In occasione della Gamescom 2018 abbiamo messo le mani sulla demo della prossima trasposizione videoludica della ciurma di Rufy in One Piece: World Seeker, per continuare la scia degli anime in questa generazione.
Infatti, c'è una legge non scritta secondo la quale i maggiori anime di successo devono essere convertiti a videogiochi picchiaduro. Naruto, Dragon Ball, One Piece, il recente My Hero Academia: in larga parte le loro conversioni si basano su combattimenti in arene più o meno espanse. Non è una cattiva idea di per sé - cosa faremmo altrimenti senza Dragon Ball FighterZ? - ma non deve necessariamente diventare un vincolo, perché la ripetitività di genere non sempre funziona come alternativa e, anzi, ci sono casi in cui non si adatta al contesto. Inoltre i picchiaduro, per ovvi motivi, ignorano una parte fondamentale degli anime: la storia e la dinamica del personaggio. Perciò One Piece: World Seeker è un titolo interessante, perché si discosta da tutte le altre produzioni e fa del RPG la sua chiave di lettura principale.
All'arrembaggio con Cappello di Paglia!
Realizzato da Bandai Namco per il ventesimo anniversario del manga/anime di EiichirÅ Oda, è senza dubbio il titolo più ambizioso mai realizzato che coinvolge Rufy e la sua ciurma; con un'intera isola da esplorare in completa libertà e moltissimi degli iconici personaggi della storia, la sua struttura open world promette di soddisfare anche i palati esigenti. È impossibile raccontare l'intero viaggio della ciurma di pirati più bizzarra dei sette mari ma per lo stesso motivo, ovvero per l'enorme quantità di materiale a disposizione, gli sviluppatori sono in grado di proporci una storia originale ma al contempo fedele a tutto quanto Oda ci ha abituato nel corso di un lungo ventennio.
Nella linea temporale, le vicende seguono l'ellissi temporale dopo la Grande Guerra di Marineford. Rufy ha dunque padroneggiato l'haki e sviluppato ai gear fino al terzo. L'autore in persona ha scritto la storia dietro a questo action RPG open world che vede Prison Island come area principale: qui si trovano i nemici più implacabili affrontati da Rufy e compagni, come Borsalino Kizaru, Rob Lucci e Issho Fujitora.
Non è chiara la presenza del nostro Cappello di Paglia in un luogo simile, né perché di fatto la Marina abbia schierato una simile forza su questa misteriosa isola ma qualcosa bolle in pentola e deve essere grosso. La nostra mezz'ora in compagnia della demo ha confermato il nostro ottimismo nei confronti di un titolo che porta la firma di Oda, perché per la prima volta nonostante i diversi titoli a tema che si sono susseguiti, con One Piece: World Seeker ci è sembrato di rivedere l'anime in tutta la sua bellezza - e ovviamente, data l'accessibilità del genere di riferimento, ci siamo sfogati a dovere con i nostri tempi.
L'obiettivo era attraversare un sentiero montano controllato a vista dai soldati della Marina per poi arrivare alla boss fight: il sistema di combattimento semplice rievoca l'atmosfera di One Piece e oltre agli attacchi corpo a corpo, Rufy diventa all'occorrenza un cecchino di professione grazie alla Gum Gum Pistol con cui abbattere i nemici più lontani. Inoltre, mettere a segno con successo i nostri colpi ci permetterà di utilizzare una fra le due abilità speciali haki di cui il capitano disponeva nella build: Red Hawk e Eagle Storm. Ciascuna dispone di un proprio numero di indicatori, da uno a tre, che devono essere riempiti per renderla accessibile. Più alto è il suo livello e maggiori saranno i danni inflitti ma questo comporta molto più impegno per sbloccarla. Infine, i nemici ignari possono essere raggiunti alle spalle e messi ko all'istante con un colpo furtivo.
Per quanto riguarda la libertà, gli sviluppatori hanno implementato bene l'elasticità di Rufy, che può così aggrapparsi ai rami degli alberi o sui tetti per poi catapultarsi in una direzione specifica e coprire lunghe distanze; allo stesso modo può creare una sorta di elica con le gambe per attraversare punti troppo lunghi da coprire con un semplice salto. Ovviamente la traversata aerea non ci permette di coprire enormi distanze ma è un ottimo sistema per accelerare il movimento, e nonostante ci sia capitato di incontrare dei muri invisibili la sensazione è stata meno strana del previsto. Problemi con la telecamera si sono presentati sia durante l'esplorazione sia nel combattimento ma non c'è dubbio che Bandai sia già al lavoro per rifinire questo e altri aspetti, come ad esempio una monotonia di fondo negli scontri dovuta a un gameplay per ora piuttosto al risparmio. È servito per mandare al tappeto il boss (Akainu, se ve lo state chiedendo) tuttavia non è al momento abbastanza stimolante, in particolare se combinato a un livello di sfida piuttosto basso che probabilmente dipendeva solo dalla demo - ovvero, c'è la possibilità che si lavori a un bilanciamento molto più severo dell'attuale.
Conclusioni
A dispetto della dicitura RPG, è stato difficile capire fino a che punto One Piece: Warrior Seeker sia parte del genere. Non è chiaro in che misura gli elementi di riferimento siano inseriti nell'avventura, perché ci siamo accorti che uccidere i nemici non fa guadagnare alcun punto esperienza e dunque si può escludere una progressione del personaggio classica. Dal punto di vista della minimappa, delle missioni secondarie e della raccolta di oggetti, che a loro volta potrebbero dar vita a un sistema di crafting, andiamo sul sicuro mentre per quanto concerne altri aspetti come la presenza o il ruolo della ciurma di Rufy non abbiamo avuto alcun riscontro utile.
Questo ci impedisce di stimare quanto soddisfacente potrà essere One Piece: World Seeker perché a dispetto di una demo promettente, molte domande sono rimaste senza risposta. Lo stile grafico coerente con il modello dell'anime è allettante ma un combat system solido solo per brevi tratti e una certa imprecisione da parte di Rufy nell'esecuzione degli attacchi lasciano ancora qualche perplessità in attesa di elementi più corposi.