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Monster Energy Supercross 25 | Recensione - Un nuovo inizio

Abbiamo indossato il casco e passato ore a solcare tracciati fangosi per capire se Monster Energy Supercross 25 abbia mantenuto le premesse.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

  • Pro
    • La fisica è migliorata tanto
    • Tante novità che migliorano l'esperienza
  • Contro
    • Visivamente ci saremmo aspettati qualcosina di più
    • L'IA è abbastanza deludente

Il verdetto di Tom's Hardware

8
Monster Energy Supercross 25 è uno dei capitoli più riusciti della serie Milestone, grazie soprattutto all'abbandono delle console di vecchia generazione. Questa scelta ha permesso un significativo miglioramento del modello di guida, ora più tecnico, realistico e appagante. Tuttavia, il titolo non è esente da difetti. Il comparto grafico, sebbene accettabile, delude le aspettative per un titolo esclusivamente current-gen, mancando quel salto qualitativo atteso e risultando un'occasione sprecata. La modalità carriera rimane funzionale ma tradizionale, senza particolari innovazioni, mentre l'intelligenza artificiale neurale, pur mostrando miglioramenti, pecca ancora in termini di costanza e livello di sfida. SX25 rimane comunque consigliato agli amanti del Supercross, offrendo un'esperienza di guida profonda, molti contenuti e ottima personalizzazione.

Informazioni sul prodotto

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Monster Energy Supercross 25

Nuovo capitolo della serie di Monster Energy Super Cross

Il rombo dei motori, l'odore acre della benzina e il fango che schizza ovunque: il mondo del Supercross ha un fascino primordiale, un mix di bruta aggressività e tecnica sopraffina che Milestone cerca da anni di catturare nelle sue simulazioni. Con Monster Energy Supercross 25, disponibile da qualche giorno, lo studio italiano compie un passo importante, quasi un taglio netto col passato: l'abbandono definitivo delle console di vecchia generazione (PlayStation 4 e Xbox One) per concentrarsi esclusivamente su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC

Lasciarsi alle spalle l'hardware datato significava, almeno nelle intenzioni, avere finalmente la libertà di sfruttare appieno la potenza di calcolo e le tecnologie delle piattaforme attuali. L'obiettivo? Elevare l'asticella della simulazione, soddisfare un'utenza esigente e regalare un'esperienza Supercross più immersiva e realistica che mai. Milestone, forte della sua esperienza pluriennale con le due ruote (pensiamo alla serie MotoGP), aveva l'occasione di dimostrare una maturità tecnica e ludica completa.

Il pacchetto contenutistico è, come da tradizione, ufficiale e aggiornato alla stagione corrente: roster di piloti, moto scintillanti e tracciati iconici sono tutti presenti, con quella singolare peculiarità tipica delle licenze sportive annuali che ci porta, talvolta, a gareggiare su circuiti non ancora battuti dalle controparti reali. Ma le novità più attese risiedevano sotto il cofano: una fisica di guida rinnovata, un sistema dinamico di deformazione del terreno più sofisticato e un'intelligenza artificiale potenziata dal noto sistema neurale.

Abbiamo indossato il casco, stretto il manubrio virtuale e passato ore a solcare tracciati fangosi per capire se Monster Energy Supercross 25 abbia mantenuto le promesse di questo nuovo inizio. 

La rivoluzione sotto le ruote

Partiamo dall'elemento che, più di ogni altro, beneficia dell'abbandono della vecchia generazione: la fisica di guida. Qui Milestone ha compiuto un lavoro davvero notevole, introducendo migliorie tangibili che ridefiniscono il feeling pad (o manubrio) alla mano. Se i precedenti capitoli potevano apparire a tratti legnosi o meno reattivi, SX25 mette al centro della scena il movimento e il peso del pilota. Non si tratta più di un vezzo estetico, ma di una componente fondamentale che influenza attivamente la dinamica della moto.

La differenza si percepisce immediatamente, soprattutto in curva. Dimenticate le pieghe quasi automatiche; ora è essenziale spostare il peso del corpo del pilota nel modo corretto per chiudere la traiettoria in maniera efficace. Inclinarsi dalla parte sbagliata o con un tempismo errato si traduce in una moto che allarga, che perde aderenza, che sfugge al controllo. È una danza sottile tra acceleratore, freno e spostamento del corpo, che richiede pratica e sensibilità. L'effetto è progressivamente più marcato all'aumentare del livello di difficoltà selezionato, ma anche alle impostazioni più basilari si avverte chiaramente la differenza rispetto al passato, spingendo il giocatore ad apprendere un approccio più tecnico e ragionato.

