Esiste un genere videoludico che, più di molti altri negli ultimi quindici anni, ha saputo scavare un solco profondo nel cuore e nella mente di milioni di giocatori, ridefinendo il concetto stesso di sfida, esplorazione e narrazione ambientale: stiamo parlando dei soulslike.
Questo filone, germogliato dal terreno fertile e apparentemente inospitale di Demon's Souls, capolavoro cult di FromSoftware originariamente uscito nel 2009 e rinato su PlayStation 5 (console acquistabile su Amazon) grazie a un magnifico remake, ha esteso le sue radici attraverso opere seminali come la trilogia di Dark Souls e l'incubo gotico di Bloodborne.
La visione unica del game director Hidetaka Miyazaki e del suo team ha creato un paradigma ludico talmente potente e influente da ispirare innumerevoli altri studi di sviluppo a cimentarsi con questa formula, desiderosi di offrire la propria interpretazione di mondi ostili, combattimenti punitivi e storie sussurrate tra le rovine. Il risultato è un panorama ludico oggi incredibilmente ricco e variegato, un'intera galassia di esperienze che, pur condividendo un DNA comune, sanno offrire sfumature e sapori molto diversi.
I soulslike sono, nella loro essenza, giochi di ruolo (RPG) con una fortissima componente action, ma questa definizione è solo la punta dell'iceberg. Ciò che li contraddistingue veramente è un amalgama di elementi ricorrenti, un'impronta stilistica che affonda le sue radici nell'opera di FromSoftware: una narrazione frammentata ed ellittica, affidata più all'interpretazione della lore ambientale e alle descrizioni degli oggetti che a cinematiche espositive; un level design labirintico e stratificato, ricco di scorciatoie, segreti e connessioni sorprendenti che premiano l'esplorazione attenta; un combat system metodico e brutale, basato sulla gestione della stamina, sullo studio dei pattern nemici, sulla precisione di schivate, parate e attacchi; e, naturalmente, un livello di sfida elevato e intransigente, che richiede pazienza, apprendimento dagli errori e una gratificante sensazione di padronanza una volta superato un ostacolo apparentemente insormontabile.
Questa guida si propone di accompagnarvi nell'esplorazione di questo genere affascinante e complesso, mettendo in luce alcuni dei titoli che ne rappresentano le vette più alte o le interpretazioni più significative, aiutandovi a comprendere le sfumature che distinguono un'opera dall'altra e a scegliere la vostra prossima, indimenticabile discesa negli abissi.
Demon's Souls
È impossibile iniziare un viaggio nel mondo dei soulslike senza rendere omaggio al capostipite, all'opera che ha gettato le fondamenta di tutto ciò che è venuto dopo: Demon's Souls. Originariamente un titolo di nicchia per PlayStation 3, ha visto nuova vita e un pubblico enormemente più vasto grazie allo straordinario remake sviluppato da Bluepoint Games (qui la recensione) come titolo di lancio per PlayStation 5. Questo rifacimento è un esempio magistrale di come modernizzare un classico rispettandone l'anima. Dal punto di vista tecnico, il gioco è una gioia per gli occhi: la potenza di PS5 viene sfruttata per creare scenari mozzafiato, effetti di luce spettacolari e modelli dei personaggi e dei nemici incredibilmente dettagliati, il tutto con una fluidità impensabile nell'originale.
Le animazioni sono state rifinite, rendendo i movimenti più naturali, ma il cuore pulsante del gioco – il combat system metodico, il level design intricato e l'atmosfera opprimente del regno di Boletaria – è rimasto fedelissimo alla visione originale di FromSoftware. Qui troviamo già tutti gli elementi distintivi del genere: la perdita delle anime alla morte e la possibilità di recuperarle, i boss imponenti e dalle meccaniche uniche, la struttura a livelli interconnessi (sebbene qui gestita tramite un hub centrale, l'iconico Nexus), la narrazione criptica e, naturalmente, un livello di sfida elevato che richiede apprendimento e perseveranza. Il remake introduce anche alcuni miglioramenti alla "quality of life", come un inventario più gestibile e movimenti più fluidi, ma senza snaturare l'esperienza originale. Giocare al remake di Demon's Souls oggi non è solo un tuffo nella storia del genere, ma un'esperienza ludica superba e ancora attualissima, indispensabile per comprendere da dove tutto ha avuto inizio.
Elden Ring
Se Demon's Souls ha acceso la scintilla, Elden Ring (qui la recensione) rappresenta l'evoluzione più ambiziosa e acclamata della formula FromSoftware, un'opera monumentale che ha ridefinito le aspettative per il genere e conquistato il titolo di Gioco dell'Anno 2022, raggiungendo un successo commerciale e di critica stratosferico. La novità più dirompente introdotta da Elden Ring è l'adozione di una struttura open world, l'Interregno (The Lands Between), un mondo vastissimo, misterioso e incredibilmente denso di segreti, sfide e scoperte.
