Little Nightmares II: l'origine dell'incubo

Little Nightmares II chiude il cerchio narrativo della serie. Facciamo chiarezza sulla vera natura di questo "sequel".

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a cura di Marco Patrizi

Editor

SPOILER ALERT: in questo articolo sono presenti riferimenti agli avvenimenti di Little Nightmares II, al suo finale e ad alcuni fatti accaduti negli altri capitoli della serie.

Alcuni giorni dopo l'uscita di Little Nightmares II Andreas Johnsson, CEO di Tarsier Studios, ha dichiarato che il team di sviluppo si lascerà alle spalle la propria creatura per concentrarsi sulla creazione di nuovi mondi e nuovi giochi. La serie si è meritatamente ritagliata un'affezionata fanbase, quindi non è una sorpresa che molti giocatori si siano dispiaciuti per questa notizia, sperando invece in un terzo capitolo della serie.

Una reazione assolutamente comprensibile, ma pensandoci bene sorge la domanda: sarebbe davvero necessario? In fondo il macabro fascino del mondo di Little Nightmares si basa sull'atmosfera di mistero che lo pervade, su quell'ambiguità tra eventi e interpretazione che caratterizza la sua narrazione tanto silenziosa quanto coinvolgente. Insomma, a differenza di altri setting di cui vorremmo conoscere più dettagli possibile, continuare a esplorare il mondo contorto e misterioso creato da Tarsier Studios rischierebbe di erodere e rovinare il suo stesso appeal.

Senza considerare che il ciclo narrativo di Little Nightmares già così può considerarsi autosufficiente. E sappiamo bene cosa succede quando si insiste troppo su una serie che ha già detto tutto quello che voleva dire. Il secondo capitolo ha fatto luce su alcuni degli elementi chiave rimasti latenti della prima avventura, in particolare alcuni dettagli di background che riguardano Six. Sì perché, nonostante gli autori del gioco prima della sua uscita abbiano specificato che si trattasse di un sequel diretto, possiamo ora trarre la giusta conclusione: Little Nightmares II è in realtà un prequel. Ormai è chiaro che Tarsier non ha voluto dichiararlo per non toglierci la sorpresa di scoprire da soli cosa stavamo osservando durane l'avventura, ossia gli eventi che hanno plasmato la piccola protagonista.

Per spiegare questa conclusione dobbiamo elaborare quello che abbiamo visto durante l'avventura e soprattutto nel finale sconcertante di Little Nightmares II. Precisiamo però che tale analisi sistemica serve solo per trovare un orientamento essenziale. Come abbiamo detto, la narrativa di Little Nightmares è profondamente simbolica, quindi non ha bisogno di trovare una logica ferrea alla sua base.

Qualcosa di giallo

Il primo indizio a suggerire che Little Nightmares II sia un prequel lo vediamo dopo essere scappati dalla scuola, quando Six trova il suo impermeabile giallo. Perché è lì? Sicuramente non c'è ragione per cui dovrebbe averlo perso dopo gli eventi del primo gioco. Sappiamo però che un altro personaggio indossava quello stesso impermeabile: la bambina protagonista di Very Little Nightmares, gioco uscito due anni fa per mobile. Inizialmente la protagonista del titolo sembra essere Six, ma nel finale si nota che la bambina ha dei capelli più lunghi, annodati parzialmente in una coda. Six è in realtà l'altra bambina che si incrocia saltuariamente nell'avventura, e che dopo i titoli di coda vediamo fuggire dal Nido dirigendosi verso una zattera; la bambina protagonista cade nell'oceano e perde il suo impermeabile, ma non vediamo effettivamente Six raccoglierlo.

Sappiamo inoltre che Six non ha indosso l'impermeabile quando viene catturata dal Cacciatore, perché nel fumetto di Little Nightmares II viene mostrata nella sua mise semplice. È la conferma quindi che dopo essere scappata dal Nido non ha raccolto l'impermeabile.

