Nintendo VS Gig Tiger, la console war degli schermi monocromatici!

Negli anni ’80 spopolavano le piccole console portatili dotate solo di un piccolo schermo monocromatico. E la console war era tutta tra Nintendo e Tiger Electronics!

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

L’evoluzione dei videogiochi negli ultimi trent’anni ha segnato un percorso costellato da graduali seppur fortissimi cambiamenti, che poi hanno portato alle incredibili tecnologie oggi protagoniste dell’attuale generazione di console, ovvero Sony Playstation 5 e Microsoft Xbox Series X. Ma il videogioco portatile, da sempre, è la carta vincente del colosso giapponese Nintendo che ha sempre dominato questa fetta di mercato, iniziando la sua scalata con i Game & Watch, spazzando via la concorrenza con l’inossidabile Game Boy, fino ad arrivare ai giorni nostri con lo strapotere (ormai in totale assenza di concorrenti) di Nintendo Switch.

Eppure, nella genesi di questa storica corsa al podio, un insospettabile avversario ha dato del filo da torcere alla Casa di Super Mario. Stiamo parlando di Tiger Electronics e dei suoi giochi elettronici, meglio da noi conosciuti come i Gig Tiger, piccole console dallo schermo LCD monocromatico che nascevano per competere proprio con i Game & Watch di Nintendo. Ma come ha fatto questa piccola azienda americana ad avere così tanto successo, per poi svanire quasi nel nulla?

Game & Watch vs Gig Tiger

Nel bel mezzo degli anni ’80, Gunpei Yokoi di Nintendo inventò i Game & Watch, una serie di giochi elettronici portatili composti da un corpo in plastica simile a quello di una calcolatrice in cui sono integrati lo schermo LCD monocromatico e i tasti d'azione. Al loro interno alloggiava una CPU a 4 bit della famiglia Sharp SM5xx, con incorporate piccole aree RAM e ROM e un circuito per gestire gli schermi LCD.

Grazie all’invenzione di Gunpei, Nintendo arrivò a produrne circa 15 milioni all’anno, dei quali solo un quarto destinato al mercato giapponese, mentre cinque milioni erano destinati al mercato USA e poco meno di due milioni per quello europeo. Il successo di queste piccole console, però, derivava principalmente dalla trasposizione ridotta ed estremamente semplificata di alcuni giochi del NES o arcade, come Donkey Kong, The Legend of Zelda, Super Mario Bros. e Balloon Fight, giusto per citare i più famosi. Il tutto era gestito con l’encomiabile qualità che conosciamo, col massimo divertimento da parte dell’utente finale.

Ebbene, qualcun altro pensò di sfidare Nintendo sul suo stesso campo, affilando meglio le armi. Fu così che nacque l’idea dei giochi elettronici di Tiger Electronics.

Prima di identificarli con quei piccoli giochi elettronici che abbiamo conosciuto negli anni ’80-’90, Tiger Electronics era prima di tutto un’azienda americana fondata da Randy Rissman e Roger Shiffman nel 1978. La produzione iniziale di questi giochi elettronici consisteva in indistruttibili piccole console con due o al massimo 4 pulsanti, una scocca di rivestimento in plastica del tutto sproporzionata rispetto al piccolo schermo LCD, ma che dava una buona sensazione di solidità e dava spazio alle grafiche a tema stampigliate sul fronte. Due semplici batterie zinco-carbone, reperibili in ogni dove e dalla durata praticamente eterna, completavano il modesto prodotto di Tiger.

Inizialmente questi giocattoli venivano distribuiti con poche varianti e abbastanza generiche: Bowling, Tennis e Soccer, ma l’intuizione dello sfruttamento delle licenze cinematografiche o quelle dei giochi arcade più in voga fecero la vera fortuna di questo prodotto.

La magia dei giochi su licenza

Altrimenti noti come tie-in, furono il vero asso nella manica di Tiger, che oggi spiega il successo di questi piccoli dispositivi.

Perché, diciamocelo: anche più di vent’anni fa, i Gig Tiger non erano affatto tutto questo granché, anzi in ognuno di noi c’era un forte senso di insoddisfazione a giocare col Gig Tiger di Street Fighter e vedere che in realtà aveva ben poco in comune con lo stratosferico picchiaduro mangia-monete che avevamo in sala giochi. Si faceva già fatica ad accettare le conversioni su SNES o Sega Mega Drive, figuriamoci riconoscere lo storico picchiaduro di Capcom in quelle piccole figure semi-statiche che si muovevano a tratti sul piccolo LCD di Gig Tiger, con l’obiettivo di non farsi attaccare dall’avversario.

Eppure, complici le grandi licenze del mondo del cinema e dei videogiochi, che portavano i loro temi stampati sul fronte di queste piccole console, i giocatori entravano in questo loop illusorio che li faceva immedesimare nei mondi di RoboCop, Terminator, Batman, Spiderman, Jurassic Park, Ninja Gaiden, Sonic, Duck Tales, Altered Beast, Il Re Leone, Street Fighter e moltissimi altri. Questi citati sono solo alcuni dei giochi elettronici realizzati e distribuiti da Gig Tiger: in quegli anni praticamente qualunque film o videogioco di successo aveva la sua trasposizione col suo Gig Tiger dedicato. Le vendite si attestarono su milioni su milioni (non ci sono dati certi e dettagliati, a causa della forte frammentazione dei singoli prodotti n.d.r.).

Il successo di questi piccoli dispositivi continuò con diverse varianti, come i giochi da polso o l’improbabile console a cartucce nota come R-Zone con tanto di caschetto indossabile e monocolo da cui giocare…sempre con gli stessi giochi proposti ormai con lo storico e obsoleto format.

