Si dice che la lama di un buon samurai non arrugginisca mai, la stessa che Nioh 2 ci ha orgogliosamente mostrato in una recente anteprima. Una settimana fa siamo infatti stati ospiti di Sony per saggiare la ferocia del nuovo capitolo di Team Ninja e Kou Shibusawa, affilando più volte le spade in una nuova e aggressiva demo di gioco. Avevamo già avuto modo di avere una piccola anteprima di cosa aspettarci in Giappone grazie all’esperienza al Tokyo Game Show, ma non è comunque bastata a prepararci a ciò che ci ha presentato Yosuke Hayashi, Director di Team Ninja e protagonista della nostra intervista nella pagina collegata a questo articolo.
Il provato su cui abbiamo messo mano era ambientato in un livello avanzato di gioco prontamente introdotto dal director stesso, in modo da rinfrescarci la memoria sulle caratteristiche principali del gioco. Nioh 2 dopotutto poggia le sue basi sugli stessi identici sistemi del primo capitolo, ereditandone la maggior parte delle funzioni, tasti e movenze. Un ambiente familiare per chi ha vissuto le avventure di William, ma ricco di sorprese e aggiunte incisive, capaci di stupire perfino il veterano gaijin dai capelli argentei.
I demoni tra i venti della guerra
Come da tradizione, i primi passi nella nostra prova di Nioh 2 ci hanno portato in un luogo iconico dello scenario giapponese legato al periodo Sengoku e all’ancora vivo Oda Nobunaga (doppiato da Shibusawa stesso), il quale giocherà una parte centrale nella storia del gioco di Team Ninja e nel conflitto storico rappresentato in chiave fantasy. In mezzo a un castello preso dalle fiamme e dagli Yokai, i temibili demoni del marchio, avevamo il compito di farci strada tra le macerie nel tentativo di liberare l’area dalle presenze maligne provenienti dal regno dei morti. Una presentazione vagamente familiare e diametralmente diversa dall'ambiente dell'open beta, il che suggerisce perfettamente come l'estetica del gioco sia ben più varia rispetto al suo predecessore.
Ma non è solo il mondo a cambiare forma: la personalizzazione in Nioh 2 è infatti uno degli elementi più enfatizzati da Hayashi, ribadendo come il feedback della community di Nioh sia stato essenziale per realizzare un personaggio che possa adattarsi ai propri gusti estetici e marziali. Per quanto il nostro accesso fosse limitato solo ai modelli preimpostati, le opzioni visibili dell’editor ci sono apparse abbastanza dettagliate da poter creare alter-ego estremamente diversi tra loro, ripagando le ore spese nella loro creazione con numerose scene d’intermezzo volte a esaltarne l’aspetto. La dotazione a nostra disposizione era inoltre comprensiva di tutte le armi già conosciute in Nioh, arricchite da nuove mosse e un’inedita falce trasformabile a seconda della posa che si decide di assumere.
Oltre ai vecchi assi nella manica, la vera chicca che distacca il vecchio William del protagonista di Nioh 2 è la possibilità per quest’ultimo di attingere dai poteri Yokai e trasformarsi sia in un’originale forma demoniaca che in quelle dei nemici incontrati nel corso del gioco. Una meccanica legata a stretto giro con quella degli Spiriti Guardiani, ma che si espande ulteriormente nei sistemi di gioco grazie a ben tre abilità da poter utilizzare all’occasione e un’esplosione di energia che funziona sia da parata che da arma offensiva.
La “demonificazione” è senza dubbio il maggior pregio tra le novità di Nioh 2: non solo perché utilizza al meglio il folklore degli Yokai, ma aumenta esponenzialmente la strategia e la dimensione del gameplay, permettendo al nostro personaggio di fare ben più che sferrare fendenti con le varie armi a disposizione. Trasformandosi si acquisiscono infatti capacità sovrannaturali, regolate da una barra specifica che va ad aggiungersi alla vita e stamina nell’economia dei parametri su schermo. Non c’è però da preoccuparsi: le mosse ottenute prendendo in prestito gli attributi degli Yokai non saranno così incisive da rendere meno difficile Nioh 2, il quale è anzi ancora più tosto e severo rispetto al passato.
Nella nostra prova abbiamo infatti avuto modo di incontrare nemici vecchi e nuovi, constatando come ognuno di essi possegga un arsenale di attacchi estremamente ampio, potenziati dalle nuove meccaniche che descrivono ancora meglio la innata ferocia dei demoni. Vedendo i familiari ogre o samurai scheletrici già noti, ci si rende subito conto che non è davvero il caso di abbassare la guardia con l’abitudine guadagnata con le ore spese con William: si rischia infatti di rimanere sorpresi e finire al tappeto in pochi secondi, schiacciati dalla volontà di Ninja Theory di migliorare i combattimenti del gioco con parate, contrattacchi e trucchi sleali. Il tutto si riflette poi nei nemici originali di Nioh 2, in possesso di attacchi come pugni esplosivi, fuochi fatui a ricerca e feroci fendenti spezzaguardia a catena.
