A più di qualcuno, sottoscritto compreso (mi perdonerete la piccola nota personale a inizio articolo) il solo sentir nominare Life is Strange può facilmente provocare palpitazioni emotive e un'improvvisa voglia di condividere i propri pensieri e considerazioni sulla saga con l'essere umano più vicino. Se, come me, non siete rimasti indifferenti di fronte al fascino della serie e alla sua capacità di toccare le corde giuste nelle persone capaci di appassionarvisi, avrete salutato con grande gioia l'annuncio di Life is Strange: True Colors, che vede tornare i Deck Nine al timone del progetto: gli autori dell'ottimo spin-off Before the Storm, del resto, hanno saputo guadagnarsi l'occasione di lavorare su un capitolo "principale" del franchise, ed eccola infatti servita su un piatto d'argento.
Life is Strange sta per tornare
Durante l'E3, ancora in corso di svolgimento, sviluppatori e publisher hanno diffuso qualche informazione inedita su True Colors, e a noi è parsa l'occasione perfetta per fare un piccolo riepilogo di tutto quel che sappiamo sull'ultima avventura narrativa pubblicata da Square Enix, approfondendo al contempo qualche aspetto aggiuntosi in corso d'opera a quanto abbiamo già visto lo scorso marzo.
Seguendo l'impostazione da serie antologica sdoganata già tre anni fa da Life is Strange 2, anche il quarto capitolo della serie cambia completamente ambientazione e contesto generale rispetto a quello che l'ha preceduto. La storia, come già sappiamo, segue le vicende di Alex Chen, una giovane ragazza che ha vissuto un'infanzia complicata, divisa dalla famiglia e cresciuta in affido. Dopo otto anni di lontananza, la giovane si riunisce con il fratello Gabe nella cittadina di Haven Springs, in Colorado, e sembra poter finalmente ritrovare un po' della felicità perduta, almeno in ambito familiare. Come un fulmine a ciel sereno, però, Gabe viene ucciso nel corso di un incidente misterioso, senza che nessuno, apparentemente, conosca i fatti nella loro interezza.
Determinata a scoprire la verità su quanto accaduto, Alex decide di cominciare a indagare sulla morte del fratello, sfruttando la sua più grande qualità, ossia l'estrema empatia di cui è dotata, che qui viene metaforicamente trasformata in una sorta di "potere" volto a caratterizzare l'intera avventura, in maniera simile ai rewind temporali del primo Life is Strange di Dontnod Entertainment.
Deck Nine ha scelto di legare la narrativa a un approccio semi-aperto per quanto riguarda esplorazione e progressione nella storia: i giocatori, infatti, possono esplorare Haven Springs da cima a fondo e parlare con molti degli abitanti (tra i quali Steph, vecchia conoscenza di Chloe Price in Before the Storm), scoprendo tutta una serie di vicende non necessariamente collegate alla storia familiare di Alex. I poteri empatici della protagonista le permettono di vedere (letteralmente) i sentimenti e i pensieri delle persone con cui sta parlando, grazie alla presenza di aure di colori diversi che li circondano, idea, in un certo senso, ripresa da diversi giochi di ruolo classici (con la differenza che allora si trattava di indicatori perlopiù testuali e non visivi).
Esplosioni emotive
Questo potere rappresenta il centro di gravità di Life is Strange: True Colors, e, a seconda di quanto, chiaramente, gli sviluppatori avranno calcato la mano sull'effettiva libertà di scelta offerta dal gioco, potrebbe permettere alla ragazza di fungere da vero e proprio deus ex machina degli eventi che andranno a comporne la trama. Usiamo il condizionale perché la formula di Life is Strange ha sempre messo gli eventi e le dinamiche di gioco al servizio della narrativa, dunque non è così automatico aspettarsi un cambio di rotta drastico, che dia al giocatore più potere decisionale. Eppure, potrebbe andare proprio così. O almeno, in un certo senso.
Life is Strange: True Colors verrà venduto in un unico pacchetto e non più seguendo una formula a episodi, scelta che, a posteriori, potrebbe rivelarsi vincente.
