Mutant Year Zero: Road to Eden Recensione, mutanti alla riscossa
Abbiamo recensito per voi Mutant Zero Year; Road to Eden!
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a cura di Matteo Lusso
In sintesi
Mutant Year Zero: Road to Eden ci mette nei panni di un insolito gruppo di mutanti che collabora con l'Arca, uno dei pochi rifugi sicuri presenti nella Svezia post-apocalittica. La ricerca dell'Eden -un luogo mitico dove si vocifera siano presenti un immensa quantità di scorte prebelliche- ci guiderà per gran parte dell'avventura attraverso un mondo pericoloso e ricco di pericoli.
Mutant Year Zero: Road to Eden è un gioco di ruolo post-apocalittico, con visuale isometrica dall'alto e combattimenti a turni che strizzano l'occhio ai ben noti XCOM. Gli sviluppatori svedesi di The Bearded Ladies, tra le cui fila si annoverano alcuni dei creatori di Hitman e Payday, hanno stravolto le loro terre natie con la più classica delle guerre nucleari che ha praticamente spazzato via l'umanità. Le persone sono ormai costrette a vivere in piccoli e molto meno evoluti insediamenti ma dalla nebbia radioattiva sono però comparsi, oltre a pericolose aberrazioni, dei mutanti che uniscono un corpo umano a un aspetto animale.
Facciamo quindi subito conoscenza di Bormir e Dux - per chi non li avesse già sentiti nominare nella nostra anteprima - rispettivamente un cinghiale e un papero antropomorfi che, grazie alla loro resistenza alle radiazioni e capacità in combattimento, aiutano l'Arca, uno dei pochi rifugi civilizzati, a recuperare risorse dai resti del mondo pre-guerra. L'incipit narrativo porta ben presto i nostri protagonisti alla ricerca di un mitico luogo chiamato Eden, al cui interno dovrebbero trovarsi un'incredibile quantità di scorte. Durante il proprio viaggio, incontreranno però altri mutanti che si uniranno al gruppo e scopriranno tante verità nascoste. La narrazione è, al netto dei soliti cliché, efficace: sono state sufficienti appena 10 ore per terminare Mutant Year Zero esplorando ogni angolo disponibile, però abbiamo potuto visitare ambientazioni interessanti, combattere tanti avversari, conoscere molti retroscena legati al passato e, ovviamente, godere di qualche colpo di scena abbastanza inaspettato. Purtroppo, il finale termina con un cliffhanger e rende di fatto Road to Eden il primo tassello di un progetto che gli sviluppatori sicuramente amplieranno.
Se la storia ci è parsa in grado di mantenere viva l'attenzione del giocatore per tutta la sua durata, anche il gameplay vero e proprio fa un buon lavoro nel non annoiare il giocatore. Tolto infatti l'aspetto sopra le righe dei mutanti che controlliamo, il nostro piccolo gruppetto si trova spesso a dover combattere, sfruttando intelligentemente la furtività e le posizioni vantaggiose. Durante l'esplorazione è infatti possibile muovere liberamente la nostra squadra, composta da un massimo di tre elementi alla volta, raccogliere rottami - la valuta del gioco - e aprire le casse alla ricerca di nuovo equipaggiamento ma, soprattutto, tendere imboscate ai nemici ignari. Gli avversari hanno infatti un cerchio rosso attorno a loro, che si riduce se ci muoviamo più lentamente mentre siamo accovacciati, e finché non siamo all'interno non scopriranno la nostra presenza. Se poi si sfruttano i ripari per nascondersi è possibile cogliere di sorpresa un nemico isolato ed eliminarlo prima che possa chiamare i rinforzi.
Abbiamo davvero apprezzato questa meccanica, anche se un po' basilare. Non è infatti possibile attirare l'attenzione di una minaccia per farla spostare, quindi ci sono sempre dei momenti in cui bisogna cominciare una sparatoria con più nemici ma, una volta imparato il meccanismo e come funzionano la abilità dei nostri mutanti, diventa piuttosto facile sfoltire i gruppi avversari senza far scattare nessun allarme. Molto semplicemente, quando avviamo l'imboscata, è come se iniziassimo per primi il combattimento a turni: questo è un grande vantaggio, tuttavia bisogna usare armi silenziate e far subito fuori il nostro bersaglio, così che non possa chiedere aiuto.
La battaglia vera e propria vede quindi la suddivisione dell'area di gioco in caselle, a differenza dei momenti in cui si esplora. Ogni personaggio ha due soli punti azione e ne consuma uno o più per eseguire la propria mossa. Possiamo spostarci, usare le granate, sparare, attivare il fuoco di copertura per colpire i nemici quando si muovono o usare le abilità speciali. Vien da sé che per il movimento servono uno o due punti a seconda di quante caselle vogliamo spostarci ed è molto importante cercare immediatamente un riparo. Muri, alberi, banconi, casse e qualsiasi altro elemento dello scenario fornisce infatti un bonus alla difesa, oltre a diminuire le probabilità dei nemici di andare a segno; uno scudo bianco segnala i ripari sicuri e quanto ci proteggono, mentre il colore rosso indica invece se siamo scoperti rispetto alle posizioni degli avversari. In ogni caso, il campo di battaglia può modificarsi, dato che le esplosioni e alcune armi e abilità possono distruggere le protezioni dietro cui ci troviamo.
