A quasi 6 mesi di distanza dalle versioni PS4, Xbox One e PC, Moonlighter approda su Nintendo Switch non presentando novità, ma mantenendo inalterata la riuscita formula da gioco di ruolo con elementi roguelite e un accenno di gestionale. La vita di Will è divisa tra la sua natura da commerciante, sempre pronto a fissare il giusto prezzo per la merce in vendita, e lo spirito da avventuriero che si cala nei dungeon senza paura.
Moltissimo tempo fa, vennero portati alla luce durante degli scavi archeologici, alcuni portali in grado di condurre in altri misteriosi luoghi e strane dimensioni. Vicino al sito archeologico, che attraeva avventurieri di ogni tipo, fu costruito il villaggio di Rynoka. Ciò che una volta era un fiorente centro che prosperava grazie ai tesori saccheggiati, oggi è una cittadina poco animata. La vita si è fatta sempre più dura e nessuno si addentra più nei dungeon, tranne Will, proprietario della storica bottega Moonlighter che sogna di diventare un eroe.
Come vi abbiamo già raccontato per la versione PS4, una giornata di gioco è scandita da due momenti: al mattino Will vende gli oggetti ottenuti dalle sue avventure, mentre la sera va in giro per i tre piani dei dungeon in cerca di oggetti sempre più preziosi da vendere. Ben presto imparerete che anche se le stanze sono generate casualmente, ci sono degli schemi che si ripetono che vi potranno dare un grande aiuto per capire se vi state avvicinando sempre più allo scontro finale.
Completare tutti i piani di un portale non richiede un tempo eccessivo, solitamente basta una manciata di minuti per ripulire un piano e qualche colpo ben assestato per fare fuori i nemici, motivo per il quale anche la morte appare come una punizione non troppo pesante se confrontata con altri roguelike. Certo si perde gran parte del bottino, ma in un attimo si è di nuovo in piedi con tutto l’equipaggiamento per affrontare nuovamente i nemici.
Il tempo contenuto per portare avanti una partita potrebbe essere un motivo valido per giocare il titolo su Switch in mobilità, metodo perfetto per partite mordi e fuggi. Una maggiore permissività invece potrebbe avvicinare chi non è avvezzo di roguelite. Il gioco, tuttavia, si presenta da subito con tre diversi livelli di difficoltà quindi adatto anche a chi cerca una maggiore sfida.
Percorrendo i dungeon non abbiamo incontrato problemi tecnici, ma in uno sporadico caso siamo stati vittime di un bug fastidioso con i portali. Dopo aver ottenuto l’artefatto che ci permette di aprire un varco per tornare al villaggio, e in seguito tornare al dungeon nell’esatto punto in cui l’abbiamo lasciato, abbiamo provato a farne buon uso attivandolo poco prima dello scontro con il boss. Siamo tornati al negozio, abbiamo messo al sicuro tutta la mercanzia raccolta e siamo tornati sui nostri passi. Quando ci siamo lanciati nel portale lo schermo si è oscurato e siamo rimasti bloccati nella schermata di caricamento. Abbiamo riavviato il gioco due, tre volte, nella speranza di poter superare l’impasse ma alla fine abbiamo dovuto rinunciare e ricominciare il dungeon dal primo piano.
Il dispiacere maggiore non è stato il tempo perso quanto il denaro sprecato. Ogni attivazione dell’artefatto ha un costo in denaro anche a seconda del piano e del luogo in cui ci si trova. Le monete sono la valuta che tiene in piedi praticamente ogni attività di Moonlighter: dal gestire il proprio negozio al ricostruire la città, dall'acquistare equipaggiamenti e incantamenti fino all'entrare e uscire dal dungeon in sicurezza prima del suo completamento.
Ok, il prezzo è giusto.
Gran parte del lavoro di gestione del proprio negozio sarà occupato dal fissare il giusto prezzo per gli oggetti in vendita tenendo conto della richiesta e delle espressioni dei clienti. L’unico indicatore per capire se stiamo svolgendo al meglio il nostro lavoro è dato proprio dalle “emoticon” che appariranno sulla testa dei clienti. Quando stiamo vendendo un pezzo a basso costo rimettendoci, gli occhi della faccina assumeranno la forma di due monete e spunterà sul viso un grande sorriso; una faccina felice indica che il prezzo è onesto e il cliente è soddisfatto; la faccina triste indica che l’oggetto è più caro del dovuto, e mano a mano ne diminuirà la richiesta; una faccina molto triste invece ci dice che il prezzo è troppo caro e il cliente continuerà a cercare, fino a quando non se ne andrà a causa di due oggetti troppo cari; una faccina adirata è un valido indicatore per capire che a quel prezzo quell'oggetto non ha speranze di essere venduto.
Per completare la transazione è necessario essere dietro al bancone e accettare lo scambio, altrimenti se lasciamo attendere il cliente troppo a lungo ci pagherà solo una parte e se ne andrà con tutta la merce. Le merci più rare, come quelle ottenibili dai boss, si ottengono una sola volta a partita pertanto è essenziale venderle a un bel prezzo e non svalutarle. Le meccaniche di vendita non sono profonde se confrontate con Recettear, gioco che ha ispirato negli ultimi anni il genere gestionale misto a dungeon crawler.
L’oro richiesto per craftare, forgiare armi e armature, incantare equipaggiamenti, migliorare il negozio e ridare lustro alla città sale vertiginosamente, spingendoci a fare molta attenzione ai prezzi degli oggetti che vendiamo. Si innesca un ciclo di azioni che porta al grinding perché per ottenere oggetti preziosi bisogna avventurarsi nei dungeon più pericolosi, ma per sopravvivere è necessario dotarsi degli equipaggiamenti più resistenti i quali non possono essere ottenuti senza denaro e materiali provenienti dai dungeon stessi.
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