L'unico dettaglio poco chiaro è come l'impermeabile giallo abbia raggiunto il luogo in cui Six lo trova. È possibile che, semplicemente, sia stato trascinato dalla corrente sulla riva della Città Pallida e poi raccolto da qualcuno; oppure che sia stato raccolto in mare dal Traghettatore: altra figura introdotta nei fumetti il cui compito è di portare i bambini ne Le Fauci con una barca.

L'ultima ipotesi non è esattamente campata in aria, dato che guardando attentamente la stanza in cui troviamo l'impermeabile vediamo su una sedia un cappello molto simile al suo, ma soprattutto dei pacchi contrassegnati in modo insolito con delle figure di Nomini, che sappiamo trovarsi in abbondanza nel Nido e che vengono utilizzati per far funzionare Le Fauci.

Hunger game

Il secondo indizio cruciale che ci permette di determinare che Little Nightmares II sia un prequel lo vediamo nella scena aggiuntiva del finale, che è possibile sbloccare solo completando il gioco dopo aver trovato tutti i fantasmini, o glitch, del gioco. In essa vediamo Six subito dopo essere scampata al pericolo della Torre Trasmittente. La bambina si trova davanti al suo stesso glitch che gira lo sguardo verso un volantino che ritrae Le Fauci, come a indicarle di dirigersi in quel posto. Subito dopo essere sparito, sentiamo il rumore inconfondibile di uno stomaco che brontola. Quello che vediamo in questa scena è l'origine della tremenda fame di Six che i giocatori che hanno giocato al primo Little Nightmares conoscono bene.

https://youtu.be/OhMp4mn8XPs?t=158

Ma perché in quel momento? Per rispondere bisogna considerare cosa è successo alla piccola protagonista. Six è stata catturata e portata all'interno della Torre Trasmittente, che nel finale del gioco abbiamo visto non essere semplicemente un edificio. Essa è solo una facciata per un male sovrannaturale, qualcosa che usa la Trasmissione per corrompere gli esseri viventi, risucchiarne l'energia vitale e persino assorbirne i corpi all'interno di sé stessa. Se c'è un aggettivo con cui si potrebbe descrivere la Torre è proprio "famelica". Al suo interno Six è stata corrotta, trasmutata in una forma mostruosa che rappresenta la sua parte più oscura, sviluppatasi proprio a causa di quello che la giovane ha passato, gli eventi in cui ha dovuto costantemente fuggire e perfino uccidere per poter sopravvivere.

Mono la salva a forza da quella condizione, strappandola dalla morsa della Torre, ma non può salvarla da ciò che è emerso in lei. La corruzione della Torre ha definitivamente completato il cambiamento di Six, che ha ormai perso la propria fanciullezza, la propria anima; questa perdita le ha lasciato dentro un vuoto incolmabile, una fame sempre più vorace che renderà la giovane non più preda, ma predatrice. La sua parte oscura, la sua forma "glitch", simboleggia tutto ciò, e non a caso nel capitolo precedente la si poteva scorgere nell'ombra nei momenti in cui Six assecondava la sua spasmodica fame.

Nel primo capitolo in effetti Six non è mai ritratta come una bambina innocente. Non è solo la sua fame ad aumentare, ma sin dalle prime battute del gioco intuiamo che la sua priorità è la sopravvivenza. Nel sequel invece vediamo come Six sia generalmente più passiva nei confronti del terribile mondo circostante e dei suoi aggressori, per diventare man mano più dura, cinica, vendicativa.

Oltre a spiegare la figura ricorrente dell'occhio, con Little Nightmares II Tarsier ha chiuso il cerchio narrativo della serie mostrandoci la tragica storia di Mono, intrappolato in un ciclo di solitudine senza fine; un ciclo simile a quello di corruzione e rinascita che abbiamo già visto nel primo capitolo. Ma Little Nightmares II è anche la storia della perdita dell'innocenza di Six in un mondo contorto e predatore, e di come per sopravvivere sia costretta a diventare lei stessa un famelico piccolo incubo.

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