Modern Warfare III Beta | Provato - il futuro con uno sguardo al passato

La beta di Modern Warfare III ci ha mostrato un capitolo in continuità con il precedente che punta molto sul fattore nostalgia.

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a cura di Martina Fargnoli

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Manca meno di un mese all’uscita di Modern Warfare III e la beta multiplayer che si è svolta nel corso delle ultime settimane ci ha offerto un assaggio di quello che sarà il comparto multigiocatore, a cui come ogni anno toccherà il compito di intrattenere i giocatori e traghettarli verso il futuro Call of Duty. Da ciò che abbiamo potuto provare, siamo di fronte a un capitolo che, per quanto riguarda l’online, sarà in piena continuità con quanto visto in Modern Warfare II, quindi conservativo per certi aspetti, e che al contempo però pesca pesantemente dal passato per apparire rinnovato.

È stato difficile non farsi colpire da una sventagliata di ricordi una volta messo piede su Skidrow, Rust, Favela, Highrise ed Estate. Tutte mappe sulle quali ho passato un’infinità di ore tra il 2009 e il 2010 e che, come se il tempo non fosse mai passato, ricordavo alla perfezione. Nonostante qualche aggiustamento per adattarsi al gameplay del 2023, i pregi e i difetti del passato sono rimasti intatti così come praticamente le tattiche e il modo di giocarle.



Lo scoglio più grande per questo Modern Warfare III mi è parso fin da subito lampante: tutti i team in forze al progetto dovranno riuscire a convincere i giocatori di non trovarsi di fronte a una costosa espansione a pagamento. A questo dubbio però potremo rispondere soltanto in fase di recensione quando avremo modo di testare anche l’effettiva libertà della campagna e l’impianto open world della modalità Zombi. Al momento, la nostra esperienza con la beta termina con un cauto ottimismo.

Tutto il dinamismo di sempre

Tra quelle che possiamo annoverare come novità per questo capitolo, troviamo delle “mosse” a lungo richieste per avere maggiore controllo sui movimenti e sul ritmo di gioco: ci riferiamo allo slide cancel e al reload cancel, che permettono rispettivamente di annullare le animazioni di scivolata e ricarica. Nonostante possano apparire come cambiamenti minori, l’uso durante un match si è rivelato provvidenziale per restare in vita il più a lungo possibile. Queste due possibilità ci permettono di reagire meglio alle offensive avversarie. 

Possibilità maggiori di movimento, tra cui una scivolata che non sembra però neanche subire grandi penalità quando si viene colpiti, vanno a creare tutte quelle situazioni che possono piacere o meno a seconda di qual è la vostra idea di Call of Duty ideale. Pur non avendo problemi a giocare a ritmi più elevati, vedere persone che scivolano per la mappa come se fossero invincibili anche quando colpite mi ha restituito quel senso di “molto finto” che Modern Warfare del 2019 era invece riuscito a far passare in secondo piano.



Chi aveva iniziato ad apprezzare un ritmo di gioco più ragionato e la riduzione della capacità di muoversi come cavallette probabilmente rimarrà deluso, mentre saranno contenti tutti coloro che potranno mettere in mostra le proprie abilità nell’effettuare un dropshot o un bunny hopping per vincere uno scontro.

Interessante anche la Tac-Stance che permette di entrare più velocemente in modalità mirino puntando l’arma in orizzontale e sacrificando però un po’ di precisione. Molto probabilmente rimarrà una meccanica che avrà un uso parziale e non particolarmente diffuso nelle modalità più frenetiche, mentre ne abbiamo visto un uso maggiore in modalità meno caotiche come Cerca e Distruggi o nei 3vs3vs3 della modalità Tagliagole. Rimane comunque un’altra freccia al proprio arco in quanto la si può utilizzare per sparare mentre si sta scivolando. 

Il numero dei danni che è possibile incassare è stato portato fino a 150 alzando di conseguenza anche il time to kill che non ci ha particolarmente soddisfatti, o quantomeno molte volte ci è parso che i colpi non venissero registrati correttamente nonostante l’hitmarker li evidenziasse come a segno. Potrebbe anche essere un problema legato al bilanciamento delle armi, infatti quasi sempre ad ucciderci prima era l’MCR. Le beta servono soprattutto per ricevere feedback quindi vedremo se al lancio cambierà qualcosa, sicuramente speriamo di vedere dei cambiamenti nella gestione degli spawn a cui Sledgehammer ha dichiarato di star lavorando. 