Questa rinnovata enfasi sul bilanciamento del peso non solo aggiunge profondità al modello di guida, ma aumenta significativamente la fedeltà con la controparte reale. La sensazione di dover "lavorare" con il proprio corpo per domare la potenza della moto e assecondare le asperità del terreno è molto più pronunciata. Affrontare una sezione di whoops richiede una gestione precisa del gas e del peso per mantenere la stabilità, così come atterrare da un salto impone di bilanciare la moto per non perdere velocità o, peggio, cadere rovinosamente. Il sistema di deformazione dinamica del terreno, pur non raggiungendo livelli di dettaglio estremi, contribuisce a questa sensazione: i solchi si creano, le traiettorie cambiano leggermente giro dopo giro, costringendo ad adattare continuamente lo stile di guida. Milestone ha centrato l'obiettivo di creare un sistema di guida più simulativo, appagante e tecnicamente solido. Imparare a padroneggiarlo regala grandi soddisfazioni.

Un motore visivo a metà gas

Se la fisica rappresenta il fiore all'occhiello di questa edizione, lo stesso non si può dire del comparto grafico. Proprio perché il gioco è ora un'esclusiva current-gen, le aspettative erano legittimamente alte. Ci si attendeva un balzo visivo significativo, un utilizzo più marcato delle potenzialità offerte da PS5 e Series X/S. Purtroppo, questo salto qualitativo non è così evidente come sperato.

Intendiamoci, Monster Energy Supercross 25 non è un brutto gioco da vedere. I modelli delle moto sono ben realizzati, ricchi di dettagli e fedeli agli originali. L'illuminazione generale fa il suo dovere nel creare l'atmosfera elettrica delle gare indoor. Tuttavia, l'impatto complessivo sa di "già visto", di un'evoluzione timida rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da un titolo sviluppato unicamente per l'hardware attuale.

Le note dolenti riguardano soprattutto i dettagli di contorno e la resa generale dell'ambiente. Le texture del terreno, sebbene dinamiche, mancano di quella definizione e varietà che renderebbero i tracciati davvero vivi. La platea, elemento fondamentale per l'atmosfera del Supercross, rimane un ammasso poligonale poco definito e scarsamente animato, quasi un fondale bidimensionale nelle inquadrature più ampie. Anche i dettagli a bordo pista e gli elementi scenografici appaiono spesso generici e poco curati. Persino i modelli dei piloti, pur migliorati, non raggiungono vette di realismo eccelse.

Manca quel "colpo d'occhio" che ti fa esclamare "wow, questo è current-gen". Manca una gestione più sofisticata degli effetti particellari (il fango sollevato, ad esempio, non sempre convince), una profondità di campo più cinematografica, un sistema di illuminazione globale che valorizzi davvero i materiali. È un peccato, perché l'abbandono della old-gen rappresentava un'occasione d'oro per spingere l'asticella visiva molto più in alto. Il risultato finale è un gioco gradevole, ma che non sfrutta appieno le potenzialità dell'hardware su cui gira, rimanendo visivamente troppo vicino ai suoi predecessori cross-gen. Niente che comprometta la giocabilità, sia chiaro, ma una palpabile occasione mancata.

Scalare le vette del Supercross

Sul fronte delle modalità di gioco, Monster Energy Supercross 25 si muove su binari consolidati, senza introdurre rivoluzioni copernicane. Il cuore dell'esperienza single-player rimane la modalità Carriera, dove il nostro alter ego virtuale dovrà farsi strada partendo dalle categorie minori (250) per arrivare all'olimpo della classe 450.

Per i neofiti, niente paura: Milestone ha confermato la Supercross Academy, una sorta di tutorial/manuale interattivo che spiega passo passo le meccaniche di guida fondamentali (dalla gestione del peso allo scrub, passando per la partenza perfetta) e le regole della competizione. Un'introduzione ben strutturata e necessaria, data la rinnovata tecnicità del modello di guida.

