Immagine di No More Heroes 3 | Recensione
Videogioco

No More Heroes 3 | Recensione

No More Heroes 3 è finalmente arrivato, dopo una lunga attesa durata undici anni. Vediamo se è riuscito a soddisfare le esigenze dei fan.

Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author

Dovessimo definire No More Heroes 3 con una semplice frase, vi diremmo che si tratta di "un gioco low budget, pulp, retro arcade e con un costante vibe anni 80”… insomma una classica produzione targata Suda51. Questo terzo capitolo delle avventure di Travis Touchdown si è fatto attendere per undici lunghi lunghi anni; un lasso di tempo enorme per il media videoludico, durante il quale i gusti del pubblico, e gli standard qualitativi, sono mutati in maniera frenetica è impressionante.

Una attesa giustificata dalla mole di produzioni in cui Suda51 è stato coinvolto nel corso degli anni oltre che dalla volontà, di quest'ultimo, di creare un nuovo capitolo che andasse a soddisfare le richieste della fan base creatasi attorno alle scorribande di Travis Touchdown.

Ma all'atto pratico, cos'è No More Herose 3? Il perfetto "more of the same" che i fan hanno aspettato per oltre dieci anni, ne più ne meno. Un connubio di azione frenetica, narrativa delirante, situazioni demenziali ed ettolitri di sangue, nonché la riconferma che Suda51 se ne infischia del mercato, degli standard e delle regole, andando a confezionare un prodotto decisamente anacronistico, divertente, e con una direzione artistica indubbiamente galvanizzante.

E.T. l'ammazza eroi

Non ci addentreremo nei dettagli del comparto narrativo di No More Heroes 3. Farlo rovinerebbe completamente l'esperienza sia ai fan di vecchia data, che a tutti quei giocatori che si approcceranno per la prima volta allo stile di Suda51. Ci limiteremo a proporvi un blando canovaccio che vi permetta di comprendere meglio le basi su cui la storia si erge.

Svariati anni prima delle vicende narrate in No More Heroes, un ragazzino di nome Damon Ricotello ritrova un cucciolo di alieno che ribattezzerà FU. Come un novello Elliot (e no, non vi spiegheremo la citazione a E.T.) decide di accudire la creatura e aiutarla a ritornare al suo pianeta natale.

Una volta trovato il modo per far ripartire FU, i due si salutano e l'alieno gli promette che tornerà da lui vent'anni più avanti. Passa il tempo, Damon diventa un importante uomo d'affari e allo scadere dei vent'anni si prepara ad accogliere il suo vecchio amico sul tetto del grattacielo della sua azienda. FU ritorna come da promessa ma si scopre che in realtà si chiama Jean Baptiste VI ed è un conquistatore di pianeti. Il suo modus operandi è molto semplice: giunge su un pianeta, ne stermina la popolazione, sfida gli eroi locali e, una volta sconfitti, li arruola nella sua armata, convertendoli in spietati assassini.

Giunto sulla Terra, e scoperto che non ci sono più eroi a difenderla, FU scaglia la usa offensiva atta a conquistare il pianeta, senonché Travis Touchdown, ex assassino professionista tornato a Santa Destroy dopo gli avvenimenti del precedente Travis Strikes Back, è di tutt'altro avviso. Ritrovatosi come ultimo baluardo di difesa del pianeta, Travis dovrà scalare la "Classifica dei Supereroi Galattici", uccidendo tutti gli assassini al soldo di FU per potersi ritrovare faccia a faccia con quest'ultimo e tentare di salvare la Terra.

Se vi sembra che abbiamo infranto la nostra promessa di poc'anzi, sappiate che questo è davvero solo l'incipit di un'avventura molto più sfaccettata e delirante. No More Heroes 3 ha infatti il grande pregio di riuscire a ricalcare i canoni di una storia che i fan hanno già vissuto nei precedenti capitoli, rendendola fresca e interessante grazie ai continui colpi di estro di Suda51. Al centro di un crocevia fra lo Shonen, il Marvel Cinematic Universe (come affermato dallo stesso Goichi Suda) e il cinema pulp, No More Heroes 3 è un'opera fresca e anacronistica allo stesso tempo, capace di ricordarci costantemente fino a dove si spingevano le produzioni videoludiche di oltre una decade fa.

Spade laser economiche

La struttura di No More Heroes 3 sarà familiare ai fan dei primi due giochi: Travis dovrà prendere parte a delle battaglie classificate con i cosiddetti Supereroi Galattici ma prima dovrà soddisfare i requisiti per essere ammesso. Questo comporterà il completamento di diversi obiettivi minori, che permetteranno a Travis di guadagnarsi l'accesso a suddetti scontri oltre che a offrirgli la possibilità di migliorare il proprio equipaggiamento e potenziare le sue statistiche.

