New Tales from the Borderlands è il sequel che stavamo aspettando | Recensione
Ecco la nostra recensione di New Tales from the Borderlands, il nuovo videogioco di Gearbox Software in uscita il 21 ottobre
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a cura di Nicholas Mercurio
Lo ammetto, quando è stato annunciato New Tales from the Borderlands, non ho contenuto l’entusiasmo. Insomma, chiunque segua Borderlands dagli albori e ha giocato l’avventura grafica Tales from the Borderlands sviluppata da Telltale Games, penso sappia benissimo di cosa sto parlando, e sa cosa ha significato per chi, a Pandora, ha lasciato ben più del proprio cuore. E non intendo il portafogli, anche se il rischio di vederselo portato via da qualche bandito di Sanctuary è sempre stato all’ordine del giorno anche nel lontano 2012.
Da allora di proiettili, esplosioni e Cacciatori della Cripta ne sono passati parecchi, e si può comodamente dire che è stato divertente vivere le peripezie di Mordecai, Zero o Zane, come di Rhys e Fiona proprio in Tales from the Borderlands, giunto nel momento d’oro delle avventure narrative create dallo studio americano, da poco ritornato – seppure con qualche componente in meno - nel panorama odierno dopo il fallimento avvenuto nel 2018.
Quel genere di collaborazione tra Gearbox Software e Telltale Games, infatti, si espresse in modo azzeccato e propose un’avventura che, ispirandosi alle vicende dei primi due capitoli, entrò nel cuore degli appassionati, proponendo una storia epica, divertente, coinvolgente e, soprattutto, sfaccettata ed esagerata. Telltale Games arrivava dal successo stratosferico ottenuto con The Walking Dead, mentre Gearbox Software aveva uno storico invidiabile e di tutto rispetto che seppe proporsi in tutto il suo splendore. In tanti pensavano, al tempo, che una collaborazione del genere potesse in realtà confezionare un prodotto distante dalle attese. E invece andò bene, perché Tales from the Borderlands era un videogioco giunto al momento giusto, portando con sé una ventata d’aria fresca in un panorama dominato da troppi open world. E per un po’, in realtà cinque lunghi anni, si pensava che non ci sarebbe mai stato un prosieguo di Tales from the Borderlands.
Questo fino al 23 agosto scorso, appena prima della gamescom, la kermesse estiva dedicata al mondo dei videogiochi. Un trailer, tre nuovi personaggi e una storia ambientata a Promethea, il pianeta in cui sono ambientate le vicende del terzo capitolo del franchise. Esatto, dimenticate Rhys e Fiona (ma non totalmente) e cominciate a fare spazio nel vostro cuore a tre iconici perdenti che non hanno niente da invidiare al dinamico duo che abbiamo conosciuto in passato. Perché, se non fosse chiaro, New Tales from the Borderlands non è un sequel del primo episodio, ma una storia totalmente a parte, che tratta le vicende di tre nuovi protagonisti in modo unico e originale. Ma procediamo con ordine, dall’inizio.
Tre nuovi racconti, tre nuove trame che si intrecciano, tre nuove avventure
Impersoniamo Anu, suo fratello Octavio e Fran, tre veri falliti che vivono alla giornata e si preoccupano soltanto di arrivare alla fine del mese. Anu è una scienziata della Atlas, una delle grandi venditrici di tecnologie all’avanguardia capitanate proprio da Rhys, mentre Octavio è un ex ladruncolo che ruba ai ricchi per dare a sé stesso. E Fran, invece? Fran è la proprietaria del peggior negozio di Yogurt gelato di Meridia, la capitale di Promethea, e ha un grosso problema di gestione della rabbia. Tre protagonisti, un mondo corrotto e una città che può privarti della vita da un momento all’altro. Non si tratta di Night City, sia chiaro, quanto piuttosto di una Sodoma che non permette a nessuno di vivere onestamente, prediligendo l’affarismo e la crudeltà. Quando si sviluppa un’avventura grafica, infatti, spesso si commette l’errore di dover correre da un avvenimento all’altro senza prima dare un contesto a cosa accade durante la scoperta dell’esperienza.
