Monster Hunter Stories ritorna in grande stile | Provato

Abbiamo messo le mani sulla remastered di Monster hunter Stories, riscoprendo un titolo invecchiato dannatamente bene.

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a cura di Andrea Maiellano

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Durante il Nintendo Partner Direct, trasmesso lo scorso febbraio, Capcom ha annunciato che Monster Hunter Stories arriverà su PC, Nintendo Switch e PlayStation 4, il prossimo 14 giugno.

Un annuncio che era nell’aria fin dall’uscita, nel 2021, di Monster Hunter 2: Wings Of Ruin. L’ottimo sequel, rilasciato per nintendo Switch e PC, per quanto non avesse collegamenti con il precedente capitolo, fece scoprire, ai giocatori occidentali, la peculiare serie di spin-off dedicata a Monster Hunter.

Monster Hunter Stories 2, verrà rilasciato per PS4 (con il pieno supporto a PS5) in concomitanza con la remastered del primo titolo, garantendo, anche ai giocatori PlayStation, di poter giocare l'intera saga sulla loro console.

Perché abbiamo sottolineato “nei giocatori occidentali”? per il semplice motivo che il primo Monster Hunter Stories uscì esclusivamente su Nintendo 3DS e, considerando il rilascio a ridosso dell’arrivo di Switch e un bacino di utenza maggiore in Giappone, la versione occidentale del gioco non ricevette tutti gli aggiornamenti realizzati per il titolo, rimanendo priva di numerosi contenuti.

Viene da se che, con un secondo capitolo che ha ottenuto un buon riscontro da parte di pubblico, e critica, e le celebrazioni per il ventennale del franchise, Capcom si è ritrovata fra le mani l’opportunità di riproporre, nella sua versione migliore, il primo RPG dedicato a Monster Hunter a un bacino molto più ampio di utenti.

Monster Hunter Stories, difatti, presenterà al suo interno tutti gli aggiornamenti, e i contenuti, rilasciati per la versione giapponese del titolo, oltre che una rimasterizzazione grafica che renda giustizia al titolo su console e PC. In aggiunta a questi due, importanti, aspetti, Monster Hunter Stories includerà un inedito doppiaggio in Inglese e in Italiano, oltre ad aggiungere alcuni idiomi al bacino di lingue in cui verranno tradotti i testi del gioco (nello specifico cinese, coreano, russo, portoghese brasiliano, polacco e arabo).

Noi abbiamo avuto modo di provare la versione PC di Monster Hunter Stories e, dopo averla provata con una 4070ti, abbiamo deciso di testarlo a fondo sulla nostra Steam Deck, in virtù della sua precedente natura portatile.  

Vi anticipiamo subito che, al netto di una buona operazione di rimasterizzazione, Monster Hunter Stories tradisce sotto molteplici aspetti le sue origini da “titolo per 3DS” uscito sei anni fa. Non fraintendeteci, il titolo è godibilissimo, anche grazie a un comparto artistico indubbiamente disimpegnato, ma per quanto le texture in 4K, i modelli poligonali migliorati, l’illuminazione rifatta da zero e l’effettistica più curata riescano ad allinearlo al capitolo successivo, si tratta di una produzione che brillerà maggiormente su schermi di piccole dimensioni.

Contenutisticamente parlando, invece, al netto degli aggiornamenti 1.20 e 1.30, a oggi disponibili solo in Giappone, e di eventuali novità di cui vi parleremo approfonditamente in fase di recensione, possiamo anticiparvi che Monster Hunter Stories presenta alcune migliorie minime alla quality of life e una inedita modalità Museo che permette ai giocatori di ascoltare la musica di sottofondo del gioco e vedere alcune bozze del lavoro preliminare svolto dagli art designer.

Ma che cos’è Monster Hunter Stories? Bé, per chi non avesse mai sentito parlare di questo spin-off della celebre serie di Capcom, si tratta di un JRPG molto classico nella forma, il quale sfrutta, solo parzialmente, il focus sulla caccia della serie principale, per realizzare un ibrido fra un Monster Collector, e per l’appunto un JRPG, che riesce a funzionare in maniera indipendente e che si rivela estremamente godibile sia per i veterani del genere che per chi non ha mai apprezzato particolarmente i JRPG.

La storia, difatti, ricopre un ruolo predominante e, per quanto i temi trattati siano comunque indirizzati a un pubblico molto giovane, i messaggi che passa risultano senza tempo.

Catturare mostri servirà, principalmente, per creare un team di cinque creature che affiancheranno il nostro alter ego durante gli scontri, oltre che supportarlo nelle fasi esplorative.

Il combat system è quello classico per il genere e vede il nostro protagonista scendere in campo, affiancato dal primo mostro presente in squadra, per dare il via a una battaglia a turno che ricorda, forse fin troppo, quanto già visto da anni nella serie di Pokémon. Ogni turno si può decidere se cambiare mostro, utilizzare un oggetto consumabile, sfruttare qualche abilità speciale o attaccare scegliendo tra tre tipi di colpi: velocità, potenza e tecnica.

Le fasi di attacco seguono pedissequamente quel confortevole sistema di debolezze e resistenze che non invecchia mai, ma gli scontri, perlomeno nelle fasi più avanzate del gioco, richiederanno parecchia strategia per essere portati a termine vittoriosamente.

Per quanto possa sembrare tutto “già visto” in altre produzioni ben più note, la mescola realizzata da Marvelous e Capcom funziona bene. Tutto è dosato in maniera certosina, la storia si apre a dei risvolti molto interessanti, la cattura dei mostri è assuefacente e gli elementi tipici di Monster Hunter, qua confinati a strumenti di supporto da usare in maniera molto strategica, restituiscono un’identità ben precisa all’opera, rendendola, anche a distanza di anni, ancora fresca, divertente e appagante, specialmente se giocata a piccole dosi su una console portatile o un PC Handheld. 

Insomma, in attesa di poter sviscerare tutti i contenuti di questa riedizione di Monster Hunter, non possiamo che ritenerci piacevolmente sorpresi da quanto bene sia invecchiato questo titolo e da come possa tranquillamente risultare interessante oggi come sei anni fa. 

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