Questa apertura, tuttavia, non diluisce l'essenza soulslike, ma la espande. L'esplorazione diventa ancora più centrale, premiando la curiosità con dungeon nascosti (le Catacombe, le Gallerie, le Caverne), boss opzionali potentissimi, equipaggiamenti unici e frammenti di una lore affascinante, nata dalla collaborazione tra Hidetaka Miyazaki e George R.R. Martin (autore de "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco"). Il combattimento rimane tecnico e punitivo, ma viene arricchito da nuove meccaniche come il salto, gli attacchi in salto, il contrattacco dopo parata (Guard Counter), il combattimento a cavallo grazie al fido destriero Torrent, e le Evocazioni Spiritiche (Spirit Ashes), che permettono di chiamare in aiuto potenti alleati controllati dall'IA, offrendo un'opzione strategica aggiuntiva e rendendo l'esperienza potenzialmente più accessibile per i nuovi arrivati. Elden Ring riesce nel difficile intento di fondere la libertà esplorativa dell'open world con la tensione e la sfida tipiche dei soulslike, mantenendo un level design magistrale nei "Legacy Dungeon" (le aree principali come Castel Grantempesta o l'Accademia di Raya Lucaria) e offrendo una quantità di contenuti e una rigiocabilità sbalorditive grazie all'enorme varietà di build possibili. È un'opera che incarna l'apice della visione di FromSoftware, un'esperienza imprescindibile per chiunque ami il genere o i giochi di ruolo d'azione in generale.
Dark Souls Trilogy
Nessuna discussione sui soulslike può prescindere dalla trilogia di Dark Souls, la serie che ha consacrato FromSoftware e definito molti degli stilemi del genere così come li conosciamo oggi. Mentre Demon's Souls ne è stato il precursore, è con Dark Souls (2011) che la formula ha raggiunto la sua piena espressione e un pubblico più ampio. Il primo capitolo è celebre per il suo mondo di gioco incredibilmente interconnesso (Lordran), un capolavoro di level design dove ogni area si collega alle altre in modi sorprendenti e spesso non lineari, e per la sua lore profonda e affascinante, raccontata in modo frammentario.
La Remastered del 2018 ne ha migliorato le prestazioni e la fluidità, rendendolo godibile anche oggi. Dark Souls II (2014), diretto da un team diverso ma sempre sotto la supervisione di Miyazaki, ha introdotto novità come il sistema di adattabilità, una maggiore varietà di ambientazioni (Drangleic) e un focus sulla rigiocabilità (NG+), pur ricevendo alcune critiche per un level design considerato meno ispirato e alcune scelte meccaniche controverse. La versione Scholar of the First Sin ne rappresenta l'edizione definitiva, includendo tutti i DLC e ribilanciamenti. Dark Souls III (2016) funge da culmine narrativo e stilistico della saga, con un combat system più veloce e fluido (influenzato da Bloodborne), ambientazioni spettacolari nel regno di Lothric, boss fight memorabili e numerosi rimandi ai capitoli precedenti. Recuperare l'intera trilogia, magari tramite le collezioni "Dark Souls Trilogy" che includono i giochi base e tutti i DLC (contenuti aggiuntivi spesso di altissima qualità), è un'occasione imperdibile per chiunque voglia comprendere l'evoluzione del genere o semplicemente immergersi in centinaia di ore di gioco sfidante e gratificante in alcuni dei mondi dark fantasy più iconici della storia videoludica.
Bloodborne
All'interno della stessa scuderia FromSoftware, Bloodborne (2015) si erge come una gemma unica, un titolo che, pur condividendo il DNA soulslike, se ne discosta per creare un'identità fortissima e indimenticabile. Abbandonate le atmosfere dark fantasy medievaleggianti, Bloodborne ci catapulta nella città maledetta di Yharnam, un incubo gotico/vittoriano intriso di orrori lovecraftiani, popolato da bestie feroci, cittadini impazziti e creature cosmiche indicibili. L'ambientazione è la vera protagonista: le strade acciottolate e opprimenti, le cattedrali imponenti, le foreste oscure e i piani dimensionali da incubo creano un'atmosfera opprimente e affascinante, supportata da una direzione artistica superlativa. Ma la vera rivoluzione di Bloodborne risiede nel combat system, che riscrive le regole del genere. Gli scudi vengono quasi del tutto abbandonati in favore di armi da fuoco nella mano sinistra, utilizzate non tanto per infliggere danni, quanto per interrompere gli attacchi nemici (parry) e aprire finestre per devastanti contrattacchi viscerali. La difesa si basa quindi sull'aggressività, sulla schivata rapida (quickstep) e sul sistema di Regain, che permette di recuperare parte della salute persa contrattaccando immediatamente dopo aver subito un colpo.
Questo incentiva uno stile di gioco frenetico, offensivo e rischioso, molto diverso dal più attendista approccio difensivo spesso possibile nei Souls. Aggiungiamo le geniali Trick Weapons, armi bianche capaci di trasformarsi a metà combo cambiando forma e moveset, e otteniamo un sistema di combattimento profondo, stiloso e incredibilmente soddisfacente. Esclusiva PlayStation 4 (e ancora oggi dolorosamente assente da altre piattaforme o da versioni rimasterizzate), Bloodborne rimane uno dei soulslike più amati e celebrati, un'esperienza imprescindibile per chi cerca una variazione più action e atmosferica sulla formula classica.