Il combat-system di No More Heroes 3 è, in effetti, molto semplice è immediato: un Hack & Slash nudo e crudo che richiede di avere ottimi riflessi, una buona capacità strategica e la capacità di inanellare le canoniche combo leggere e pesanti, mescolandole con le varie offensive speciali a disposizione di Travis. A variare leggermente questa formula nota e arcinota, troviamo alcuni elementi aggiuntivi quali un'indicatore di Estasi, raffigurato con una tigre pixelata nell'angolo in basso a destra dello schermo, che permetterà a Travis di ottenere, una volta riempito del tutto mettendo a segno gli attacchi senza venire colpito, dei bonus casuali che lo aiuteranno in battaglia.

Ritornano le iconiche mosse di wrestling, tutte associate a un cooldown individuale, utili per rompere la guardia di un avversario o interrompere un attacco caricato, così come sarà possibile effettuare gli iconici fendenti (sciabolando i Joy-Con in una delle otto direzioni indicate a schermo o, in alternativa, spostando l'analogico destro in suddette direzioni) atti a eliminare sul colpo i nemici meno potenti e attivare una slot machine in grado di elargire a Travis un bonus totalmente casuale.

Gli scontri in No More Heroes 3 non richiedono solo ottimi riflessi per essere superati in scioltezza ma spronano il giocatore a imparare i pattern di attacco avversari, per individuare delle finestre nelle quali ricaricare l'iconica Beam Katana, ovvero una spada laser dal look cheap che regolarmente si scaricherà dopo aver portato a segno un numero preciso di colpi. Ricaricarla richiederà di tenere premuto un bumper e scuotere il Joy-Con destro, o spingere verso l'alto l'analogico destro, un'azione che inevitabilmente lascerà scoperto Travis alle offensive nemiche.

Le boss fight di No More Heroes 3 sono ben strutturate e sono, senza ombra di dubbio, uno dei fiori all'occhiello dell'intera produzione. Composte da fasi ben differenziate, nemici con pattern sempre vari, meccaniche che richiedono un minimo di ragionamento per essere portate a termine e una costante richiesta di una buona preparazione preliminare in termini di oggetti da portare con se, ogni scontro si rivela poliedrico, frenetico e ricco di stile.

Meno differenziate, invece, le battaglie che precedono le boss fight di No More Heroes che, per quanto sorrette pienamente dall'ottimo combat-system, cadono in fallo molto in fretta a causa della ridondanza delle situazioni proposte e di una struttura ludica che, per quanto provi a proporre spunti sempre differenti, rimane eccessivamente ancorata alle sue origini.

Bentornati a Santa Destroy

Santa Destroy è ancora una volta il teatro delle avventure di Travis, anche se ha subito alcuni cambiamenti in No More Heroes 3. Per espandere l'area di gioco rispetto al passato, Suda51 ha scelto un escamotage narrativo molto semplice che ne spiega la rinnovata divisione in cinque macro isole separate da dei punti di giunzione (utili per caricare le nuove aree e non sovraccaricare troppo la console di Nintendo).

Le dimensioni della mappa di No More Heroes 3 non è nulla di mastodontico, o di minimamente paragonabile a qualsivoglia produzione tripla A vista di recente ma gli sviluppatori si sono impegnati nel cercare di variare le attività presenti al suo interno per rendere la progressione meno ridondante che in passato. Un'operazione che però è riuscita solo parzialmente in quanto la ripetitività sovviene comunque, seppur si palesi in maniera evidente, solo nella seconda metà dell'avventura.

Una delle novità più importanti dell'open world di No More Heroes 3, è la Demzamtiger. Una moto dall'aspetto futuristico che dovrebbe permettere di spostarsi rapidamente fra le aree di gioco, favorendo e stimolando le fasi esplorative. Abbiamo usato il condizionale perché, purtroppo, la realtà dei fatti è ben diversa: il sistema di controllo della moto è realizzato in maniera talmente dozzinale, che in più di un'occasione abbiamo optato per rimandare l'esplorazione delle attività opzionali in favore di un viaggio rapido che ci permettesse di progredire con la storia principale. Un vero peccato considerando la cura con cui sono stati curati gli altri aspetti del gameplay di No More Heroes 3.

