L'incredibile adattamento di Doom per Atari ST

La recente impresa di Jonas Eschenburg segna un nuovo capitolo nella storia delle conversioni di DOOM, portandolo sul celebre Atari ST

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a cura di Andrea Maiellano

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La recente impresa di Jonas Eschenburg segna un nuovo capitolo nella storia delle conversioni di DOOM: il leggendario sparatutto, difatti, ora "gira anche sull'Atari ST", l'iconico personal computer che ha compiuto ormai quasi 40 anni. Non si tratta dell'ennesima curiosità tecnologica in cui il gioco viene fatto girare su dispositivi improbabili come tastiere o tavoli da air hockey, ma di un vero e proprio porting che riesce a superare brillantemente i limiti hardware di una macchina nata in un'epoca in cui l'idea stessa di un gioco 3D così complesso sembrava fantascienza. Il progetto, battezzato con il semplice nome di STDOOM, rappresenta un affascinante esempio di ingegneria software retrocompatibile.

L'Atari ST, lanciato nel giugno 1985, è alimentato da un processore Motorola 68000 a 8MHz e può visualizzare grafica con appena 16 colori a una risoluzione di 320 x 200 pixel. Questi limiti hanno imposto a Eschenburg scelte creative per rendere giocabile un titolo che originariamente richiedeva hardware molto più potente. Il risultato è un'esperienza fortemente dithered, ovvero che utilizza una tecnica di retinatura per simulare sfumature di colore attraverso pattern di pixel, creando l'illusione di una profondità cromatica maggiore.

Nonostante le limitazioni tecniche, STDOOM riesce a preservare elementi fondamentali dell'esperienza originale. Eschenburg ha confermato che il gioco supporta persino gli "effetti palette", permettendo allo schermo di illuminarsi di rosso ogni volta che il giocatore subisce danni - un dettaglio che aggiunge notevolmente all'immersività dell'esperienza e dimostra l'attenzione ai particolari del progetto.

Per eseguire STDOOM sarà comunque necessario possedere una copia legittima di DOOM, acquistabile su numerosi store digitali, oppure utilizzare la versione shareware dimostrativa. C'è però un ostacolo tecnico da considerare: secondo le note su GitHub, il codice può essere compilato esclusivamente su sistemi Linux. La versione DOS non può essere utilizzata a causa della presenza di una libreria audio protetta da copyright.

L'Atari ST rappresenta un capitolo significativo nella storia dell'informatica domestica, essendo un diretto concorrente del Commodore Amiga 500, con cui condivide una storia di sviluppo intrecciata. Utilizzando un monitor monocromatico, la risoluzione della macchina poteva addirittura raddoppiare fino a 640 x 400 pixel, anche se naturalmente questa opzione non sarebbe compatibile con un gioco colorato come Doom.

Questa conversione si inserisce in un fenomeno culturale più ampio di preservazione e celebrazione delle piattaforme retro. Non è un caso che recentemente sia stato rilasciato anche Commodore OS Vision 3.0, un sistema operativo basato su Linux che ricrea l'aspetto e le sensazioni dei vecchi sistemi Commodore. Questo OS include funzionalità moderne insieme a strumenti nostalgici come un editor Basic e una vasta raccolta di giochi retro e ispirati al retrogaming.

Il continuo interesse per queste conversioni estreme dimostra non solo la versatilità del codice originale di Doom, ma anche quanto sia profonda la connessione emotiva che molti appassionati mantengono con i sistemi di gioco delle generazioni passate. STDOOM rappresenta il punto d'incontro tra la nostalgia tecnologica e l'innovazione ingegneristica, un tributo a due icone che hanno segnato l'evoluzione dell'informatica e dei videogiochi.

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