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a cura di Francesca Sirtori

Popolano i nostri device da lungo tempo, molto più di quanto potremmo immaginarci. Vengono sfruttati spesso e (evidentemente) volentieri da un’ampia fetta di consumatori, o meglio giocatori. Se è finita l’epoca d’oro di quei giochi nati sui social network e che ci hanno sopraffatto di notifiche circa una decina di anni fa, come Candy Crush Saga o Farmville (per citarne solo due di una lunga serie), non sono certo tramontati i mobile games.

Piccoli titoli dal grande effetto "coda lunga" che popolano i nostri smartphone e tablet oggi, ma che non sono certo un fenomeno così recente. A che punto siamo con la diffusione e l’utilizzo dei mobile games? Approfittiamo anche di alcuni dati riguardanti il periodo “post lock-down” per fare il punto della situazione.

I primi esperimenti

Se è vero infatti che l’isolamento forzato che abbiamo vissuto nei primi mesi del 2020 sembra aver ridestato parecchio interesse per questo formato “portatile”, quanto è cambiata la situazione rispetto ai precedenti tempi “normali”? Partiamo con una breve considerazione: i mobile games non sono solo le app che affollano ora i nostri dispositivi.

Sono considerabili alla stessa stregua e ante litteram applicazioni come i primi esperimenti di Namco agli albori del terzo millennio, quando cominciò a fare porting di alcuni primi videogiochi su mobile subito dopo la fusione con Bandai. Ma non dobbiamo nemmeno dimenticare i genitori di questi giochi, come Snake, il famosissimo gioco approdato su Nokia nel 1997 e tra i primi a essere preinstallato sul software del cellulare.

Per chi non lo sapesse infatti, la cultura del mobile gaming ha in Giappone una rilevanza per nulla indifferente. Sviluppatasi ben prima che in molti altri Paesi, soprattutto occidentali, la cosiddetta keitai culture ha caratterizzato i primissimi anni Duemila, grazie anche alla presenza di importanti industrie di produzione di telefoni con sede proprio nel Paese del Sol levante, come Kyocera, in grado di produrre un telefono con videocamera nel 1999, o Sharp.

Già nel 2003 dunque, una grande varietà di giochi per cellulari era disponibile sui telefoni giapponesi, tendenzialmente appartenenti al genere dei classici puzzle games e titoli dedicati ad animali virtuali (un po' sulla scia di quel fenomeno degli anni Novanta che era stato il Tamagotchi). Non mancavano nemmeno i giochi 3D con una qualità grafica quasi pari a quella proposta per i titoli Playstation. Lo ha dimostrato la versione mobile di Ridge Racer, pubblicato da Namco, nonostante il costo di questi giochi fosse molto più elevato di altri disponibili per mobile. 

La storia dei mobile games insegna che i primissimi titoli sbarcati sui telefoni, e poi sugli smartphone, sono stati una serie di puzzle, arcade games e grandi classici nati nei primissimi decenni nel mondo videoludico, come Prince of Persia, Pac Man, Time Crisis Mobile, per poi cominciare a subire contaminazioni dettate dalla logica multi-piattaforma.

Parliamo dei sopracitati Candy Crush Saga e Farmville, ma anche di titoli come The Sims, Second Life, Habbo, meglio noti come quei giochi che, quasi tutti, erano stati inizialmente concepiti come siti online. Il concetto di portabilità, disponibilità ovunque e in qualsiasi momento ha caratterizzato sempre più anche il mondo dei giochi per mobile, con un piccolo, grande ostacolo: la dimensione del software.

Pokémon GO e la rivoluzione

Le applicazioni non possono richiedere una dimensione cospicua e ingente di download e spazio occupato sulla memoria dei device, nonostante telefoni e tablet puntino a incrementare sempre più i propri gigabyte. E una minore dimensione comporta minori prestazioni, minore longevità, insomma un grande, unico minus. Almeno, un tempo.

Cos'è successo quindi ai giochi mobile? Sono ancora oggi quelli noti per essere giocati in metropolitana o sull'autobus mentre si va al lavoro, oppure la sera sul divano di casa? Il pubblico femminile è quello preponderante, nell'uso di questi giochi?

Se ci stiamo ponendo queste domande basandoci su stereotipi, stiamo dimenticando alcuni fenomeni importanti che hanno rivoluzionato il concetto di mobile game, dettato anche dalle nuove tecnologie. Che dire di Pokémon GO, lanciato nell'estate del 2016 e che ha costituito un’importante pietra miliare del mondo gaming? Tecnologia per mobile, unita all'opzione di geo-localizzazione e ai simpatici mostri tascabili, che riescono finalmente e letteralmente a entrare nelle tasche (e nei telefoni) di tantissimi utenti, et voilà, il gioco è fatto.