The First Berserker: Khazan
Il genere soulslike continua a evolversi e ad attrarre nuovi sviluppatori desiderosi di lasciare il proprio segno. Tra i titoli che si profilano all'orizzonte o che rappresentano nuove interessanti interpretazioni, possiamo menzionare progetti come The First Berserker: Khazan. Questo titolo, sviluppato da Neople (noti per la serie Dungeon Fighter Online), porta la formula soulslike all'interno dell'universo di DNF. L'enfasi sembra essere posta su un action RPG brutale e intenso, focalizzato sul personaggio di Khazan, un generale caduto in disgrazia e assetato di vendetta.
Nella nostra recensione abbiamo apprezzato lo stile grafico cel-shaded o comunque fortemente ispirato agli anime/manga, che offre un'alternativa visiva interessante rispetto alle atmosfere più cupe e realistiche di molti altri esponenti del genere. Il gameplay è incentrato sulle abilità uniche del Berserker, con un combattimento veloce e più spettacolare, pur mantenendo la sfida e la profondità tipiche dei soulslike.
Nioh Collection
Sviluppata da Team Ninja (gli autori di Ninja Gaiden), la serie di Nioh rappresenta una delle più valide e apprezzate interpretazioni "third party" della formula soulslike, distinguendosi per un combat system incredibilmente profondo, veloce e tecnico, e per un'affascinante ambientazione nel Giappone feudale dell'era Sengoku, intrisa di folklore, spiriti (Yokai) e figure storiche reali. Pur riprendendo molti elementi strutturali dei Souls (santuari come checkpoint, perdita di "Amrita" alla morte, level design intricato, boss impegnativi), Nioh e il suo sequel Nioh 2 (spesso disponibili nella Nioh Collection che li include entrambi con tutti i DLC e ottimizzazioni per console moderne) si differenziano per un gameplay molto più action-oriented. Il cuore del sistema risiede nella gestione del Ki (la stamina), recuperabile attivamente tramite il "Ritmo Ki" (Ki Pulse), e nell'uso delle diverse posizioni di combattimento (Alta, Media, Bassa) per ciascuna delle numerose tipologie di armi, che ne modificano velocità, potenza e moveset.
A questo si aggiunge un complesso sistema di abilità sbloccabili, l'uso di magie Onmyo e tecniche Ninjutsu, e la meccanica degli Spiriti Guardiani che conferiscono bonus e potenti attacchi speciali. Un'altra caratteristica distintiva è il sistema di loot in stile "Diablo", con equipaggiamenti (armi e armature) generati casualmente con statistiche e bonus differenti, che spinge alla ricerca del pezzo perfetto e alla creazione di build molto specifiche. Nioh è quindi la scelta ideale per chi ama la struttura e la sfida dei soulslike ma desidera un combattimento più veloce, complesso e incentrato sulla padronanza di molteplici meccaniche e sulla personalizzazione dell'equipaggiamento, il tutto immerso in un'ambientazione storica e mitologica giapponese ricca di fascino.
Sekiro: Shadows Die Twice
Ecco un altro capolavoro di FromSoftware che, pur essendo chiaramente figlio della stessa filosofia di design, sfida le etichette e si posiziona quasi come un genere a sé stante, un action-adventure con fortissime influenze soulslike ma meccaniche profondamente diverse. Abbandonando la creazione del personaggio e le statistiche RPG, Sekiro ci mette nei panni ben definiti del "Lupo", uno shinobi abile e tormentato nell'era Sengoku giapponese (un periodo storico differente e ancora più turbolento rispetto a Nioh). Il cuore pulsante di Sekiro è il suo rivoluzionario sistema di combattimento basato sulla Postura. Più che sulla riduzione della barra della vita nemica (sebbene importante), la vittoria si ottiene spezzando la postura dell'avversario attraverso una serie precisa di parate perfette (deviazioni) e attacchi mirati, aprendo una finestra per un letale Colpo di Grazia. Anche la nostra postura deve essere difesa, rendendo ogni scontro un'intensa danza di lame basata su tempismo, lettura dei movimenti nemici e riflessi fulminei. La schivata e il blocco tradizionale passano in secondo piano rispetto alla parata attiva.
Il gioco introduce anche elementi di verticalità e stealth, grazie al rampino che permette movimenti agili e all'erba alta per nascondersi, e un sistema di strumenti prostetici installati nel braccio meccanico del protagonista, che offrono abilità offensive e difensive uniche (shuriken, lancia fiamme, ascia pesante, scudo-ombrello, ecc.). La meccanica della resurrezione, che permette di tornare in vita una volta dopo la morte (con delle limitazioni), aggiunge un ulteriore strato strategico. Pur mancando della personalizzazione RPG dei Souls, Sekiro offre una sfida estremamente elevata, forse una delle più ardue create da FromSoftware, basata puramente sull'abilità meccanica e sulla padronanza del suo complesso e gratificante sistema di combattimento. È un titolo imprescindibile per gli amanti dell'azione pura e della sfida estrema, ambientato in un Giappone feudale suggestivo e brutale.
