Monster Hunter Rise sorprende anche su PC | Recensione

A distanza di quasi un anno dall’uscita su Nintendo Switch, Monster Hunter Rise è pronto a sbarcare anche su PC, precisamente il 12 gennaio 2022, in linea con le tempistiche promesse da Capcom e con un lavoro di trasposizione di innegabile qualità.

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a cura di Lorenzo Quadrini

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A distanza di quasi un anno dall’uscita su Nintendo Switch, Monster Hunter Rise è pronto a sbarcare anche su PC, precisamente il 12 gennaio 2022, in linea con le tempistiche promesse da Capcom e con un lavoro di trasposizione di innegabile qualità.

Il gioco è oramai conosciuto e digerito dalla community Nintendo, che aspettava con ansia un nuovo capitolo della saga e che ha accolto questo Rise con un generale entusiasmo (pur non mancando alcune voci fuori dal coro). Prima di affondare i denti nelle caratteristiche di questa versione per computer, è bene ripercorrere alcune delle features generali del titolo, sebbene vi consigliamo caldamente la rilettura della recensione Switch, al fine di avere un quadro completo al 100%.

Monster Hunter Rise rappresenta un chiaro ritorno al passato, in termini di approccio, mood e gameplay. Al tempo stesso però, il prodotto evita di scadere nel fan service o peggio nel nostalgismo, offrendo un’esperienza adatta al 2021, con meccaniche impegnative, fruibili e molto variegate. Uno dei punti di contatto con gli albori della saga (e di conseguente allontanamento da World e Iceborn) è la mancanza di una trama dettagliata. Quasi tutta la narrazione si rivela un pretesto per il gioco vero e proprio, con un incipit in media res che taglia le gambe a qualsiasi velleità di racconto, preferendo giusto qualche cutscenes tra una missione e l’altra.

Un po' di Monster Hunter Rise

Alla trama praticamente solo abbozzata, Monster Hunter Rise rilancia con un parterre di missioni abbondante, anche se oculato. Si inizierà con le Village Quest, missioni molto semplici che serviranno da tutorial ai meno avvezzi alla saga. Si prosegue poi con le missioni della Gilda, tutte tese al raggiungimento di quel “high rank” che se vogliamo rappresenta il vero cuore dell’esperienza ludica. Per coloro che non hanno mai approcciato il mondo di MU, è necessario segnalare che il gioco non offre un sistema di skill legate al personaggio, quanto un livello (appunto un rank) di caccia, che sale ovviamente con l’avanzamento delle missioni e che permette l’accesso a quest sempre più impegnative. La vera crescita delle abilità e dei valori (come danno, salute e tutta una serie di altri indicatori) è collegata all’equipaggiamento, il quale potrà essere costruito dal fabbro del villaggio utilizzando le tantissime risorse forniteci dalla caccia ai mostri. Ovviamente non saremo costretti a craftare sempre nuove armature e nuove armi: è possibile anche migliorarne di vecchie o farle avanzare di categoria. Altro punto fondamentale del sistema di equipaggiamento è la scelta tattica degli item, i quali possono risultare efficienti contro alcuni nemici e completamente inutili contro altri.

Colonna portante del titolo (anzi, dell’intera saga) è quindi il combattimento, unito all’esplorazione delle mappe accessibili a partire dal villaggio, il quale funge da hub per quanto riguarda la scelta delle missioni, dell’equipaggiamento e del crafting. L’ossatura del sistema di combattimento si basa sui diversi stili delle armi, ognuna basata su pattern di movimento differente, con risultati eterogenei in quanto ai risultati. Si potrà optare per un approccio più incentrato sul danno per esempio, un approccio ibrido tra melee e distanza, oppure fornire il gruppo di buffer e vantaggi globali (grazie soprattutto al mitico hunting horn). L’obiettivo è sempre lo stesso: uccidere o catturare mostri, alcuni di piccola/media taglia, altri giganteschi e difficili da approcciare. A seconda della specie scelta come obiettivo di caccia il giocatore è costretto a scelte tattiche oculate: le bestie di Monster Hunter Rise sono intelligenti, capaci di adattarsi all’ambiente circostante, in grado di ritirarsi quando le sorti della battaglia volgono al peggio e pronte ad interagire con altri mostri presenti sulla mappa.

