue di Yu Suzuki.

Con la migrazione di diversi titoli da una parte all’altra, come nel già citato esempio di Doom, si andò a delineare uno scenario ancora differente: da un certo punto di vista PC contro console stava diventando un confronto tra generi, con il gaming su computer a offrire una scelta più importanti in termini di strategici in tempo reale – Homeworld, Total Annihilation, Command & Conquer – mentre su console era possibile optare per una scelta, in termini di esclusive, molto più varia. Ciò ha portato con gli anni a un’ulteriore segmentazione, alla quale assistiamo troppo spesso ancora oggi. A “PC contro console” si è infatti aggiunto un altro scontro, quello tra console e console: la cosiddetta “console war”.

Un fenomeno questo fortemente legato allo sviluppo di internet e dei social media, che hanno fatto sì che ognuno potesse esprimere le proprie idee anche se eccessivamente radicate. Ciò porta spesso a dibattiti interessanti ma anche, nella maggior parte dei casi, a prese di posizione fin troppo marcate. La situazione oggi ci mostra comunque come parlare di PC contro console sia un argomento non superato, ma profondamente evoluto rispetto a venti o trenta anni fa: a livello di titoli le esclusive sono ora una questione legata perlopiù al mercato delle console, come abbiamo peraltro potuto osservare anche dagli annunci degli ultimi mesi.

Nonostante permangano comunque utenti fortemente fidelizzati sia da una parte che dall’altra, è però oggi una pratica sempre più diffusa quella di disporre sia di un PC che di una console per giocare: le esperienze come in passato rimangono allo stesso modo diverse, ma non del tutto. Gli ultimi anni hanno infatti portato una serie di integrazioni sempre più marcate, che vanno a rendere sempre più sottile il confine tra le diverse piattaforme. Tecnologie come cross-play e cross-save, o anche servizi di streaming multipiattaforma, hanno reso lo scenario un’entità da concepire come qualcosa di sempre più unitario.

Tutte le prese di posizione, corrette o esagerate che siano, devono comunque tenere conto di un fattore: in fin dei conti stiamo sempre parlando di videogiochi, sia da una parte che dall’altra. Ha ancora senso dunque parlare di PC contro console? Forse no, di sicuro molto meno che nei decenni passati. Il fatto che il mercato odierno offra ancora di più la possibilità di scegliere tra esperienze diverse a un prezzo diverso, è indice di come i tempi siano adatti a una definitiva maturazione in quanto videogiocatori. Del resto nel termine “videogioco” il suffisso indica proprio questo: l’aspetto ludico e di intrattenimento che non deve mai venire meno, essendo di base la caratteristica più importante di ogni prodotto del genere. Sia che decidiate di viverlo su PC, sia nel caso in cui preferiate giocare su console.

Per il gaming su PC non possiamo che consigliarvi un capolavoro come Age of Empires: Definitive Edition, mentre su console non perdetevi l'ultimo capolavoro targato Naughty Dog: The Last of Us Part II!
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