Lies of P
Questo titolo merita una menzione speciale in quanto rappresenta uno degli esempi più riusciti e acclamati di come uno studio di terze parti (in questo caso, Neowiz Games e Round8 Studio) possa non solo omaggiare la formula soulslike di FromSoftware, ma anche reinterpretarla con una forte identità propria. Lies of P (qui la recensione) trasporta il giocatore in un'ambientazione unica e affascinante: la città decadente di Krat, ispirata alla Belle Époque europea, ma trasformata in un incubo dove i burattini meccanici, un tempo servitori dell'umanità, si sono ribellati. Il protagonista è una versione oscura e "meccanica" di Pinocchio, alla ricerca del suo creatore, Geppetto.
Il gioco riprende molti stilemi classici: combattimento metodico basato su attacco, schivata e parata (con una meccanica di parata perfetta cruciale), perdita di "Ergo" (le anime) alla morte, checkpoint (gli Stargazer), level design intricato con scorciatoie e boss impegnativi. Tuttavia, introduce elementi originali come il sistema di assemblaggio delle armi, che permette di combinare diverse lame ed else per creare armi uniche con differenti statistiche e "Favole Artistiche" (abilità speciali), e il Braccio a Legione, un braccio meccanico intercambiabile che offre diverse funzionalità offensive e di utilità (lanciafiamme, scudo, rampino, ecc.). Aggiungiamo un sistema di progressione basato sull'Organo-P, che permette di sbloccare e potenziare abilità passive significative, e una narrativa intrigante che rilegge in chiave dark la favola di Collodi, e otteniamo un soulslike derivativo ma realizzato con grande cura, capace di soddisfare sia i veterani del genere che i nuovi arrivati attratti dalla sua peculiare ambientazione.
Lords of the Fallen
Questo nome evoca ricordi contrastanti. Il Lords of the Fallen originale del 2014 fu uno dei primi tentativi di emulare la formula Dark Souls da parte di uno studio occidentale, con risultati discreti ma non memorabili. Tuttavia, il nome è tornato prepotentemente alla ribalta nel 2023 con un reboot/sequel spirituale sviluppato da Hexworks e CI Games, che ha riscosso un interesse decisamente maggiore. Questo nuovo Lords of the Fallen (qui la recensione) si immerge nuovamente in un'ambientazione dark fantasy cupa e brutale, ponendo il giocatore nei panni di un Crociato Oscuro in lotta contro il dio demone Adyr. Pur mantenendo le fondamenta del combattimento soulslike (attacchi leggeri/pesanti, parate, schivate, gestione della stamina), la caratteristica distintiva più acclamata è la meccanica dei due regni paralleli: Axiom (il regno dei vivi) e Umbral (il regno dei morti).
Il giocatore può volontariamente (o involontariamente, morendo una prima volta) passare da Axiom a Umbral, un mondo spettrale e ancora più pericoloso che coesiste con quello reale. Questo apre nuove possibilità esplorative (sentieri e segreti visibili solo in Umbral), introduce puzzle ambientali e meccaniche di rischio/ricompensa uniche, poiché rimanere troppo a lungo in Umbral aumenta il pericolo ma permette anche di ottenere risorse preziose. Il gioco presenta anche un sistema di combattimento fluido, un'ampia varietà di armi e magie, e un comparto grafico moderno basato sull'Unreal Engine 5. Pur non essendo esente da critiche (legate principalmente a performance tecniche al lancio e a un bilanciamento talvolta incerto), il nuovo Lords of the Fallen rappresenta un tentativo ambizioso e meccanicamente interessante di innovare all'interno dei confini del genere soulslike, offrendo un'esperienza visivamente impattante e un mondo duale intrigante da esplorare.
Cosa rende i giochi Soulslike così popolari?
L'enorme successo e l'influenza del genere soulslike possono sembrare quasi paradossali in un'industria spesso orientata verso esperienze più accessibili e guidate. Cosa attrae così tanti giocatori verso mondi punitivi e meccaniche esigenti? Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto, il senso di sfida e la gratificazione che ne deriva. Superare un boss dopo innumerevoli tentativi, scoprire una scorciatoia nascosta o padroneggiare un complesso sistema di combattimento regala una soddisfazione profonda e autentica, un senso di "conquista" raro nel panorama videoludico moderno.
In secondo luogo, l'atmosfera e l'immersione. I mondi soulslike sono spesso luoghi decadenti, misteriosi e intrisi di una bellezza malinconica, capaci di rapire il giocatore con il loro world-building implicito e la loro direzione artistica evocativa. La narrazione frammentata stimola l'interpretazione e la discussione all'interno della community. Terzo, la profondità dei sistemi di gioco: il combattimento richiede abilità e strategia, la progressione del personaggio offre ampie possibilità di personalizzazione (build), e l'esplorazione premia la curiosità e l'attenzione. Infine, non va sottovalutata la forza della community: la condivisione di strategie, la scoperta collettiva della lore, l'aiuto reciproco tramite meccaniche online (co-op) e persino la competizione (PvP) creano un forte senso di appartenenza e rendono l'esperienza ancora più ricca. È questa combinazione unica di sfida appagante, mondi affascinanti, gameplay profondo e coinvolgimento della community a decretare il successo duraturo dei soulslike.
