No alla condivisione dei videogiochi storici, il copyright è più importante

La richiesta di esenzione dal DMCA per consentire alle biblioteche di condividere digitalmente l'accesso ai videogiochi preservati è stata respinta.

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a cura di Andrea Maiellano

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La richiesta di esenzione dal DMCA per consentire alle biblioteche di condividere digitalmente l'accesso a videogiochi preservati è stata respinta dall'Ufficio del Copyright degli Stati Uniti. La Video Game History Foundation (VGHF) e la Software Preservation Network (SPN) hanno portato avanti questa battaglia legale per tre anni, con la speranza di garantire l'accesso di opere oramai complesse da reperire legalmente.

La decisione ha importanti implicazioni per la preservazione dei videogiochi. Circa l'87% dei titoli pubblicati negli USA prima del 2010 è ormai fuori commercio, rendendo l'accesso legale a questi giochi estremamente difficile e costoso. L'esenzione avrebbe permesso la creazione di una biblioteca digitale dove ricercatori, storici e giocatori potevano "prendere in prestito" giochi attraverso emulatori.

Al momento la fruizione legale di alcuni fra i migliori giochi di sempre non è garantita.

Nella sua sentenza, l'Ufficio Copyright ha dichiarato che. due enti "non hanno dimostrato che rimuovere la limitazione a singolo utente per i programmi informatici preservati sia effettivamente non violativo". Ha inoltre evidenziato "il maggior rischio di danno al mercato eliminando la limitazione di accesso in loco per i videogiochi, dato il mercato esistente per i titoli legacy".

La decisione si basa anche sulle preoccupazioni espresse dall'Entertainment Software Association (ESA) e altri gruppi di attori dell'industria riguardo al "significativo rischio che i videogiochi preservati vengano utilizzati per scopi ricreativi". Questo ignora il fatto che le biblioteche già prestano versioni digitali di libri e film a scopo ricreativo.

Frank Cifaldi, fondatore e direttore della VGHF, ha espresso la sua delusione su Twitter: "Sono orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto per cercare di cambiare la legge sul copyright. Abbiamo dato davvero il massimo, non vedo cos'altro avremmo potuto fare. Questa decisione ignora le esigenze dei cittadini a favore di un debole argomento dell'industria, ed è davvero deludente".

La VGHF ha dichiarato nel suo comunicato: "Purtroppo, gli sforzi di lobbying dei gruppi di detentori dei diritti continuano a ostacolare il progresso", sottolineando la posizione intransigente dell'ESA che non sosterrebbe una simile riforma del copyright in nessuna circostanza.

Questa decisione rappresenta un duro colpo per gli sforzi di preservazione dei videogiochi, limitando l'accesso legale a una vasta parte della storia del medium. Al momento, quindi, l'unica forma per poter fruire legalmente dei videogiochi d'epoca, oltre al possedere hardware e software originali, rimane quello di appoggiarsi a servizi in abbonamento che offrono cataloghi di produzioni storiche (come il servizio offerto da Nintendo con Switch)

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