Questa fortuna durò fin quando un certo Game Boy non sostituì i vecchi Game & Watch, raggiungendo l’apice della sua popolarità, rappresentando la VERA alternativa economica e portatile alle console domestiche. Sì, è vero, il Game Boy costava più del doppio e richiedeva anche il doppio delle batterie di un Gig Tiger, ma stavolta Street Fighter II: The World Warrior era un VERO picchiaduro che quantomeno si avvicinava a quello originale.

Non stiamo qui a tessere ulteriormente le lodi del Game Boy, universalmente riconosciuto come la console portatile più venduta e longeva al mondo. Ma ci preme porre l’attenzione sul fatto che a distribuire in Italia i giochi elettronici Tiger e i prodotti Nintendo… era la stessa medesima azienda! Giochi Preziosi con lo stesso marchio di Gig Electronics! Successe la stessa cosa in seguito anche con i prodotti concorrenti di Sega e Nintendo, ma questa è un’altra storia.

Negli ultimi anni, la stessa Tiger riuscì ad ottenere perfino la licenza da Nintendo per produrre una riproduzione reale e funzionante del Pokédex, l'apparecchio usato nella serie di videogiochi Pokémon per identificare le varie creature. Insomma, certamente Tiger con le licenze ci sapeva fare e riusciva a strapparle proprio a chiunque. Infatti, la loro avventura nel mondo dei videogiochi non finisce qui.

L’evoluzione mancata di game.com

Non si può dire che Tiger Electronics non abbia provato ad evolversi col mercato. Un tentativo, seppur fallimentare, c’è stato. Stiamo parlando del game.com.

Mai sentito?

Il game.com è la console portatile prodotta e distribuita da Tiger Electronics a partire dal settembre 1997, era il periodo in cui Sony Playstation con i suoi incredibili titoli iniziava a imporsi sul mercato, mentre sul fronte delle portatili Nintendo, dall’alto dei suoi 120 milioni di Game Boy venduti, era ancora presente sul mercato con la sua revisione Game Boy Pocket. Tiger Electronics per spuntarla doveva stupire (e non poco!) l’utenza.

Game.com si rivolgeva ad un pubblico più adulto, aveva le sembianze di una console da gioco a cartucce, ma integrava le funzioni di un PDA, quali agenda, sveglia, rubrica, un modem aggiuntivo per collegarsi a internet (alla stratosferica velocità di 14.4 kbps) e – udite udite – fu la prima console a integrare il touch screen con tanto di stilo! Poi, se fino adesso tutti i concorrenti hanno permesso di avere un solo slot per le cartucce, “noi abbondiamo! Mettiamone due!”. Scherziamo. Anche se il game.com aveva davvero due slot per le cartucce, giustificati per rendere possibile il collegamento a internet con il modulo aggiuntivo (che era appunto una cartuccia) e contemporaneamente la possibilità di giocare.

Anche stavolta, la magia delle licenze si ripete. E che licenze!

Al lancio della console, Tiger era riuscita a rendere disponibili titoli come Duke Nukem 3D, Mortal Kombat Trilogy, Fogger, Sonic Jam e il gioco di Lights Out che era incluso nel sistema. Molti atri titoli vennero prodotti in seguito, come un’impossibile Resident Evil 2, mentre molti altri vennero annunciati e mai distribuiti come Metal Gear Solid o Castlevania Symphony of The Night.

Purtroppo, però, i titoli blasonati come quelli appena citati erano distanti anni luce dalle loro controparti originali. E no, non c’entrava lo schermo piccolo e monocromatico, ma si trattava di giochi spesso davvero ingiocabili che in comune col gioco originale avevano solo il nome. Ciò era dovuto al fatto che Tiger possedeva solo la licenza di questi titoli (quindi non avevano a disposizione gli SDK originali), esattamente come aveva fatto in passato e i giochi non venivano sviluppati, ad esempio, da Capcom o Konami, ma totalmente da un unico studio interno a Tiger e quasi in totale assenza di supervisione da parte dei legittimi proprietari delle licenze.

Al tempo, Tiger non coinvolse a dovere la stampa specializzata di settore, facendo una delle peggiori campagne di marketing mai viste sulla faccia della Terra. Al netto del nome già decisamente poco accattivante (come diavolo si pronunciava?), i loro slogan lasciavano assolutamente atterriti: "It plays more games than you slackers have brain cells." (Ha più giochi di quante cellule cerebrali abbiate voi fannulloni.).

Beh, se non ne avete mai sentito parlare (meritatamente), adesso sapete il perché.

Non dobbiamo aggiungere altro.

Se siete degli inguaribili nostalgici, sappiate però che di recente Hasbro ha rilanciato la linea Gig Tiger Electronics con tre nuovi modelli di quelli commercializzati a cavallo degli anni ’80-’90, dedicati a Transformers Generation, Sonic the Hedgehog 3 e Marvel X-Men Project X. Se vi mancano, sappiate che hanno mantenuto intatto il loro format e…tutto il loro fascino. Andate a dare un’occhiata.

Se invece volete fare un vero tuffo nel passato e volete rievocare i Game & Watch di Nintendo, in occasione del 35° anniversario di Super Mario Bros. la casa giapponese ha deciso di rendere felici tutti i fan con una nuovissima console.

Il nuovo Game & Watch dorato in edizione limitata, include l’originale Super Mario Bros., Super Mario Bros.: The Lost Levels, Ball (il primissimo gioco Game & Watch), oltre ad includere funzioni di sveglia e orologio con ben 35 easter egg.

L’affascinante passato dei videogiochi torna sempre nelle forme più impensabili. Che ne dite?

Il Game & Watch Edizione Limitata 35° Anniversario Super Mario Bros. è disponibile in sconto su Amazon!

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