La storica casa di sviluppo Naughty Dog, creatrice di franchise di successo come Crash Bandicoot e The Last of Us, è stata venduta a Sony nel 2001 a causa dei costi di sviluppo dei videogiochi sempre più elevati. Lo ha rivelato Andy Gavin, co-fondatore dello studio, in un post sul suo profilo LinkedIn.
La decisione di cedere la proprietà a Sony fu, infatti, motivata dalla necessità di garantire la sostenibilità finanziaria dell'azienda di fronte all'aumento esponenziale dei budget di produzione. Gavin ha spiegato che mentre i primi giochi degli anni '80 costavano meno di 50.000 dollari ciascuno, già Crash Bandicoot nel 1996 aveva richiesto un investimento di 1,6 milioni di dollari.
Il trend di crescita dei costi è continuato negli anni successivi:
- Jak and Daxter (1999-2001): 15 milioni di dollari
- Jak 3 (2004): 45-50 milioni di dollari
Gavin ha sottolineato come questo fenomeno non riguardasse solo Naughty Dog, ma fosse un problema sistemico dell'industria dei videogiochi AAA. La maggior parte degli sviluppatori non aveva le risorse per autofinanziare progetti così costosi, dando un enorme potere contrattuale ai publisher.
Dopo l'acquisizione, Naughty Dog ha raggiunto nuovi livelli di successo e prestigio nell'industria: la serie Uncharted per PlayStation 3 si è affermata come una delle più popolari esclusive Sony, mentre The Last of Us del 2013 ha consacrato lo studio tra i migliori sviluppatori al mondo.
Ovviamente, i costi di produzione hanno continuato a salire vertiginosamente. Sony ha investito centinaia di milioni di dollari nei giochi Naughty Dog, inclusi progetti poi cancellati come lo spin-off multiplayer di The Last of Us.
Se Naughty Dog avesse dovuto sostenere autonomamente questi costi, molti dei suoi giochi più celebri probabilmente non sarebbero mai stati realizzati. La cessione a Sony ha, quindi, garantito allo studio le risorse necessarie per sviluppare titoli ambiziosi e di altissima qualità, consolidando la sua posizione di punta nell'industria videoludica.