Con New Tales from the Borderlands, al contrario, mi sono trovato di fronte a un racconto che arriva adagio ai suoi colpi di scena, ai suoi momenti sprezzanti ed ironici, non disdegnando mai di lasciare il giocatore letteralmente a bocca asciutta, sia per la commozione, quanto per l’ottima realizzazione e la capacità interpretativa di ciascun protagonista. La trama inizia con Anu, che si ritrova a dover fare i conti con i Jabber e una aiutante maldestra, alla ricerca dell’arma perfetta che, al contrario delle altre che la Atlas vende ai suoi clienti, non uccide ma manda il povero malcapitato che si ritrova sulla sua strada in un’altra dimensione. Questo spinge Rhys, che ritorna in New Tales from the Borderlands sempre con i suoi toni ironici e disperati, a licenziare la giovane scienziata.
Nel frattempo, Octavio, che vive alla giornata e sogna un futuro illustre, stringe amicizia con un bot assassino di nome L013 (sì, il robot che vedete in copertina, ndr). Al momento si ritrova ad aiutare Fran, che come sempre manifesta la sua insoddisfazione per la vita arrabbiandosi e, soprattutto, nascondendo i suoi reali sentimenti. Non facendo ulteriori spoiler che potrebbero rovinarvi il racconto, sappiate soltanto che il susseguirsi degli avvenimenti al suo interno riesce ad avere una morale capace di appassionare e lasciare di stucco. Questi tre nuovi personaggi, che prendono rispettivamente il posto di Rhys e Fiona, convincono grazie alla loro sinergia, che per l’intera durata dell’esperienza è costruita proprio perché il giocatore avverta la loro complicità.
Tornando alla trama, i tre protagonisti si ritrovano a dover sopravvivere all’invasione della Tediore Corporation, guidata dalla caparbia e perfida Susan Coldwell, una donna che potrebbe ricordare a tutti Jack il Bello per il suo senso dell’umorismo, ma che, in realtà, è unica nella sua crudeltà. La compagine, ritrovandosi in una ragnatela di intrighi impossibile da levare via con calma, si ritrovano dunque a dover contare gli uni sugli altri, provando a fare di tutto per sopravvivere. Avanzando nell’esperienza, il loro rapporto si rafforza sempre di più, spesso in modo del tutto unico, oltre che imprevedibile: vengono fuori dei dettagli rilevanti sulle loro esistenze, nello specifico su Fran, che nasconde un animo sensibile. Anu, al contrario, ricorda il passato burrascoso con il fratello, un tempo costretto a cavarsela da solo anche in situazioni complesse per chiunque.
A sorprendermi, oltre alla scrittura dei protagonisti principali, è specialmente la costruzione del contesto e del mondo di gioco. Pur essendo un’avventura narrativa, New Tales from the Borderlands riporta il giocatore a Promethea non tralasciando alcunché. Ho infatti percorso strade, visto luoghi della metropoli, partecipato a feste e vissuto situazioni particolari, e non è mai mancato il senso dell’umorismo che ha reso celebre Borderlands nel nostro medium preferito. Nelle ultime settimane, specialmente da alcuni commenti sui social dopo la pubblicazione di un post che annunciava che il gioco era entrato in gold, ho letto che New Tales from the Borderlands avrebbe avuto pochissimo della serie cui prendeva il nome.
E invece così non è stato, perché è Borderlands all’ennesima potenza, con tutta la lore del caso a farla da padrona e, indovinate un po’, non c’è alcuna cripta da aprire, il che significa prendersi qualche rischio, andando oltre ai dettami del passato in cui si è impersonato sempre un Cacciatore pronto a impossessarsi di tesori di ogni tipo, diventando magari più ricco di Jack il Bello. Quello di New Tales from the Borderlands è probabilmente un racconto strutturato meglio rispetto al passato, oltre che più fluido e migliore specialmente per merito delle interpretazioni degli attori dietro ad Anu, Octavio e Fran. Oltre a prestare le loro espressioni facciali, hanno incantato grazie alle loro voci, nello specifico Anudhar (il nome completo di Anu, se non si fosse capito), spesso vittima di attacchi di panico, che mi hanno spesso – e non lo dico con leggerezza – strappato ben più di una risata.
