The Veilguard è "scritto da dilettanti e gli sceneggiatori è meglio che non facciano quel lavoro"

Thomas Mahler, autore di giochi come Ori e No Rest for the Wicked, ha duramente criticato su X gli sceneggiatori di Dragon Age: The Veilguard

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

No, se ve lo state chiedendo non lo abbiamo scritto noi (anche se dobbiamo ancora terminare la recensione del gioco) ma Thomas Mahler, autore di giochi come Ori e No Rest for the Wicked che ha duramente criticato su X gli sceneggiatori di Dragon Age: The Veilguard (gioco acquistabile su Amazon), definendoli "dilettanti" e invitandoli a cambiare mestiere. Mahler ha attaccato la qualità del loro lavoro, descrivendolo come "sterilizzato" e "disumanizzato".

Le dichiarazioni di Mahler arrivano in seguito alle polemiche che hanno accompagnato il lancio di Veilguard, diviso tra apprezzamenti e critiche per alcuni contenuti considerati troppo inclusivi. Il game designer ha paragonato la situazione attuale dell'industria videoludica a quella della televisione degli anni '80, caratterizzata da una eccessiva correttezza politica.

"Sono cresciuto negli anni '80 e, anche da bambino, ho sempre pensato che i programmi televisivi fossero spazzatura di bassa qualità," ha esordito Mahler. "Tutti i programmi di allora cercavano di essere il più politicamente corretti possibile, dipingendo sempre un quadro perfetto ed evitando argomenti controversi."

Secondo Mahler, la situazione cambiò con l'arrivo di serie come I Simpson e Il Principe di Bel-Air, che osarono affrontare temi più reali. Successivamente, show come I Sopranos dimostrarono che la televisione poteva offrire storie drammatiche di alta qualità.

Passando poi ad attaccare direttamente Dragon Age: The Veilguard, Mahler ha dichiarato: "Ho appena guardato un playthrough di Dragon Age ed è incredibile quanto sia infantile e terribile la scrittura. Tutto sembra sterilizzato e disumanizzato."

Il game designer ha poi rivolto un duro monito agli sceneggiatori: "Il vostro lavoro è scrivere di cose toccanti, interessanti e vere, per attirare le persone nel mondo che avete creato. Se questo è il meglio che potete fare, non dovreste essere sceneggiatori."

Mahler ha continuato sottolineando i rischi di un approccio troppo cauto alla scrittura: "Questo è ciò che accade quando l'arte è creata da dilettanti, quando dobbiamo camminare sulle uova e non osiamo affrontare argomenti difficili - si finisce per ottenere un prodotto banale e scadente invece che arte."

Infine, ha concluso con un appello: "Approcciate sempre la scrittura prima di tutto da un punto di vista umano, attingete alle vostre esperienze personali e osate affrontare argomenti che potrebbero sembrare rischiosi - perché spesso la magia accade quando siamo a nostro agio nel renderci vulnerabili."

Insomma, il buon Mahler non si è certo trattenuto, anche se in realtà il discorso rientra in un dibattito più ampio sull'inclusività nei videogiochi e sul bilanciamento tra rappresentazione e qualità narrativa. 

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