Come scegliere il soulslike adatto ai propri gusti
Come avrete intuito da questa panoramica, il termine "soulslike" abbraccia ormai un universo di giochi vasto e sfaccettato. Sebbene condividano un nucleo di meccaniche e una filosofia di design comune, le differenze in termini di ambientazione, ritmo del combattimento, enfasi sugli elementi RPG, stile narrativo e livello di difficoltà percepita possono essere enormi. Scegliere il titolo giusto per iniziare o per proseguire il proprio viaggio in questo genere richiede quindi una riflessione sulle proprie preferenze personali.
Non tutti i soulslike sono uguali e ciò che affascina un giocatore potrebbe frustrarne un altro. Per aiutarvi a orientarvi e a trovare l'esperienza più in linea con i vostri gusti, abbiamo pensato di approfondire alcuni criteri di scelta fondamentali nei paragrafi seguenti, analizzando nel dettaglio cosa definisce veramente un soulslike e come le diverse interpretazioni possano soddisfare palati differenti.
Cos’è un soulslike?
Prima di scegliere, è essenziale avere una comprensione chiara di cosa si intenda esattamente con "gioco soulslike". Come accennato, si tratta di un sottogenere dei giochi di ruolo d'azione (Action RPG), ma con caratteristiche ben precise che lo distinguono. Il termine stesso, "soulslike" (simile ai Souls), ne rivela l'origine: sono giochi che traggono ispirazione diretta dalla serie Souls (principalmente Demon's Souls e Dark Souls) di FromSoftware. Ma quali sono i pilastri fondamentali che definiscono questa formula?
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Livello di sfida elevato: questo è forse l'elemento più noto e discusso. I soulslike sono giochi difficili, ma raramente in modo ingiusto (almeno nei migliori esponenti). La difficoltà non è fine a sé stessa, ma è uno strumento per promuovere l'apprendimento, la pazienza e la padronanza delle meccaniche. La morte è parte integrante dell'esperienza: si perde valuta/esperienza (Anime, Ergo, ecc.) che può essere recuperata tornando sul luogo del decesso, ma un'ulteriore morte prima del recupero comporta la perdita definitiva. Questo crea una tensione costante e dà peso a ogni azione. La soddisfazione deriva proprio dal superamento di ostacoli che inizialmente sembravano insormontabili.
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Combattimento metodico e tecnico: il combattimento è raramente basato sulla pressione frenetica di tasti. Richiede deliberazione, tempismo e gestione delle risorse, principalmente la stamina, che si consuma attaccando, schivando e parando. È fondamentale osservare i nemici, studiare i loro pattern d'attacco (telegraphing), capire quando schivare, quando bloccare (se possibile), quando parare (se presente la meccanica) e quando trovare finestre sicure per contrattaccare. Le hitbox (le aree di collisione) sono generalmente precise, rendendo il posizionamento cruciale. Esistono poi variazioni significative: dai combattimenti più lenti e basati su scudo e contrattacco dei primi Dark Souls, a quelli iper-aggressivi e basati su schivate e parry di Bloodborne, fino al focus sulla postura e le deviazioni di Sekiro o alla complessità delle stance e del Ki Pulse di Nioh.
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Level design intricato ed esplorazione: i mondi dei soulslike sono spesso labirintici, interconnessi e pieni di segreti. Il level design premia l'esplorazione attenta con scorciatoie che collegano aree distanti, oggetti nascosti, personaggi secondari e percorsi alternativi. C'è spesso un senso di verticalità e la presenza di trappole e pericoli ambientali. La progressione non è sempre lineare e il giocatore è incoraggiato a osservare l'ambiente per orientarsi e scoprire passaggi celati. Questa struttura richiama spesso influenze dai Metroidvania.
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Narrazione criptica e ambientale (Environmental Storytelling): la storia nei soulslike raramente viene spiegata direttamente tramite lunghe cinematiche o dialoghi espositivi. È invece frammentata, misteriosa e affidata all'interpretazione del giocatore. La lore del mondo viene ricostruita attraverso le descrizioni degli oggetti (armi, armature, consumabili), brevi e spesso enigmatici dialoghi con gli NPC, e indizi disseminati nell'ambiente stesso (architetture, disposizione dei nemici, cadaveri). Questo approccio crea un'atmosfera densa e suggestiva, stimolando la curiosità e la discussione all'interno della community per decifrare i misteri del mondo di gioco.
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Elementi RPG e progressione: pur essendo action, i soulslike mantengono forti elementi RPG. Il giocatore crea o controlla un personaggio le cui capacità sono definite da statistiche (Forza, Destrezza, Intelligenza, Fede, ecc.) che possono essere aumentate spendendo la valuta/esperienza raccolta. Questo permette di creare build personalizzate, specializzandosi in determinati stili di combattimento (guerriero pesante, spadaccino agile, mago, piromante, chierico, ecc.) attraverso la scelta di armi, armature, incantesimi e abilità. La progressione è spesso lenta e richiede grinding o l'accumulo oculato di "anime".
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Scontri con i boss: i boss sono uno dei momenti culminanti dei soulslike. Si tratta spesso di creature imponenti, dal design ispirato e dalle meccaniche uniche, che richiedono strategie specifiche, apprendimento dei pattern e grande concentrazione per essere sconfitti. Le boss fight sono vere e proprie prove di abilità e pazienza, e la loro sconfitta regala enorme soddisfazione.
