Un giocatore di Modern Warfare 2 ha deciso di rispondere al proprio ban sul gioco di persona, recandosi direttamente agli uffici di Activision per discutere la faccenda faccia a faccia. L’inizio di questa situazione si può rintracciare in una serie di ban fra ottobre e novembre, con l'attuale e diretta reazione di u/PlumContent. Non è la prima volta che la community di questo videogioco dice la sua sulla situazione, rivelando un certo carattere da tenere sicuramente d'occhio.
Dall'arrivo di questo ban parte l’idea di recarsi direttamente nello studio di Activision situato ad Austin, in Texas, così da provare il tutto e per tutto con il proprio account, aprendo a una discussione più diretta e sicuramente del tutto inattesa sul posto. Tutto è iniziato il 28 ottobre, con il primo ban di questo giocatore su Modern Warfare 2 seguito da un immediato ricorso, poi rivelatosi inutile. Così l'utente in questione ha deciso di crearsi un nuovo account con una mail abbinata e comprarsi nuovamente il titolo su Steam per giocare da capo. Se non fosse che anche questo secondo account è stato bannato il 29 ottobre.
Il 31 dello stesso mese, u/PlumContent decide di recarsi da Activision, riportando la sua esperienza in un post nel subreddit r/Activision (poi cancellato): “Sono stato accolto da una guardia di sicurezza nel parcheggio di Activision, che mi ha detto che non sarei stato in grado di parlare con nessuno. Dopo aver chiesto educatamente di entrare in ufficio per spiegare la situazione a un dipendente, la guardia ha accettato di andare a parlare con uno di loro. Successivamente è tornata da me nel parcheggio e mi ha detto che gli avevano riferito di essere a corto di personale e che ci vorranno alcune settimane prima che i ban illeciti vengano risolti”.
Sfogandosi con la guardia per la sua frustrazione questo appassionato avrebbe ricevuto qualche parola di conforto, almeno in base a quanto riportato da VG247, con l’unica possibilità di dover aspettare che negli uffici gli addetti si muovano di conseguenza, anche in proposito dei cosiddetti “ban illeciti”.