Molto importanti sono anche le posizioni sopraelevate che forniscono un aumento del 25% alla percentuale di successo di un tiro. Naturalmente, tutto ciò vale anche per quelli contro cui combattiamo: l'intelligenza artificiale è infatti sufficientemente furba da cercare di stanarci con le bombe e di ottenere la posizione più strategica. Anche alle difficoltà più basse Mutant Year Zero è infatti difficile con una curva di apprendimento davvero ripida. Tuttavia, una volta imparato a tendere le imboscate ed eliminando le creature della Zona singolarmente, ogni livello da esplorare si completa sempre allo stesso modo, usando quasi meccanicamente le abilità e le armi dei nostri eroi. Non ci sono infatti grosse variazioni sul tema: i nemici sono abbastanza simili fra loro, con due sole unità di cui dobbiamo veramente preoccuparci. Lo Sciamano può infatti chiamare in battaglia ulteriori avversari e il Med-bot può rianimare quelli che abbiamo già sconfitto. Una volta eliminati silenziosamente o per primi questi due, la complessità del combattimento cala molto rapidamente.
Nonostante la ripetitività intrinseca, ogni sparatoria è comunque stimolante e richiede un buon livello di tatticismo. Come già accennato, Mutant Year Zero usa le percentuali per determinare il successo di un colpo quando miriamo a un nemico. Ogni arma ha una portata, che aumenta le probabilità in base alla vicinanza, le granate sono utili non tanto per far danno ma per far spostare o stordire i nemici in posizione scomode e, infine, le abilità permettono di infliggere grossi danni, pagando però una riduzione del 25% sul risultato di ogni sparo. A conti fatti, le meccaniche sono abbastanza grezze, senza introdurre novità rispetto ad altri videogiochi simili ma, nonostante ciò, riescono comunque a creare dipendenza. Non abbiamo infatti trovato bug gravi, eccetto la tendenza dei personaggi a incastrarsi temporaneamente in alcuni punti dello scenario, e per questo le nostre ore di gioco sono aumentate molto tranquillamente.
Qualche critica va però mossa al sistema delle percentuali, a volte un po' troppo casuale. Può capitare di mancare il bersaglio se la probabilità di successo è del 75%, però, vedere il proiettile che lo attraversa quando è dietro un angolo ma comunque sulla linea di tiro, lascia leggermente perplessi. Riteniamo inoltre che i nemici a volte si comportino ingenuamente, restando scoperti solo per potersi avvicinare. Si tratta però di piccolezze che non rovinano l'esperienza complessiva.
Siamo quindi rimasti soddisfatti da Mutant Year Zero: Road to Eden. È un RPG classico, che ci permette di scegliere armi e armature dei protagonisti, di giocare con le loro statistiche e di potenziarli con l'esperienza guadagnata in battaglia. È però piuttosto breve e abbastanza lineare. La Zona, ovvero il nostro mondo di gioco, è infatti suddiviso in più aree collegate fra loro che si susseguono abbastanza linearmente una dopo l'altra. Abbiamo anche qualche deviazione che però porta sempre a vicoli ciechi, assolutamente da esplorare per salire di livello, ottenere equipaggiamento migliore e conoscere qualche dettaglio in più grazie ai collezionabili nascosti in giro.
Durante la nostra prova siamo infine rimasti convinti anche dalla qualità tecnica. Gli elementi tridimensionali degli scenari sono ben modellati, le texture abbastanza definite e il motore di gioco è in grado di nascondere parte degli elementi che coprirebbero la visuale. Anche quando si combatte e quindi la telecamera si avvicina, si resta sorpresi dal livello di dettaglio raggiunto, per via delle buone animazioni dei personaggi e la cura nella generazione delle ombre e degli effetti di luce come le esplosioni. Per tutti questi motivi, l'acquisto di Mutant Year Zero: Road to Eden non può che essere consigliato, soprattutto per chi adora questo genere di videogiochi e vuole un buon livello di sfida, tenendo però presente che bastano una decina d'ore per portare a compimento l' intera avventura.
Voto Recensione di Mutant Year Zero: Road to Eden
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Gameplay riuscito.
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- Preparare un'imboscata è il momento migliore.
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- Divertente e sopra le righe.
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- Buon livello di difficoltà.
Contro
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- Breve durata.
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- Un po' ripetitivo nelle fasi finali.
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- Le sparatorie basate sulle percentuali a volte sono un po' troppo casuali.
Commento
Mutant Year Zero: Road to Eden è un RPG isometrico e strategico a turni ben congegnato. Unisce due differenti modi di giocare, consentendo un passaggio fluido dall'esplorazione al combattimento e permettendo al giocatore di sfruttare la furtività e le imboscate per guadagnare un grande vantaggio tattico. Non si distingue però dai capostipiti del genere, come XCOM, e ciò può essere sia un bene che un male. Il gioco ha infatti una sua identità e stile ma tuttavia non introduce alcune reali novità. A ogni modo, il difetto maggiore resta la scarsa durata, ma l'intera avventura offre comunque una buona sfida e una storia parecchio interessante e intrigante.