Nintendo senza pietà: sta colpendo i canali YouTube che mostrano giochi emulati

Nintendo ha emesso un copyright strike contro il canale YouTube Retro Game Corps, che recensisce console portatili per l'emulazione di videogiochi retrò.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Nintendo ha emesso un copyright strike contro il canale YouTube Retro Game Corps, che recensisce console portatili per l'emulazione di videogiochi retrò. Il proprietario del canale, Russ, ha dichiarato che un suo video sulla Wii U è stato rimosso su richiesta di Nintendo, nonostante fosse simile ad altre recensioni tecniche pubblicate in precedenza. Questo arriva dopo che Nintendo ha colpito l'intoccabile (almeno secondo gli appassionati) emulatore Ryujinx.

Questa mossa di Nintendo solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra protezione della proprietà intellettuale e libertà di informazione nel campo dell'emulazione videoludica. Da un lato l'azienda giapponese è nota per difendere strenuamente i propri marchi, dall'altro canali come Retro Game Corps forniscono recensioni e dimostrazioni tecniche che molti consumatori trovano utili.

Russ sta valutando di presentare un reclamo per "fair use", sostenendo che il video aveva scopo educativo e non danneggiava il mercato, trattandosi di una console fuori produzione. Tuttavia, teme le possibili conseguenze legali contro una grande corporazione.

Nintendo è giustificata a perseguire account YouTube che mostrano l'emulazione dei suoi vecchi sistemi e giochi?

Nel frattempo, Retro Game Corps ha deciso di non mostrare più giochi Nintendo nei suoi video e di oscurare qualsiasi contenuto Nintendo anche in video già in lavorazione. Questo avrà inevitabilmente un impatto sulla produzione del canale.

Le implicazioni per la preservazione dei videogiochi

La vicenda solleva interrogativi più ampi sulla preservazione dei videogiochi. Se Nintendo cerca di bloccare siti e canali che promuovono l'emulazione di sistemi fuori produzione, questo potrebbe ostacolare gli sforzi di conservazione digitale di titoli ormai introvabili.

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D'altro canto, molte console per emulazione vengono vendute precaricate con centinaia di giochi senza autorizzazione né compensi per i detentori dei diritti. Ciò solleva legittime preoccupazioni sulla legalità di questi dispositivi e sulla promozione del loro utilizzo.

La questione rimane aperta e complessa, bilanciando gli interessi commerciali delle aziende produttrici con l'importanza culturale di preservare la storia videoludica. Sarà interessante vedere come si evolverà il dibattito su questi temi nei prossimi anni, cercando soluzioni che tutelino sia i diritti d'autore che l'accesso al patrimonio videoludico del passato.

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