No, se ve lo state chiedendo non lo abbiamo scritto noi (anche se dobbiamo ancora terminare la recensione del gioco) ma Thomas Mahler, autore di giochi come Ori e No Rest for the Wicked che ha duramente criticato su X gli sceneggiatori di Dragon Age: The Veilguard (gioco acquistabile su Amazon), definendoli "dilettanti" e invitandoli a cambiare mestiere. Mahler ha attaccato la qualità del loro lavoro, descrivendolo come "sterilizzato" e "disumanizzato".
I grew up in the 80s - even as a young boy back then, I always thought TV shows were low-effort trash.
— thomasmahler (@thomasmahler) November 2, 2024
Because every show back then was trying to be as politically correct as possible. Every show was about happy families, always trying to paint a perfect picture, always being…
Le dichiarazioni di Mahler arrivano in seguito alle polemiche che hanno accompagnato il lancio di Veilguard, diviso tra apprezzamenti e critiche per alcuni contenuti considerati troppo inclusivi. Il game designer ha paragonato la situazione attuale dell'industria videoludica a quella della televisione degli anni '80, caratterizzata da una eccessiva correttezza politica.
"Sono cresciuto negli anni '80 e, anche da bambino, ho sempre pensato che i programmi televisivi fossero spazzatura di bassa qualità," ha esordito Mahler. "Tutti i programmi di allora cercavano di essere il più politicamente corretti possibile, dipingendo sempre un quadro perfetto ed evitando argomenti controversi."
Secondo Mahler, la situazione cambiò con l'arrivo di serie come I Simpson e Il Principe di Bel-Air, che osarono affrontare temi più reali. Successivamente, show come I Sopranos dimostrarono che la televisione poteva offrire storie drammatiche di alta qualità.
Passando poi ad attaccare direttamente Dragon Age: The Veilguard, Mahler ha dichiarato: "Ho appena guardato un playthrough di Dragon Age ed è incredibile quanto sia infantile e terribile la scrittura. Tutto sembra sterilizzato e disumanizzato."
Il game designer ha poi rivolto un duro monito agli sceneggiatori: "Il vostro lavoro è scrivere di cose toccanti, interessanti e vere, per attirare le persone nel mondo che avete creato. Se questo è il meglio che potete fare, non dovreste essere sceneggiatori."
Mahler ha continuato sottolineando i rischi di un approccio troppo cauto alla scrittura: "Questo è ciò che accade quando l'arte è creata da dilettanti, quando dobbiamo camminare sulle uova e non osiamo affrontare argomenti difficili - si finisce per ottenere un prodotto banale e scadente invece che arte."
Infine, ha concluso con un appello: "Approcciate sempre la scrittura prima di tutto da un punto di vista umano, attingete alle vostre esperienze personali e osate affrontare argomenti che potrebbero sembrare rischiosi - perché spesso la magia accade quando siamo a nostro agio nel renderci vulnerabili."
Insomma, il buon Mahler non si è certo trattenuto, anche se in realtà il discorso rientra in un dibattito più ampio sull'inclusività nei videogiochi e sul bilanciamento tra rappresentazione e qualità narrativa.