Più grandi sono, più duramente cadono
Se durante l’esplorazione del livello non si può quindi scherzare con nessun avversario, l’incontro con i boss rappresenta ancora una volta la sfida topica di Nioh 2, resoci ben chiaro dai due temibili nemici con cui ci siamo scontrati. Il primo di essi è stato un guerriero umano messo a protezione del proprio signore, armato di una lunga lancia e uno spirito del fuoco. Su Nioh eravamo già abituati a duellare con altri guerrieri del Sol Levante, ma nel nuovo capitolo questi combattimenti assumono finalmente una dimensione tutta nuova e maggiormente differenziata, migliorando l’utilizzo della stamina del nemico e donandogli più mosse legate ai rinnovati Spiriti Guardiani. La sensazione era quindi di essere davanti a un avversario completamente alla pari con le nostre capacità, tanto da darci molto filo da torcere proprio per via del suo più oculato utilizzo della stamina.
In questo combattimento siamo quindi dovuti ricorrere ai Ninjutsu e alle Arti Onmyo, potenziati in Nioh 2 e con utilizzi più accessibili anche per i giocatori che vogliono dedicarsi esclusivamente alle tecniche di spada. Solo imparando le mosse dell’avversario e capendo su quali punti deboli puntare è stato possibile superare lo scontro con il guardiano, aiutati inevitabilmente da un alleato NPC evocato nelle vicinanze. Il numero di tentativi e imprecazioni dietro il nostro incontro con il primo boss è la chiara testimonianza della maggiore anima strategica di Nioh 2, richiedendo al giocatore di utilizzare tutte le capacità a sua disposizione per superare ciò che lo attende dietro i grandi portoni delle dimore dei boss.
Nell’ultimo cancello del tour nel castello assaltato ci siamo quindi ritrovati faccia a faccia con Shibata Katsuie: uno dei generali più fidati di Nobunaga convertito a un feroce Yokai dalle asce fiammeggianti; design che richiama il suo famoso soprannome di “Oni Shibata”. Non a caso, Katsuie morì dando alle fiamme il castello di Kitanosho e commettendo seppuku con la famiglia al fianco. Ma la morte in Nioh 2 è tutt’altro che la fine, perciò è toccato a noi riportare alla quiete della lapide la furiosa rabbia del generale.
In questo caso lo scontro è stato abbastanza classico e per certi versi simile al primo boss Yokai che si incontra in Nioh, osservando però delle differenze più che fondamentali. La stamina di questo boss è innanzitutto un metro per alternare le due fasi della stanza in cui lo si combatte, uno normale e l’altro legato al reame dell’oltretomba. Quando quest’ultimo è attivo, la stamina del nostro personaggio si rigenera molto più lentamente e gli attacchi del Boss vengono notevolmente potenziati sia nei danni che nelle animazioni, aggiungendo in questo caso l’elemento fuoco ai vari fendenti. Per fortuna però in Nioh 2 numerose abilità sono in grado di “bloccare” parte della stamina del nemico, permettendoci di infliggere a nostra volta un grosso handicap al nemico, combinando tale gestione con i colpi verso gli eventuali punti deboli.
La dimensione del combattimento non è quindi mai statica e, anzi, diventa quasi ambientale nel modo in cui l’arena dello scontro diventa uno dei parametri più importanti da tenere a mente durante le combinazioni. Per fortuna però basterà tenere i nervi e i principi ben saldi per riuscire eventualmente ad avere la meglio, ricordando sempre di utilizzare gli Strumenti a disposizione nel modo migliore possibile. In particolare, durante questo scontro abbiamo potuto notare l’estrema utilità delle mosse Yokai del protagonista, capaci di farci evitare le cariche feroci del nemico e di poterlo attaccare a distanza in tutta sicurezza.
In conclusione
Ciò che abbiamo certamente notato in questa prova di Nioh 2 è il netto arricchimento della formula base della serie, trasformata da Team Ninja in una versione più definita e dall’anima particolarmente attenta a tradurre il folklore giapponese in elementi di gioco più marcati. Lo stesso Yosuke Hayashi ha infatti sottolineato come Nioh fosse più una lotta di “samurai vs samurai”, mentre il suo seguito vuole esplorare l’oltretomba e le sue creature, sensazione che ci è arrivata sia dall’aspetto del castello che dai suoi abitanti infernali. Familiare ma estremamente diverso nell’esecuzione, Nioh 2 promette di essere l’evoluzione definitiva delle idee avute con l’avventura di William, trovando nel periodo Sengoku più amato gli ingredienti giusti per una delle odissee orientali più diaboliche della tradizione.
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