La progressione in carriera si basa su tre parametri chiave: Fama, Reputazione e Sinergia del Team. Vincere gare, completare obiettivi e mantenere un comportamento corretto in pista aumenterà questi valori, sbloccando sponsorizzazioni più remunerative, offerte da team ufficiali e accesso a componenti migliori per la moto. C'è anche un accenno di trama narrativa, che ci guida attraverso la stagione con piccole scenette e dialoghi legati alle nostre performance, un tentativo di dare un contesto più personale alla scalata verso il successo.

Una novità "social" (già vista in MotoGP) fa il suo ingresso anche qui: una bacheca virtuale dove rivali e giornalisti commenteranno le nostre gesta. Potremo ricevere complimenti per una vittoria schiacciante o critiche feroci per una manovra scorretta, con la possibilità di rispondere a tono. È una feature che cerca di aggiungere un po' di pepe e contesto al di fuori della pista, ma che, alla lunga, rischia di diventare un orpello poco influente se non supportata da dinamiche più profonde.

A gestire i nostri avversari virtuali torna l'Intelligenza Artificiale Neurale di Milestone, un sistema che, almeno sulla carta, dovrebbe apprendere dal nostro stile di guida, adattarsi e offrire un livello di sfida crescente e realistico. L'idea è affascinante: una CPU che non si limita a seguire traiettorie predefinite, ma che reagisce dinamicamente alle nostre azioni.

Nella pratica, tuttavia, l'IA neurale mostra ancora luci e ombre. Rispetto al passato, si nota un miglioramento nell'aggressività iniziale: i piloti controllati dalla CPU lottano con più convinzione per la posizione, cercano sorpassi e difendono la traiettoria con maggiore tenacia. Il problema emerge sulla lunga distanza: se riusciamo a creare un certo distacco, l'IA tende a "mollare" progressivamente, diventando via via meno combattiva e quasi rinunciataria. Manca quella costanza e quella capacità di recupero che caratterizzano i piloti reali (e i giocatori umani online). È come se l'algoritmo faticasse a mantenere un livello di sfida elevato per tutta la durata della gara, una volta perso il contatto diretto. C'è sicuramente ancora margine di miglioramento per rendere l'IA un avversario davvero credibile e stimolante dall'inizio alla fine.

Oltre la carriera

Naturalmente, SX25 non vive di sola Carriera. Troviamo le modalità classiche che garantiscono longevità e varietà: il Time Attack per sfidare il cronometro, il Rhythm Attack per mettere alla prova la tecnica su sezioni ritmiche specifiche, il Campionato per affrontare una stagione completa senza gli elementi gestionali della carriera, e le Gare Singole per un divertimento immediato.

Non manca un solido comparto multiplayer online, che permette di sfidare altri giocatori in lobby pubbliche o private, partecipando a eventi classificati (Ranked) per scalare le leaderboard mondiali, o semplicemente gareggiando per divertimento in modalità non classificate (Unranked). L'abbondanza di opzioni non è mai stata un problema per Milestone, e anche questa volta l'offerta è completa.

Uno degli aspetti più riusciti e curati di Monster Energy Supercross 25 è senza dubbio il comparto dedicato alla personalizzazione. Qui Milestone dimostra di voler dare ai giocatori strumenti potenti per esprimere la propria creatività. L'editor grafico permette di creare da zero tute personalizzate, caschi, adesivi da applicare alla moto e aiuti di gara.

La grande novità di quest'anno, accolta con grande favore, è l'introduzione dell'editor di livree. Partendo da un modello di moto completamente bianco, possiamo applicare colori, forme, loghi e disegni con una libertà quasi totale, creando design unici e rendendo la nostra cavalcatura virtuale davvero personale. È uno strumento potente e versatile, che farà la gioia degli appassionati di grafica e che speriamo vivamente venga implementato anche nelle prossime iterazioni di MotoGP.

Torna anche l'apprezzato editor di tracciati, che permette di costruire da zero la propria pista dei sogni, scegliendo layout, ostacoli, sezioni ritmiche e condividendola poi con la community online.

Anche la personalizzazione del pilota è stata arricchita con nuove opzioni, come la possibilità di aggiungere tatuaggi o orecchini. Sono piccoli dettagli, ma contribuiscono a rendere l'alter ego virtuale più vicino ai desideri del giocatore. Nel complesso, la sezione dedicata alla personalizzazione è vasta, profonda e rappresenta uno dei punti di forza indiscussi del titolo.

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