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multiplayer integrato (spesso, per lo meno): molti soulslike (ma non tutti, Sekiro è un'eccezione notable) integrano funzionalità online uniche, come la possibilità di evocare altri giocatori per farsi aiutare (co-op), di invadere le partite altrui per sfidarli (PvP), o di lasciare messaggi e vedere le "macchie di sangue" (brevi replay della morte di altri giocatori) per condividere indizi o avvertimenti.
I giochi Soulslike sono troppo difficili per i giocatori occasionali?
È innegabile che i soulslike richiedano un impegno e una tolleranza alla frustrazione superiori rispetto alla media dei giochi moderni. Tuttavia, definirli "impossibili" o adatti solo a una élite hardcore sarebbe errato. La difficoltà è parte del design, ma è quasi sempre superabile con l'apprendimento e la perseveranza.
Il gioco fornisce gli strumenti per avere successo, ma richiede al giocatore di osservare, imparare dai propri errori e adattare la strategia. Inoltre, molti soulslike offrono meccaniche che possono mitigare la difficoltà: la possibilità di farmare "anime" per aumentare di livello e potenziare le statistiche, l'evocazione di NPC o altri giocatori per ricevere aiuto contro i boss più ostici, o la scoperta di armi/magie particolarmente potenti che facilitano certi scontri. Titoli come Elden Ring, con la sua struttura open world e le Evocazioni Spiritiche, sono considerati più accessibili rispetto ai capitoli precedenti. Esistono anche soulslike di terze parti dichiaratamente più "morbidi". Quindi, un giocatore occasionale può avvicinarsi al genere, a patto di essere consapevole che richiederà pazienza, che la morte fa parte del processo di apprendimento e che la soddisfazione deriva proprio dallo sforzo impiegato per superare la sfida.
Cosa definisce un gioco Soulslike?
Un gioco viene definito "soulslike" se presenta una combinazione dei seguenti elementi chiave, ispirati alla serie Souls di FromSoftware: un alto livello di difficoltà che richiede apprendimento dagli errori; un combat system metodico basato sulla gestione della stamina, sul tempismo e sullo studio dei pattern nemici; un level design intricato con scorciatoie e segreti che premia l'esplorazione; una narrazione ambientale e criptica affidata alla lore e alle descrizioni degli oggetti; un sistema di progressione RPG con statistiche e build personalizzabili; boss battle epiche e impegnative; meccaniche legate alla morte con perdita e recupero di valuta/esperienza; e spesso (ma non sempre) funzionalità multiplayer online integrate in modo unico (co-op, PvP, messaggi).
Non tutti i soulslike presentano tutti questi elementi allo stesso modo, ma la presenza preponderante di queste caratteristiche ne definisce l'appartenenza al genere.
Quali sono le migliori ambientazioni/temi nei giochi Soulslike?
Un fattore che spesso guida la scelta iniziale di un videogioco, e i soulslike non fanno eccezione, è l'ambientazione, il setting in cui si svolge l'avventura. L'atmosfera, lo stile visivo, il tipo di nemici e la lore sono elementi potentissimi che possono attrarre o respingere un giocatore ancor prima di aver valutato il gameplay. Il genere soulslike, fortunatamente, ha esplorato una notevole varietà di ambientazioni, andando ben oltre il dark fantasy medievaleggiante che, pur rimanendo il canone più diffuso grazie a Demon's Souls, Dark Souls ed Elden Ring, non è l'unica opzione.
Il dark fantasy, con i suoi castelli in rovina, le cattedrali gotiche decadenti, i cavalieri corrotti, i draghi e le creature mostruose, rimane un pilastro del genere, offrendo atmosfere cupe, epiche e malinconiche che ben si sposano con la difficoltà e la narrativa implicita. Titoli come Lords of the Fallen (il reboot) perpetuano questa tradizione.
Ma l'influenza di FromSoftware si è spinta oltre. Bloodborne ha dimostrato la potenza di un'ambientazione gotico-vittoriana intrisa di orrore cosmico lovecraftiano, con strade acciottolate nebbiose, architetture opprimenti e creature da incubo che mescolano bestialità e follia interdimensionale. Questa ambientazione unica influenza anche il gameplay, più veloce e aggressivo.
Il Giappone feudale, con le sue diverse epoche e interpretazioni mitologiche, è un'altra ambientazione molto popolare nel genere. Nioh e Nioh 2 ci immergono nell'era Sengoku infestata da Yokai (demoni e spiriti del folklore giapponese), mescolando figure storiche reali con elementi sovrannaturali. Sekiro: Shadows Die Twice esplora anch'esso l'era Sengoku, ma con un taglio più focalizzato sulla figura dello shinobi, sulle guerre tra clan e su una mitologia differente, con demoni e creature ispirate ad altre leggende.
Altri sviluppatori hanno osato ancora di più. Esistono soulslike con ambientazioni sci-fi/dystopian, come la serie The Surge, dove il giocatore indossa un esoscheletro in un futuro industriale decadente, combattendo contro macchine impazzite e altri operai potenziati. Remnant: From the Ashes (e il suo sequel) mescola elementi post-apocalittici con creature extradimensionali e armi da fuoco, offrendo un'esperienza unica che fonde meccaniche soulslike con dinamiche da sparatutto in terza persona.