In contrapposizione, invece, Octavio è un protagonista che cerca sempre una soluzione a tutto pure quando non ce n’è assolutamente bisogno, con Fran a dargli manforte perché è la classica persona che ha letteralmente i pugni nelle mani, mettendosi sempre a disposizione per gli altri anche nei momenti complicati. Se da una parte c’è dunque un’ottima scrittura dei protagonisti principali, dall’altra è presente una realizzazione estremamente curata del mondo che circonda il giocatore, ma non soltanto lui.
Scegliere di non ambientare New Tales from the Borderlands in un altro luogo lontano da Pandora è, infatti, una scelta che appoggio assolutamente perché segue la linea già tratteggiata in passato con Borderlands 3, che vedeva Zane – in questo il personaggio tra i quattro selezionabili che ho scelto per la mia avventura – andare da una parte all’altra dell’Universo con lo scopo di fermare i perfidi Calypso. Nonostante in New Tales from the Borderlands le cose si facciano più semplici, non manca mai quel tono meraviglioso che da sempre contraddistingue la serie. Anche in questa occasione, e non poteva essere altrimenti, ritorna preponderante, proiettando il giocatore in un universo sempre più affascinante oltre che imperdibile.
Forte, dunque, di una narrazione costruita attorno ai personaggi principali, che in questo caso superano di gran lunga Rhys e Fiona sia nel contesto che attraverso la scrittura, New Tales from the Borderlands dal punto di vista di trama arriva all’obiettivo, trasmettendo alla fine un senso di smarrimento che, ancora adesso, percepisco mentre digito sulla tastiera queste parole. A non avermi convinto, però, sono le composizioni scelte per l'opera. A differenza di Tales from the Borderlands, dove mi sono innamorato di My Silver Lining dei First Aid Kit, c'è da dire che le composizioni musicali sono alquanto dimenticabili. Nonostante la mancanza di soundtrack degne di nota, questo nuovo racconto vi farà piangere, riflettere e, soprattutto, ridere a crepapelle, specie per certe situazioni che omaggiano anche lo stesso medium, che però è meglio non rivelare.
New Tales from the Borderlands è ancora più interattivo rispetto al passato
Per chi non avesse dimestichezza con le avventure grafiche, deve sapere che è un genere in cui è la trama ad essere la reale protagonista delle vicende che si vivono al suo interno. Nel caso di New Tales from the Borderlands, proprio come è accaduto in passato con Tales from the Borderlands, si alternano fasi di interazione e cutscene, con la possibilità di scegliere che risposta dare a un personaggio, e così via, scoprendo ulteriori sfaccettature. Alcune di esse possono anche cambiare le sorti di un legame o del finale, e New Tales from the Borderlands resta fedele alla formula classica di altre produzioni come Life is Strange, sebbene il nuovo videogioco di Gearbox Software sia meglio sviluppato da questo punto di vista. Non si rinuncia alla formula classica con i tipici quick time event, che ormai contraddistinguono ogni avventura narrativa e che, in New Tales from the Borderlands, sono implementati in maniera intelligente e posizionati laddove ce n’è bisogno, soprattutto quando si vivono situazioni complicate nonché al limite.
In New Tales from the Borderlands non si rinuncia all’esplorazione ma, soprattutto, ai tre oggetti dei protagonisti. Anu indossa degli occhiali capaci di scansionare qualunque superficie, mentre Octavio un Echodex in grado di fargli sapere tutto su una persona, e Fran siede su una sedia che svolazza a cinque centimetri dalla superficie, l’unico modo che ha per spostarsi e raggiungere un punto di interesse, e che la difende da qualunque minaccia. Se non mi credete, sappiate che è addirittura in grado di congelare qualcuno senza troppe complicazioni. Nel corso degli episodi, proprio come in Borderlands, sarà addirittura possibile cambiarsi d'abito e acconciatura, un'aggiunta che farà piacere ai maniaci della bellezza.