Il sistema di perk

Per quanto riguarda la personalizzazione, il sistema è molto simile a quanto già visto in passato, soprattutto per le modifiche alle armi tramite l’armaiolo e per la scelta dei gadget e degli equipaggiamenti nello slot delle tattiche e letali. Anche le serie di uccisioni seguono quanto proposto lo scorso anno, con le uccisioni ottenute dalle serie che non contano ai fini dell’incremento della striscia positiva. Oltre alle serie di uccisioni sarà possibile passare alle serie di punti che premiano assist e la cattura degli obiettivi, anche se gli incentivi al gioco di squadra e al giocare per l’obiettivo sono sempre carenti rispetto alla prospettiva di fare tante uccisioni.

I perk sono associati a un sistema legato al vestiario tattico caratterizzato da giubbotti, guanti, stivali e caschi e sono disponibili fin da subito e sempre attivi. In questo modo Sledgehammer ha cercato di andare incontro ai giocatori che non hanno gradito il sistema introdotto in MW2 che prevedeva lo sblocco dei vantaggi con il trascorrere del tempo.

Nella sostanza non cambia molto dall’avere i classici perk da scegliere ed equipaggiare, ma cambia il modo in cui si possono combinare. Nel complesso è un’idea coerente con la personalizzazione del proprio operatore. È importante notare che quando si equipaggiano determinati pezzi, si impedisce che lo stesso effetto condiviso da alcuni oggetti venga raddoppiato. In questo modo si dovrebbe creare un sistema di gioco più equilibrato.

Armaiolo MW3

Altre criticità di MWII sono state prese in esame per fare in modo che MWIII risultasse come una versione più semplificata e capace di far accedere i giocatori in modo più veloce ai tanti accessori disponibili per caratterizzare al meglio la propria esperienza di gioco. Non sarà più necessario utilizzare un'arma specifica dopo aver già sbloccato calci o impugnature con un'altra arma.

Gli accessori sono quindi condivisi e disponibili per entrambe le armi che ne fanno uso, basta aver almeno raggiunto il livello richiesto con almeno una delle due armi per sbloccarli. Per poterli utilizzare sarà comunque necessario avere accesso alle varie funzioni di modifica presenti per l’arma.

Aver però sbloccato tutti gli accessori non sarà l’unico modo per modificare le bocche da fuoco perché in MW2 fanno il loro debutto i kit di conversione che in alcuni casi arrivano addirittura a stravolgere gli archetipi di riferimento. È il caso della pistola Renetti che può diventare una SMG grazie all’innesto di un telaio stampato in 3D.

Nulla di diverso da ciò che si fa già nella realtà quando si vuole convertire una pistola in una più affidabile carabina, ma in questo caso specifico non solo si possono equipaggiare due armi primarie senza l’uso di particolari perk, ma si accede a un ulteriore livello di modifica in quanto la nuova arma riconvertita avrà i suoi specifici pezzi di equipaggiamento.

È il sistema che ci ha incuriositi di più in termini di diversificazione dell’arsenale anche se bisognerà valutare bene al lancio quanti saranno i kit definitivi, come saranno ottenibili e come questa meccanica sarà supportata nel tempo.

Conclusioni

Dopo settimane passate con la beta ci sentiamo di dire che al momento MW3 soffre di un problema di bilanciamento delle armi che come abbiamo già evidenziato si ripercuote anche sul time to kill a tal punto da risultare troppo variabile a seconda dell’arma in uso. Il bilanciamento rimane una delle sfide più importanti da affrontare per mantenere il gioco equo.

MW3 sembra a tutti gli effetti un Call of Duty che vuole ricucire lo strappo che si è creato con i giocatori di vecchia data, puntando forte sul fattore nostalgia, dai campi di battaglia di MW2 alla presenza della mini-mappa classica, cercando nel frattempo di non stravolgere quanto ha funzionato in questi anni segnati dal reboot della serie di Modern Warfare e cancellando tutto ciò che non ha avuto l’impatto sperato nella precedente installazione del franchise. Il tempo ci dirà se Modern Warfare 3 riuscirà ad accontentare un po’ tutti.

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