Vera rivoluzione di Monster Hunter Rise poi, come segnalato nella precedente recensione, è la presenza degli insetti-filo: esserini che ci permettono di muoverci con velocità nel corso dell’esplorazione e dei combattimenti, sviluppando l’intera esperienza non soltanto in orizzontale ma anche in verticale (aprendo quindi ad approcci molto più variegati del solito). Si tratta di un’introduzione apparentemente semplice, ma che pad alla mano comporta una mobilità nuova, dinamica ed implementata con nuovi pattern di attacco legati alle armi. Nel complesso quindi un passo in avanti incredibile per quel che concerne la godibilità di un gameplay che è sempre stato comunque di altissimo livello.

Un porting eccezionale

Prima di passare al comparto tecnico ed al lavoro svolto per questa versione PC, chiudiamo con alcuni dettagli. Innanzitutto i compagni, che in Monster Hunter Rise sono due (Canyne e Felyne) e che pur se utili a volte rendono le battaglie più caotiche di quanto già non siano normalmente. Inoltre la comunità non ha accolto molto favorevolmente la possibilità di cavalcare i mostri (certo solo in determinate occasioni e senza uno spamming eccessivo), che si traduce in una riduzione sensibile della difficoltà di alcune sessioni di caccia. Nel complesso però, Monster Hunter Rise si riconferma, a distanza di quasi un anno, uno dei migliori titoli della saga.

La versione PC del gioco traspone tutti gli elementi fin qui esaminati, senza ridurre i contenuti e senza aggiungerne di nuovi, cercando esclusivamente di lavorare sull’ottimizzazione del sistema (studiato per Switch) all’interno dell’eterogeneo universo dei personal computer. Il lavoro svolto da Capcom è, senza mezzi termini, egregio. Il RE Engine si sposa alla perfezione con l’ecosistema PC, girando in maniera fluida e senza la necessità di macchine per forza di cose portentose. Ovviamente su configurazioni potenti, la resa è incredibile: parliamo di 60 FPS fissi senza alcun segno di cali, texture popping o altri effetti negativi.

I picchi massimi sono tra l’altro superiori, toccando i 150 FPS e restituendo un’esperienza comunque fluida ed ottimale (il che risulta fondamentale all’interno di un gioco che fa del ritmo e dei pattern di combattimento un mantra). Certo, bisogna avvisare i fruitori che si parla comunque di un porting di un videogioco pensato e studiato per una macchina meno performante di un PC di fascia alta, con textures gradevoli ma non mirabolanti ed un comparto grafico al passo con i tempi ma che non risulta essere la feature principale. Alla qualità non superlativa della grafica fa da contraltare un’ottima caratterizzazione degli ambienti, dei mostri e dell’equipaggiamento, per un risultato complessivo che è visivamente d’impatto e gradevolissimo in ogni frangente (anche grazie all’eccellente lavoro tecnico svolto per questa versione PC).

A voler trovare qualche difetto, in una versione che difetti ne ha davvero pochi, questo Monster Hunter Rise per PC manca completamente di compatibilità con la versione Switch, rivolgendosi con probabilità più ai nuovi utenti che ai fedelissimi Nintendo. Certo, il cross-platform non è una cosa semplice, ma si sarebbe potuto lavorare almeno sulla compatibilità dei salvataggi. Questa mancanza, unita all’impossibilità di giocare in gruppo in sede di recensione, può muovere qualche dubbio sulla bontà dell’online, il quale si basa principalmente su server di qualità e giocatori numerosi. Un dubbio che bisogna segnalare ma che ha davvero poche chance di avere risvolti negativi.

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