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NBA 2K22 | Recensione

Visual Concepts torna, puntuale come sempre, con NBA 2k22, la nuova edizione dell'ottimo simulatore di basket atta a migliorare quanto fatto l'anno scorso.

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a cura di Andrea Maiellano

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Settembre è arrivato e con lui, puntale come sempre, anche la nuova edizione della simulazione sportiva di Visual Concepts. E con la stessa precisione, come se fossimo prigionieri in un loop temporale, ci ritroviamo a recensire una produzione che, al netto di tutte le critiche che si possono muovere al sistema interno di microtransazioni, si rivela come sempre inappuntabile sotto il punto di vista simulativo. NBA 2k22 è la classica edizione votata all'affinamento, quella che (come già visto a ogni cambio di console) non punta a stupire ma a confermare il passaggio generazionale e le conseguenti migliorie introdotte l'anno precedente.

D'altronde aspettarsi ogni anno uno stravolgimento delle fondamenta di una produzione così solida, e imprescindibile per gli amanti del NBA, sarebbe pura follia e sia gli appassionati che Visual Concepts lo sanno bene. NBA 2K22, quindi, si presenta come quel capitolo che, a ogni nuova generazione di console, si pone l'arduo obiettivo di definire le nuove "regole del gioco", limando e rifinendo le fondamenta sulle quali si ergerà il nuovo corso del franchise negli anni a venire.

Quattro tiri a canestro

Come accennato in apertura, con NBA 2K22 Visual Concepts ha voluto fermarsi ad analizzare le numerose modifiche al gameplay, apportate con la scorsa edizione, e rifinirle per venire incontro ai feedback ricevuti dalle community di gioco. Questo, però, non ha impedito agli sviluppatori di introdurre qualche piccola novità, prima fra tutte la nuova concezione della resistenza fisica. Se prima bastava premere rapidamente il grilletto assegnato alla corsa per liberarsi dagli avversari, ora questa operazione risulterà più complessa, poiché la barra della resistenza fisica è stata divisa in due sezioni specifiche.

La prima mantiene lo stesso utilizzo di sempre, ovvero indicare quando il giocatore ha bisogno di rientrare in panchina per recuperare le energie, la seconda, invece, si rivela maggiormente situazionale è dedicata a indicare lo sforzo compiuto dal giocatore durante l'azione che compie in un dato momento.

Se erroneamente state pensando che si tratti di un dettaglio di poco conto, sappiate che questa novità cambia completamente le dinamiche di gioco, ponendosi come un'innovazione per il genere stesso dei simulatori sportivi. Se fino a oggi quasi tutte le simulazioni sportive utilizzavano la gestione della fatica come uno stratagemma per alternare i giocatori in campo, renderli meno performanti e più soggetti agli infortuni, in NBA 2K22 ogni possesso di palla obbligherà il giocatore a tempi di reazione, e ragionamento, molto rapidi. Esattamente come se ci si ritrovasse realmente su un campo da basket.

Mantenere troppo a lungo il possesso di palla, sforzare eccessivamente il giocatore per liberarsi dagli avversari e così via, si rivelerà il modo migliore per ottenere un calo considerevole delle energie del giocatore, con conseguenti effetti collaterali quali una finestra di lancio ridotta, reattività minore e incapacità di sfruttare appieno il suo potenziale. Il reale punto di forza di questa rinnovata gestione della fatica introdotta in NBA 2K22, è che risponde a ogni azione dei giocatori in maniera altamente realistica, dando il giusto peso ai differenti tipi di azione di gioco.

La rinnovata gestione della fatica, introdotta in NBA 2K22, stravolge completamente le dinamiche di gioco a cui i giocatori erano abituati, riuscendo a offrire un perfetto bilanciamento fra tempi di reazione molto rapidi, e precisi, e un costante approccio votato al gioco di squadra, dove tutti i cestisti in campo andranno sfruttati saggiamente, sapendo quando farli rientrare in difesa per prendere fiato per ricaricare le proprie energie.

Le restanti meccaniche di gioco non si distanziano da quanto visto con la precedente edizione, limitandosi appunto a una rifinitura generale della gestione delle finestre di lancio, all'aggiunta di nuove animazioni per le palle rubate o stoppate, a dei rinnovati quick time events che offrano schiacciate spettacolari, e altamente scenografiche, e all'introduzione di tutta una serie di animazioni inedite per le numerose azioni di gioco presenti in NBA 2K22.

