Nintendo odia gli emulatori, ma li usa nel suo museo: è polemica

Nintendo sfrutta emulatori nel suo museo, scatenando dibattiti tra i fan: scelta controversa o pragmatica per preservare la storia videoludica?

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Il Nintendo Museum di Kyoto, aperto al pubblico il 2 ottobre, utilizza emulatori per alcuni dei sistemi esposti, tra cui il Super Nintendo. La scoperta è avvenuta quando un visitatore ha scollegato un controller da una postazione di gioco, sentendo i caratteristici suoni di Windows.

Questa rivelazione ha suscitato polemiche online, considerando la nota ostilità di Nintendo verso la scena degli emulatori. Molti utenti hanno criticato la compagnia per non utilizzare l'hardware originale in un contesto museale, definendo tale scelta poco "ortodossa".

Nintendo ha recentemente intrapreso azioni legali contro emulatori di Nintendo Switch (acquistabile su Amazon), come Ryujinx, ma è noto che l'azienda stessa sviluppa e utilizza emulatori per rendere giocabili i titoli dei vecchi sistemi su hardware più recenti.

L'uso di emulatori in un museo è come falsificare l'esperienza.

Alcuni sostengono che l'utilizzo di emulatori in un museo possa compromettere l'autenticità dell'esperienza, che dovrebbe essere il più possibile fedele all'originale. Tuttavia, questa pratica non è insolita nel settore della conservazione dei videogiochi.

Le reazioni online sono state diverse. Mentre alcuni accusano Nintendo di ipocrisia, altri riconoscono i vantaggi pratici dell'emulazione in un contesto espositivo, come la facilità di manutenzione e la possibilità di preservare l'hardware originale dall'usura.

Il Nintendo Museum offre ai visitatori l'opportunità di esplorare la storia della compagnia e di provare alcuni dei suoi giochi più iconici. Emulazione o no, rimane un luogo incredibile per ogni appassionato.

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