Deck Nine, in effetti, ha dato vita a una serie di "micro-storie" all'interno del filone principale, ognuna ambientata in un edificio o in una zona differente della cittadina e soprattutto completabili in maniera cronologicamente libera, non più vincolata allo scorrere obbligatorio degli eventi, come accadeva nei precedenti capitoli. È quindi più che plausibile che ogni incontro con uno o più personaggi secondari possa non solo concedere diverse scelte al giocatore, ma farlo in maniera un po' più indipendente dal resto dell'intreccio.
Ci riferiamo, per esempio, a quel che accade a Mac e Riley, due giovani fidanzati il cui segreto viene scoperto dalla protagonista: Alex, a sua volta, deve decidere se riferire a Riley lo sbaglio commesso da Mac, causando quindi un litigio fra i due, oppure tacere, lasciando che sia lui a trovare il coraggio di confessarglielo. L'obiettivo ultimo di True Colors è insomma quello di far percepire maggiormente il peso di ogni scelta nelle decisioni che, nei panni di Alex, dovremo compiere: ciò diventa evidente soprattutto se la ragazza decide di entrare in connessione emotiva con gli altri dopo aver sviluppato a sufficienza la loro storia, generando una vera e propria esplosione della loro aura, che muta radicalmente il mondo attorno a loro e permette alla nostra di esplorare più a fondo i loro ricordi, arrivando alla radice del problema che li attanaglia.
Queste "esplosioni dell'aura" hanno un effetto che ci permette di capire in maniera tangibile con quali persone Alex (e quindi noi, che ci immedesimiamo in lei) riesce più a socializzare: seguendo la medesima logica simbiotica, è dunque possibile che siano proprio loro ad aiutarla maggiormente nella risoluzione del caso legato al fratello, fornendole indizi preziosi.
Le persone che la circondano, è importante sottolinearlo (anche perché sarà quasi certamente importante a fini narrativi), sembrano percepire il potere di Alex, cosa che la porta più volte a chiedersi se quest'ultimo non sia in realtà una maledizione, e se sia giusto spingersi "così in là" nell'approfondire le connessioni con gli altri, con la possibilità di farsi voler bene da tutti, ma allo stesso tempo correndo il rischio di rovinare o spezzare determinati legami.
Un nuovo centro pieno?
È proprio su questa linea sottile che Deck Nine, intuendo ciò che ha sempre reso popolare Life is Strange agli occhi del pubblico, sembra aver voluto muoversi, confezionando un'esperienza che sembrerebbe avere tutte le carte in regola per rivelarsi più che degna del nome che porta, oltre che molto meno "approssimativa" dal punto di vista emozionale di quanto non sia stato Life is Strange 2 (il meno brillante della serie, almeno a giudizio di chi scrive: non vogliatemene).
True Colors, anche questo va sottolineato, ha fatto un salto di qualità a livello produttivo davvero notevole, migliorandosi praticamente in ogni aspetto visivo e con evoluzioni degne di nota a livello tecnico, fra cui la presenza del lip sync, che in piccola parte verranno trasportate anche nelle versioni rimasterizzate del primo capitolo e di Before the Storm. Il sonoro non sarà da meno, come da tradizione: il coinvolgimento di Mxmtoon, che presterà la voce alla protagonista nelle sezioni in cui quest'ultima si cimenterà alla chitarra, pare essere solo la ciliegina sulla torta di un aspetto sul quale già adesso nutriamo ben pochi dubbi (sarebbe obiettivamente difficile averne).
Square Enix, conscia del crescente apprezzamento nei confronti di Life is Strange, ha giustamente deciso di investire ancora di più sul suo ultimo progetto, tanto da decidere di collocarlo in una fascia di prezzo superiore rispetto ai predecessori. Scelta piuttosto coraggiosa, ma che, a nostro avviso, potrebbe essere ben ripagata il prossimo 10 settembre 2021, giorno in cui Life is Strange: True Colors arriverà sugli scaffali e negli store digitali.