Ci sono poi interpretazioni ancora più particolari, come l'estetica anime di titoli come Code Vein, che adotta uno stile visivo e narrativo tipico dell'animazione giapponese pur mantenendo le meccaniche soulslike, o l'ambientazione Belle Époque dark e "pinocchiesca" di Lies of P, con i suoi automi ribelli.
Scegliere un'ambientazione in linea con i propri gusti personali può aumentare significativamente il coinvolgimento e il piacere dell'esplorazione. Se siete affascinati dal medioevo oscuro, la serie Souls è una scelta naturale. Se amate Lovecraft e l'horror gotico, Bloodborne è imprescindibile. Se il Giappone feudale e i samurai (o i ninja) vi attirano, Nioh o Sekiro sono le opzioni principali. Se preferite la fantascienza o atmosfere diverse, esistono valide alternative. Non sottovalutate il potere dell'ambientazione nel rendere l'esperienza più vostra, pur rimanendo aperti a scoprire mondi inaspettati che potrebbero sorprendervi.
Non esiste un'ambientazione "migliore" in assoluto, ma diverse tipologie offrono esperienze uniche e affascinanti. Il Dark Fantasy Medievale (Souls, Elden Ring, Lords of the Fallen) è il più iconico, perfetto per chi ama atmosfere cupe, castelli imponenti, cavalieri e creature mostruose classiche. L'Horror Gotico/Lovecraftiano (Bloodborne) offre un'esperienza più opprimente, misteriosa e incentrata sull'orrore cosmico e la follia. Il Giappone Feudale/Mitologico (Nioh, Sekiro) affascina con le sue figure storiche, i samurai, i ninja, gli Yokai e un'estetica ricca di cultura e folklore. L'ambientazione Sci-Fi/Post-Apocalittica (The Surge, Remnant) offre una variazione interessante, con tecnologie futuristiche, ambientazioni industriali decadenti o mondi devastati, spesso integrando meccaniche diverse come il combattimento a distanza o sistemi di crafting più elaborati. Infine, ambientazioni Uniche/Alternative (Lies of P, Code Vein) dimostrano la versatilità del genere, applicando la formula a concept originali e stili visivi particolari come l'estetica anime o riletture dark di fiabe classiche. La scelta migliore dipende interamente dai gusti personali del giocatore.
Quanto costano solitamente i giochi Soulslike?
Naturalmente, un fattore determinante nella scelta di qualsiasi videogioco è il prezzo. I soulslike, essendo spesso produzioni complesse e ricche di contenuti, seguono le dinamiche di mercato tipiche dei giochi di ruolo d'azione. Non può quindi mancare, in una guida all'acquisto completa, un'analisi di questo aspetto cruciale, che può influenzare notevolmente la decisione finale. È importante sottolineare che, come per la maggior parte dei videogiochi, il prezzo non è sempre un indicatore assoluto e lineare della qualità o della quantità di contenuti, ma riflette spesso fattori come l'anzianità del titolo, la sua appartenenza a una produzione AAA ad alto budget o a uno sviluppo indipendente, e la presenza di edizioni speciali o collection.
I nuovi lanci nel genere soulslike, specialmente quelli più attesi e sviluppati da studi affermati come FromSoftware o grandi publisher, si posizionano solitamente al prezzo pieno standard dei giochi di nuova generazione (attualmente intorno ai 70-80 euro al lancio). Questo prezzo è giustificato dalla novità, dall'investimento produttivo e dalla tecnologia impiegata. Titoli come Elden Ring al day one rientrano in questa categoria.
Tuttavia, il genere ha ormai una storia consolidata, e molti dei suoi capolavori più datati sono disponibili a prezzi significativamente inferiori. Giochi come la trilogia originale di Dark Souls (spesso venduta in collection convenienti come la Dark Souls Trilogy), Bloodborne (magari in edizione Game of the Year con DLC incluso), Sekiro o i primi Nioh possono essere acquistati a cifre molto più accessibili, specialmente durante i frequenti saldi sui negozi digitali (Steam, PlayStation Store, Xbox Store) o presso i rivenditori fisici. Queste opzioni rappresentano un eccellente punto di ingresso nel genere per chi ha un budget limitato o vuole recuperare i classici.
Esistono poi i soulslike sviluppati da studi indipendenti o AA, che possono avere prezzi di lancio inferiori rispetto alle produzioni AAA, pur offrendo esperienze valide e originali. Il loro costo può variare notevolmente a seconda dell'ambizione e della portata del progetto.
Un altro fattore da considerare è la presenza di DLC ( contenuti scaricabili) ed espansioni. Molti soulslike di FromSoftware, ad esempio, hanno ricevuto espansioni post-lancio (come Artorias of the Abyss per DS1, i DLC di DS2 e DS3, The Old Hunters per Bloodborne, e l'attesa espansione Shadow of the Erdtree per Elden Ring) che aggiungono nuove aree, boss, armi e lore, estendendo significativamente la longevità del gioco ma rappresentando un costo aggiuntivo (spesso raccolto in edizioni "Complete" o "GOTY" successive).
Non bisogna dimenticare la possibilità che alcuni soulslike (specialmente quelli di terze parti o più datati) possano entrare a far parte di servizi in abbonamento come Xbox Game Pass o PlayStation Plus Extra/Premium, offrendo un valore incredibile per gli abbonati.