Ultima ma non meno importante, una corposa azione correttiva verso tutte quelle anomalie nella fisica della precedente edizione. Le situazioni in cui si paleseranno comportamenti "particolari" sul campo sono molto più rare rispetto al passato e le animazioni dedicate ai contatti fra i giocatori si mostrano più pesanti e in grado di restituire la giusta fisicità all'azione di gioco offerta da NBA 2K22.

La città che non dorme mai

NBA 2k22 ripropone la sua personale visione su come ogni cestista che si rispetti spenda il suo tempo libero. La Città, che riprende ed espande il concetto alla base del celebre Quartiere introdotto anni fa, ricopre il ruolo di un immenso "playground" dove far passare il tempo al proprio avatar, realizzato attraverso la oramai imprescindibile modalità MyPlayer.

Laddove, però, la simulazione sportiva risulta ogni anno più rifinita e convincente, e la modalità MyPlayer sempre più curata in ogni suo dettaglio, la Città si rivela uno degli elementi più deboli di NBA 2K22, limitandosi a proporsi come un ingombrante aggregatore di attività secondarie poco ispirate e che esauriscono il loro fascino in breve tempo.

Il vero problema della Città è che Visual Concepts ha voluto tentare la strada del "videogioco tradizionale" per la progressione della campagna per giocatore singolo. Per perpetrare questo obiettivo gli sviluppatori hanno proposto una porzione di città completamente esplorabile dal giocatore, corredata da una serie di "missioni" secondarie, e attività accessorie, da portare a termine per far progredire la carriera del proprio avatar.

Questo elemento impatta fortemente sul comparto narrativo, proponendo una storia raccontata in maniera più scialba e ben distante dai picchi raggiunti in passato dalla serie. Inoltre le attività secondarie proposte da NBA 2K22, per quanto numerosissime, si limitano a un insieme di compiti ridondanti atti a far guadagnare al giocatore punti VC, badge e accessori, imbrigliando il giocatore in una sequela dilatata di azioni che esulano dal Basket e rompono eccessivamente il ritmo di gioco.

Se a tutto questo si aggiunge una realizzazione sommaria della Città, l'obbligo di spostarsi fisicamente da un punto all'altro della mappa con un sistema di controllo legnoso e impreciso e il costante bombardamento mediatico di ogni tipo di sponsor concepibile da mente umana in un ambiente spoglio e asettico, si comprende come mai ci si trovi di fronte alla componente più frustrante, e meno convincente, di NBA 2K22.

The W, la vera modalità carriera

Realizzata con meno risorse rispetto alla modalità MyPlayer, The W offre una modalità carriera dedicata alle giocatrici della WNBA e presenta quella formula perfettamente bilanciata, che ci aspettavamo dalle modalità più celebri di NBA 2K22. Nessuna Città, narrazione ridotta all'osso e un focus maggiore sul basket e sulla gestione della propria giocatrice. Senza rimarcare l'ottimo lavoro in termini di simulazione svolto da Visual Concepts, in grado di trasmettere attraverso il pad la differenza fisica fra NBA e WNBA, The W si pone, grazie alla sua immediatezza, come una delle migliori modalità carriera attualmente sul mercato, incentrata sullo sport e priva di utili fronzoli.

Microtransazioni... microtransazioni ovunque!

Inutile girarci intorno! Ogni anno è sempre la stessa storia. Possiamo riversare fiumi di parole per elogiare la nuova edizione della simulazione di Visual Concepts, incensarne le meccaniche di gioco, promuoverne la gestione dei giocatori e apprezzarne la volontà di sperimentare con modalità alternative.

Ma la realtà dei fatti è che dopo decadi di monopolio sul mercato, la serie presenta due differenti strade a ogni sua rinnovata apparizione sul mercato nel mese di settembre: chi ci gioca da tempo immemore e lo acquista a scatola chiusa, consapevole di doverci investire ulteriore denaro per poter giocare online e chi ci si avvicina per la prima volta, incuriosito dalle valutazioni e dall'imponente comparto tecnico... abbandonandolo dopo poco tempo a causa di un sistema di microtransazioni troppo invadente.

NBA 2K22 rispetta perfettamente questa annuale tradizione, offrendo attraverso le modalità MyTeam e My Player, la possibilità di investire soldi veri per ottenere, più o meno rapidamente, giocatori dalle caratteristiche competitive o potenziare il proprio avatar per farlo competere contro i giocatori più forti.