Parliamo di un'applicazione che non ha mai smesso di incrementare la sua notorietà, tra aggiornamenti costanti e giocatori in crescita, senza contare le iniziative legate a questo fenomeno. Guardiamo in particolare agli eventi Pokémon GO Fest che riescono a portare avanti la loro presenza sul palcoscenico degli eventi mondiali anche in un momento delicato come quello attuale.

Lo stato dell'arte su mobile

Non abbiamo definito a caso questo gioco come "pietra miliare": il mercato del mobile gaming è cresciuto in maniera significativa negli ultimi anni, proprio a partire dal lancio di Pokémon GO. Nel 2016, i ricavi dei giochi per dispositivi mobili hanno superato i ricavi ottenuti dai giochi per PC e quest'anno si prevede un fatturato globale del settore gaming di oltre 160 miliardi di dollari.

Le stime parlano anche di cifre piuttosto alte a livello di penetrazione globale: entro il 2021, il mobile gaming potrebbe coprire quasi il 60% del mercato totale del settore, mentre la maggior parte dei giocatori da mobile si trova negli States, in Cina e Giappone (Stato di cui non ci stupiamo che venga citato nella lista, soprattutto viste le premesse di cui sopra), in Corea e in Germania, unico Paese europeo a comparire nella lista delle "top 5".

Solo quest'ultimo esempio di videogioco, Pokémon GO, ha dimostrato come una delle componenti fondamentali stia nella qualità e nella tecnologia sfruttata, tra cui la realtà aumentata sopra tutte. Questa seconda primavera vissuta dai mobile games è anche dettata da un nuovo genere, noto come iper-casual, nome che porta con sé non solo quella componente fondamentale di casualità (riferita al momento in cui ci si dedica al gioco) tipica del mobile gaming, ma rincarata essa stessa all'ennesima potenza. 

Il termine indica dunque giochi molto semplici, dall'apprendimento immediato delle regole e che consentono soprattutto un consumo "snack", veloce, per il quale non è richiesto un cospicuo tasso di concentrazione. E il concetto sembra essere parecchio apprezzato dagli utenti, ogni giorno più numerosi. Complice la velocità sempre più schizofrenica alla quale gira il nostro mondo, e il tempo sociale sempre più frammentato, il nostro smartphone diventa uno strumento ancor più centrale nella nostra vita. Una dipendenza sempre maggiore sulla quale è bene riflettere.

L'importanza di questo fenomeno è chiaramente ben nota anche ad altri grandi franchise, oltre a quello di Niantic. In questo periodo storico, stiamo osservando come questi si siano lanciati nella produzione di titoli più o meno importanti sul mobile, riproponendo le meccaniche già messe alla prova su console. Parliamo di Lara Croft Go e WOTV - War of the visions Final Fantasy Brave Exvius, il primo pensato per console e mobile, il secondo solo per iOS e Android, entrambi figli della famiglia Square Enix.

Scopriamo insieme i migliori giochi mobile per Android e iOS nella nostra classifica in questo articolo.

Questi sono solo alcuni esempi di quanto le più grandi software house hanno regalato all'utenza legata all'uso del proprio telefono. Si conta anche ad esempio Call Of Duty Mobileuno dei migliori sparatutto presenti sul mercato smartphone e tablet e premiato per la sua reattività e personalizzazione nei controlli, oppure Mario Kart Tour, il famosissimo MinecraftFortnite in grado di rappresentare un vero e proprio fenomeno mediatico per le caratteristiche intrinseche del titolo in questione.

Ci bastano forse questi pochi esempi per capire che il settore del mobile gaming ha davvero un'importanza di cui si parla molto poco, nei discorsi quotidiani legati al settore videoludico. Questa fetta della produzione e del consumo rappresenta uno spaccato nient'affatto ridotto e secondario, un fenomeno da osservare sempre di più e i cui titoli non sono affatto da considerare come testi ancillari a quelli lanciati su console. Il futuro è (anche) su smartphone e tablet, il gioco è nel palmo della nostra mano.

Se sei appassionato di Minecraft, recupera il gioco su Nintendo Switch, oppure per PlayStation 4. Ti consigliamo anche il controller per Android, pensato per giocare sui vostri smartphone in tutta comodità!
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