Nella scelta, quindi, è importante bilanciare il proprio budget con il tipo di esperienza desiderata. Un titolo nuovo a prezzo pieno offrirà l'esperienza più recente e tecnologicamente avanzata, mentre un classico scontato o una collection possono regalare centinaia di ore di gioco di altissima qualità a un costo contenuto. L'obiettivo dovrebbe essere trovare il miglior rapporto tra qualità percepita, quantità di contenuti e prezzo accessibile in base alle proprie priorità.
I prezzi variano ampiamente. I nuovi titoli AAA di studi come FromSoftware vengono lanciati al prezzo pieno standard per le nuove uscite (attualmente 70-80 euro). I giochi più vecchi della stessa FromSoftware o di altri sviluppatori, specialmente se usciti da qualche anno, si trovano frequentemente a prezzi scontati, che possono variare dai 20 ai 40 euro, o anche meno durante i saldi. Le collection che raggruppano più titoli (come la Dark Souls Trilogy o la Nioh Collection) offrono spesso un ottimo valore, con un costo per singolo gioco molto conveniente (magari tra i 40 e i 60 euro per l'intera collection). I soulslike indipendenti o AA possono avere prezzi di lancio più bassi, magari tra i 30 e i 50 euro. Le espansioni/DLC hanno solitamente un costo aggiuntivo (tra i 15 e i 40 euro, a seconda della dimensione). In sintesi, si può entrare nel genere spendendo relativamente poco recuperando i classici, oppure investire di più per le ultime uscite.
Dove posso giocare ai giochi Soulslike?
Un ultimo, ma non per importanza, aspetto pratico da considerare prima di acquistare qualsiasi videogioco, inclusi i soulslike, è la piattaforma su cui si intende giocare. Sembra una banalità, ma nel fervore dell'entusiasmo per un titolo accattivante, è facile dimenticare di verificare questo dettaglio fondamentale. Il mondo delle console e del PC gaming è ancora caratterizzato da ecosistemi in gran parte separati, e non tutti i giochi sono disponibili su tutte le piattaforme.
È cruciale sapere che un disco di gioco per Xbox non funzionerà su una PlayStation, una cartuccia per Nintendo Switch non sarà leggibile da un PC, e un gioco acquistato su Steam non potrà essere giocato su una console Sony o Microsoft (a meno di non usare servizi di streaming o remote play, che sono casi particolari). Pertanto, prima di cliccare "acquista" o di recarsi in negozio, è indispensabile verificare che il soulslike desiderato sia effettivamente disponibile per la piattaforma (o le piattaforme) di gioco che si possiede (PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, Nintendo Switch, PC Windows).
Inoltre, bisogna prestare attenzione alla specifica versione che si sta acquistando. Molti giochi recenti hanno versioni distinte per le console di vecchia generazione (PS4/Xbox One) e quelle di nuova generazione (PS5/Xbox Series X|S). Acquistare per errore la versione sbagliata potrebbe portare a non poter giocare affatto (se si compra una versione PS5 avendo una PS4) o a non poter sfruttare gli upgrade grafici e prestazionali (se si compra la versione PS4 avendo una PS5, anche se spesso è previsto un upgrade gratuito o a pagamento). Per gli acquisti digitali, gli store online solitamente guidano verso la versione corretta per la console da cui si accede, ma per le copie fisiche è bene controllare attentamente la copertina.
La disponibilità multipiattaforma varia da titolo a titolo. Come accennato, alcuni capisaldi del genere sono esclusive console (Demon's Souls Remake e Bloodborne per PlayStation). Altri, come la serie Dark Souls, Sekiro ed Elden Ring, sono multipiattaforma (disponibili su PC, PlayStation e Xbox). Titoli di terze parti possono avere accordi di esclusività temporale o essere disponibili solo su alcune piattaforme. La piattaforma PC gode generalmente della libreria più vasta, includendo molti titoli non disponibili su console, ma richiede un hardware adeguato. Verificare sempre la compatibilità con la propria piattaforma è un passo semplice ma essenziale per evitare acquisti errati e frustrazioni.
I soulslike a tema Dark Fantasy Medievale, l'archetipo più classico, sono ampiamente disponibili. La serie Dark Souls ed Elden Ring si trovano su PC, PlayStation (PS4/PS5) e Xbox (One/Series X|S). Il remake di Demon's Souls è un'esclusiva PlayStation 5. Il reboot di Lords of the Fallen è disponibile su PC, PS5 e Xbox Series X|S. Molti altri titoli third-party di questo filone sono multipiattaforma. I soulslike Gothic/Lovecraftian sono dominati da Bloodborne, esclusiva PlayStation 4 (giocabile su PS5 in retrocompatibilità). Quelli ambientati in Giappone vedono Sekiro su PC, PS4 e Xbox One (e generazioni successive), mentre la Nioh Collection è disponibile su PC e PlayStation 5 (con versioni originali per PS4). Titoli Sci-Fi come The Surge sono tipicamente multipiattaforma. È sempre consigliabile verificare la disponibilità del titolo specifico di interesse sui rispettivi store digitali (Steam, PlayStation Store, Microsoft Store) o siti dei publisher.