Se tutto questo vi riporta alla mente il celeberrimo FUT di FIFA, la situazione offerta da NBA 2K22 è addirittura peggiore. Per quanto sia vero che, analogamente alla produzione di EA, anche qui si acquistino pacchetti di carte, ticket per partecipare ai Draft e pacchetti di punti VC per fare praticamente tutto, in NBA 2K22 troviamo una "fiumana" di sponsor dislocati in ogni dove, mostrando come questo "evento digitale dedicato al basket" abbia un costante bisogno di monetizzare per essere mantenuto a dovere.

Il vero problema è che, anno dopo anno, la produzione di Visual Concepts sembra sempre più creata con lo scopo di voler far spendere ulteriore denaro agli utenti. La progressione stessa della modalità MyPlayer, con la Città ricca di attività noiose e poco remunerative, sembra dilatata volutamente per portare allo sfinimento il giocatore e fargli spendere qualcosa per migliroare sensibilmente il proprio avatar.

E tutto questo è un vero peccato, perché fra bombardamento commerciale, una quasi obbligata necessità di investire ulteriori soldi e una preclusione dal gioco online se non si partecipa alla lotteria di MyTeam, il rischio di andare a offuscare tutte le imprescindibili qualità di NBA 2K22 è molto alto, rendendolo sempre più difficile da consigliare ai novizi o a chi vorrebbe "solo" un buon gioco di basket con il quale rivivere digitalmente la propria passione.

NBA 2K22 e la next gen

In merito al comparto tecnico di NBA 2K22 c'è ben poco da dire a parte che è mastodontico. Quanto di buono è stato realizzato nell'edizione precedente, ritorna quest'anno riveduto e corretto. Le animazioni surreali, e i comportamenti inusuali, dei giocatori sono state corrette e tutti i modelli dei giocatori e degli stadi sono stati migliorati. Il colpo d'occhio è sempre incredibile in termini di realismo e definizione, così come le caratteristiche intrinseche dei giocatori sono fedeli alle controparti reali, sia in termini di stile di gioco che per quanto riguarda animazioni, espressioni e fisicità.

Unica nota negativa, come già rimarcato poc'anzi, la realizzazione della Città e dell'impianto di gioco all'interno di essa. Spoglia nelle ambientazioni e ricolma di arretratezze tecniche, si rivela con l'unico vero tallone d'Achille di una produzione che, anche quest'anno, rimarca la sua maestosità in ambito tecnico.

Voto Recensione di NBA 2K22 - PS5


8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Il gameplay continua a migliorare di edizione in edizione.

  • - Fra modalità alternative e attività secondarie, offre davvero tantissime cose da fare.

  • - La rinnovata gestione della fatica rimarca la volontà degli sviluppatori del creare la simulazione perfetta.

Contro

  • - Le microtransazioni stanno diventando letteralmente il punto dolente di tutta la produzione, portando il costo del gioco base a essere un mero "biglietto d'ingresso" al quale vanno aggiunte notevoli spese aggiuntive se si decide di competere online fin dai primi giorni di gioco.

  • - La città è spoglia e priva di un'identità reale, limitandosi a ricoprire il ruolo di contenitore di attività obbligatorie alla crescita del personaggio, frivole e poco stimolanti.

Commento

È sempre difficile puntare il dito verso l'annuale appuntamento con il basket di 2K. NBA 2K22 è, come da tradizione, il miglior gioco di basket disponibile sul mercato e questo importante dettaglio, rende molto complesso comprimere in un semplice numero, tutti i pro e i contro della produzione di Visual Concepts. Da un lato troviamo un'edizione votata alla rifinitura, in grado di prendere tutto il bello del capitolo precedente e limarne i difetti per far emergere il potenziale offerto dalle console di nuova generazione. Dall'altra sponda, però, troviamo ben poche novità di rilievo, una città spoglia ed eccessivamente votata ad attività accessorie e poco interessanti e, ovviamente, un focus verso le microtransazioni che, di anno in anno, diventa sempre più invadente e poco piacevole per chi i novellini che si avvicinano per la prima volta alla serie. NBA 2K22, però, rimane il re del parquet, con una simulazione rifinita, realistica, complessa da padroneggiare ma in grado di restituire enorme soddisfazione a chi gli dedicherà il giusto tempo.

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NBA 2K22 - PS5

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