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Open Roads, un viaggio breve ma intenso | Recensione

Open Roads: un viaggio nel cuore dell'America alla scoperta dei tanti misteri di una famiglia, a cura di Annapurna Interactive. Scopriamolo insieme!

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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Se siete veri appassionati di cinema, negli ultimi dieci anni vi sarete imbattuti almeno un paio di volte in una produzione A24. Un contesto particolare, nato come realtà intenta a promuovere titoli indipendenti garantendo molte delle qualità e dei plus che prima solo le grandi case cinematografiche potevano assicurare. A24 si è di fatto creata una propria nicchia, un’atmosfera e una reputazione pressoché uniche: oggi, insomma, è divenuto di uso comune etichettare una pellicola come “un film della A24”.

Perché un’introduzione del genere? Nel mondo dei videogiochi abbiamo una realtà nata e sviluppata in modo totalmente differente, ma che a onor del vero condivide diversi tratti con la casa di distribuzione di New York: stiamo parlando di Annapurna Interactive, azienda le cui produzioni sono riuscite a guadagnarsi uno status e una caratura proprio di questo genere. I giochi di Annapurna, seppur differenti tra loro, condividono infatti aspetti e caratteristiche in grado di dar vita a un vero e proprio filone. Open Roads è l’ultima opera distribuita dal noto publisher e, nella sua brevità, si è rivelata proprio l’esperienza che ci si poteva aspettare. Scopriamola insieme!

Open Roads: pronti a partire?

Il gioco ci mette nei panni di Tess Devine, giovane impiegata di un videonoleggio alle prese con un trasloco: la ragazza ha appena perso la nonna e, insieme alla madre, è al lavoro per inscatolare decenni e decenni di ricordi accumulati nelle varie stanze della casa. È proprio da questi che ha inizio il racconto di questa famiglia dai rapporti complicati, che poco alla volta andremo a sviscerare in quest’avventura firmata Annapurna Interactive.

Quando Tess si imbatte in una misteriosa cartolina, la quale suggerisce l’esistenza di un fantomatico amante della nonna, decide di partire in un road trip alla scoperta delle tante storie del passato della sua famiglia. Ad accompagnarla sarà appunto la madre, e uno dei punti focali del racconto sarà la relazione tra le due: un rapporto non semplice, ma che va oltre al “solito” cliché dell’adolescente in ribellione verso i propri genitori. Le due sono infatti condizionate dalla presenza/assenza del padre di Tess, con il quale saremo spesso in contatto durante questo viaggio: le premesse per una bella avventura, insomma, ci sono davvero tutte.

A livello di gameplay siamo di fronte a un ibrido tra un walking simulator e una visual novel: ci troveremo a dover esplorare in lungo e in largo ambientazioni anche molto diverse tra loro, e una menzione d’onore va senza dubbio fatta da questo punto di vista. Open Roads riesce infatti a costruire, anche grazie al setting in cui si trova, atmosfere e sensazioni davvero ben curate. A contribuire sotto quest’aspetto troviamo diversi elementi, in primis il singolare comparto grafico.

Parliamo di un prodotto con un’estetica particolare, dove le precitate ambientazioni da esplorare si sposano con illustrazioni dallo stile cartoon… Che rappresentano di fatto qualcosa di mai visto prima!

Una scelta coraggiosa che potrebbe non piacere a tutti, ma che con il passare dei minuti si rivela azzeccata e più che adatta anche dal punto di vista della narrazione. L’illustrazione, l’arte diviene qui funzionale al racconto, in un’avventura impreziosita da un accompagnamento sonoro anch’esso degno di nota.

Qualche lato negativo lo ritroviamo nei dialoghi: se da una parte viene enfatizzato e reso alla perfezione il rapporto (e l’intesa) tra madre e figlia, l’altra faccia della medaglia ci mostra una sceneggiatura talvolta un po’ troppo superficiale. La sensazione è che alcune linee di testo potessero certamente essere curate meglio, risultando a tratti poco più che inutili riempitivi.

Gli alti e bassi di una bella avventura

Con il passare dei minuti, il nostro viaggio si andrà poco alla volta ad arricchire di elementi interessanti: una trama sempre più fitta, dove il mistero legato alla famiglia di Tess si farà man mano più profondo fino ad arrivare a una rapida conclusione. “Rapida” perché, purtroppo, il gioco è davvero (fin troppo) breve: in appena tre ore riusciremo infatti a giungere alla fine di questa avventura, che forse avrebbe meritato qualche approfondimento aggiuntivo prima di concludersi.

La missione di Annapurna è sempre la stessa, ovvero raccontare piccoli o grandi sprazzi di vita in maniera unica e soprattutto significativa. Obiettivo qui raggiunto soltanto in parte, con Open Roads che a parere di chi vi scrive rischia di lasciare un po’ con l’amaro in bocca: la sensazione è che ci fosse la possibilità di raccontare molto di più, ma che il team di sviluppo abbia preferito focalizzarsi sulla trama principale lasciando molto, troppo sottinteso. Se siete amanti dei titoli appartenenti a questo filone non rimarrete insomma delusi, mentre ci sentiamo di sconsigliare Open Roads ai neofiti del genere: il rischio è di trovarsi di fronte a un prodotto eccessivamente distante dagli standard abituali, e dunque di arrivare alla fine e chiedersi… “Ok, e ora?”.

Una menzione d’onore va dedicata al doppiaggio, con le due protagoniste della nostra avventura che riescono a prendere vita grazie alle voci di Keri Russell e Kaitlyn Dever (note al pubblico per Star Wars: Episodio IX e Uncharted 4). Un aspetto che riesce a valorizzare e in parte a salvare il nostro viaggio, per un’esperienza non indimenticabile ma che allo stesso tempo riesce a regalare qualche ora di intrattenimento valido anche e soprattutto grazie alla sua semplicità. Allora, pronti a partire per questo viaggio?

Voto Recensione di Open Roads


6.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • La sintonia tra madre e figlia

  • Narrazione coinvolgente

  • Setting davvero suggestivo

Contro

  • Forse fin troppo breve

  • Alcuni dialoghi appaiono non particolarmente curati

Commento

Open Roads è un’opera tutto fuorché perfetta: la narrazione di buon livello rischia a volte di apparire banale, un po’ di cura in più non avrebbe fatto male e in generale ci si poteva aspettare un titolo dalla durata più sostanziosa. Allo stesso tempo non mancano però alcuni discreti punti a favore, su tutti il racconto del rapporto tra madre e figlia e del passato della famiglia di Tess. Come suggeriamo nel titolo un’avventura breve ma intensa, che merita nonostante tutto l’attenzione di tutti gli amanti del genere.
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