Un’altra piacevole aggiunta, che tuttavia perde di mordente una volta concluso il videogioco con tutti i suoi finali, è la lotta tra i Vaultanders, una sorta di sfide tra sagome ispirate a Dungeons and Dragons in cui si scelgono dei modellini da fare combattere in un’arena tuttavia poco ispirata. Sarà possibile, infatti, risolvere spesso delle situazioni proprio grazie a questo gioco, che però non spingerà a viverlo nella sua interezza al di fuori della storia principale. In caso di vittoria, infatti sarà possibile acquisire il Vaultlander avversario. Sì, qualora ve lo steste chiedendo, c’è anche la possibilità di reperire il compianto ma mai dimenticato Jack il Bello. Al netto di qualche criticità, il gameplay di New Tales from the Borderlands resta dunque fedele al passato e a tante altre avventure narrative, preferendo in tal senso non prendersi alcun rischio, sebbene le parti ludiche e quelle narrative riescano ad amalgamarsi ottimamente, convincendo e divertendo.
La fine è solo un grande, imprevedibile inizio
Promethea, come accennavo prima, è un luogo esagerato e lussurioso, nonché pieno di negozi di qualunque genere. È impossibile, infatti, restare indifferenti da cosa ci sia attorno, mentre si esplorano le sue strade disseminate di cadaveri e di impianti cibernetici sparsi sull'asfalto, con la speranza magari di realizzare un sogno di qualunque tipo. La direzione artistica dell’opera di Gearbox Software, infatti, non tradisce cosa è stato fatto di buono in passato e ha confezionato anche stavolta una meravigliosa prova di resa estetica.
Il motore grafico in cel-shading di Borderlands 3 ritorna in forma smagliante, non rinunciando tuttavia a un’impostazione più vicina ai videogiochi di Telltale Games, anche se la rifinitura nelle texture è più vicina al terzo capitolo del franchise di Gearbox Software. I modelli poligonali, a riguardano, ricordano l’ottimo lavoro svolto in passato proprio con Borderlands 3 e sono esteticamente più in linea con Zane e Fl4k, rispetto a Zer0 o Brick.
Sul versante tecnico, invece, non abbiamo niente da eccepire, tant’è che New Tales from the Borderlands è ben ottimizzato e garantisce un frame rate stabile anche su un PC di fascia media. Non abbiamo riscontrato bug di alcun genere, se non qualche caricamento più longevo nei momenti concitati. Al netto di questo, alle volte abbiamo notato dei rallentamenti proprio durante i quick time event a causa dei tanti oggetti presenti su schermo.
La fine, si dice, è solo un grande, imprevedibile inizio. New Tales from the Borderlands è un’opera che arriva in un momento alquanto saturo di produzioni, ma che potrebbe ritagliarsi un suo spazio senza troppe complicazioni. Non solo per il nome che porta, non solo per la sua trama e il suo gameplay ottimamente amalgamati, ma soprattutto per la sua personalità, che era qualcosa che Gearbox Software doveva inserire assolutamente. È Borderlands allo stato puro, con i suoi momenti ironici, iconici, strazianti e triste. È un nuovo capitolo, e siamo sicuri che non sarà l’ultimo.
Voto Recensione di New Tales from the Borderlands - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Una storia meravigliosa, commovente e coinvolgente, che vi accompagnerà per quindici ore in maniera del tutto spensierata
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Il contesto di Promethea è affascinante, oltre che lodevole e ben implementato
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Tre protagonisti nuovi che sanno il fatto loro caratterizzati in modo encomiabile
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Un'ottima realizzazione grafica, oltre a una pregevole direzione artistica
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Un gameplay efficace e semplice, ma...
Contro
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Qualche inciampo tecnico qua e là, oltre a dei rallentamenti nei momenti concitati
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L'inserimento dei Vaultlanders e del minigioco a loro dedicato sarebbe potuto essere sfruttato meglio
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... ma con poche reali innovazioni
Commento
New Tales from the Borderlands è, in definitiva, il degno proseguimento di un sogno inseguito ormai qualche anno fa. Oltre a essere una ulteriore prova di maturità da parte di Gearbox Software, è la dimostrazione di quanto sia importante costruire una bella storia in certe occasioni. Al netto di un gameplay che non innova molto, siamo davanti a una produzione immancabile di ogni appassionato e, chissà, persino di chi non può fare a meno dell'universo di Borderlands.
Informazioni sul prodotto
New Tales from the Borderlands - PC