Le attività presenti a Santa Destroy, per quanto paiano ben diversificate nelle prime ore di gioco, non riescono a intrattenere a dovere. Pur citando a più riprese le opere di Suda51, oltre che i capitoli precedenti di No More Heroes, passare il tempo a raccogliere la spazzatura, falciare i prati, fare dei suplex a degli alligatori di passaggio (si, succede anche questo), picchiarsi con ondate di nemici casuali e soddisfare le richieste di alieni pacifici in cambio di stilosissime t-shirt, viene a noia dopo una manciata di ore spese nel ripeterle pedissequamente per progredire con la storia.

L'elenco stilato poc'anzi non comprende, ovviamente, tutte le attività presenti in No More Heroes 3 ma per quanto il ventaglio di "lavoretti" secondari si riveli più ampio, la loro ripetitività emerge molto in fretta, rendendo tutto il percorso che Travis dovrà intraprendere tra un combattimento e l'altro, un tedioso obbligo, ridondante e poco stimolante.

Next Gen a chi?

È giusto precisare che No More Heroes 3 non è un titolo tecnicamente appagante. Sulla direzione artistica non si può appuntare nulla ma graficamente ci troviamo di fronte alla fiera delle texture a bassa risoluzione, dei pop-up costanti, delle mappe spoglie e prive di vita... e così via ad libitum sfumando. Seppur il colpo d'occhio generale non è in grado di impressionare praticamente mai, bisogna però elogiare le capacità degli sviluppatori nell'aver saputo utilizzare sapientemente uno stile retro arcade per giustificare, e contestualizzare, un'arretratezza tecnica indubbiamente evidente.

In termini di frame rate, invece, la situazione cambia sostanzialmente. Per quanto No More Heroes 3 non offra una risoluzione da urlo, specialmente in modalità portatile, il frame rate nei combattimenti si aggira costantemente attorno ai 60fps. Gli input dei comandi sono sempre precisi, la risposta è sempre reattiva e in generale tutti gli elementi imprescindibili per una produzione Hack & Slash, sono stati curati a dovere. Discorso diametralmente opposto per le sezioni esplorative, dove troviamo dei frequenti cali di frame rate, anche in grado di raggiungere soglie davvero basse.

La direzione artistica invece, come accennato in apertura a questa analisi, è sopraffina. Un esplosione di generi differenti, permeata da una patina da arcade game anni 80, ricca di fanservice nei confronti delle  precedenti opere di Suda51, pregna di citazioni alla cultura pop e con un taglio registico che difficilmente passerà inosservato. Il comparto audio è anch'esso ben confezionato, con il ritorno di tutti i doppiatori storici e una colonna sonora composta da un insieme di tracce tiratissime e che ben si sposano con le differenti situazioni offerte da No More Heroes 3. Il gioco, infine, presenta ogni testo localizzato in italiano.

Voto Recensione di No More Heroes 3 - Nintendo Switch


7.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Combat System divertente e immediato.

  • - Direzione artistica incredibilmente ispirata.

  • - Longevo e rigiocabile.

  • - Un more of the same realizzato con attenzione verso i fan.

Contro

  • - Comparto tecnico eccessivamente arretrato.

  • - Ridondante nella struttura di gioco.

  • - Attività secondarie ispirate ma che diventano rapidamente tediose.

Commento

No More Heroes 3 è esattamente quello che i fan di Travis Touchdown aspettavano da undici anni, un nuovo capitolo ancora più irriverente, delirante e sopra le righe. Suda51 è indubbiamente una garanzia quando si tratta di creare mondi di gioco con una fortissima impronta stilistica immediatamente riconoscibile e No More Heroes 3 non è da meno e può essere tranquillamente considerato un "videogioco d'autore" che non lascia spazio a mezze misure: o lo si ama o lo si odia. Tecnicamente arretrato rispetto alle produzioni odierne ma con un combat system assuefacente, la nuova opera di Suda51 non si sforza minimamente di rinnovarsi, restando ferma in quella zona grigia dove risiedono tutte quelle produzioni pensate per essere "solamente" degli ottimi "more of the same". Se siete parte di quei giocatori che hanno amato i primi capitoli non rimarrete delusi sotto, praticamente, nessun aspetto, mentre se le produzioni con un comparto tecnico poco avveniristico, e pregno di sbavature, vi stanno stretti... vi conviene starci alla larga. Se, invece, amate le produzioni autoriali, pulp e sopra le righe e non avete mai avuto modo di approcciarvi alle avventure di Travis Touchdown... be' non possiamo che spronarvi a dare fiducia al folle Travis e a fare un giro per le strade di Santa Destroy assieme a lui.

Informazioni sul prodotto

Immagine di No More Heroes 3 - Nintendo Switch

No More Heroes 3 - Nintendo Switch

Leggi altri articoli