Tra qualche mese, più precisamente ad agosto, nel sempre più florido filone dei souls-like farà il suo esordio una delle opere più particolari e intriganti attese in questo 2023. Sto ovviamente parlando di Lies of P, opera di Round8 Studio e Neowiz che ha saputo incuriosire più o meno un po’ tutti dal giorno di annuncio a oggi. Dopo anni di aspettative, dubbi, teorie e quant’altro l’attesa sta finalmente giungendo a termine: per ingannare quella ancora rimanente ho messo le mani in anteprima sopra la demo del Summer Game Fest di Lies of P e sono finalmente pronto a parlarvene.
Abbiamo provato il gioco con il seguente PC:
- GPU: Zotac RTX 3070 Twin Edge OC
- MOBO: Asus ROG STRIX Z370-F
- RAM: G.Skill Trident Z RGB 16GB DDR4 3200MHz
- CPU: Intel i5 8600k 3.6 GHZ
- SSD: Sabrent SSD 2TB Rocket NVMe PCIe M.2 2280
- Tastiera: Corsair K70 LUX LED Rosso Cherry MX Brown
- Mouse: Fnatic Flick 2
- Cuffie: Logitech G930
- Monitor: Samsung C27HG 70 Quad HD 144Hz HDR
Un valido esponente del genere?
Non ve lo nascondo: fin dall’annuncio del gioco ho sempre temuto fortemente che l’opera finale di Round8 Studio e Neowiz potesse differire da quanto mostrato nei trailer e non riuscire a rispettare tutto l’hype creatisi in questi anni. Dopo questa prova, ve lo dico fin da subito, tali dubbi sono però fortunatamente stati dissipati quasi del tutto, accendendomi ancor di più l’interesse per tutta l'esperienza, che pare quindi aver tutte le carte in regola per rivelarsi un buon souls-like. Andiamo però con ordine.
Nella più che corposa demo ho potuto provare le prime ore dell’avventura, arrivando a combattere con più di un boss e a esplorare differenti location, oltre che testare buona parte delle meccaniche che contraddistingueranno il gioco. Non ve lo nascondo: Lies of P prende a piene mani dai classici stilemi del genere, senza all’apparenza proporre nulla di trascendentale o di particolarmente innovativo, ma lo fa in un modo tutto sommato convincente.
Innegabile è per esempio la grande somiglianza con Steelrising, a partire dalle ambientazioni fino ad arrivare ai nemici, passando anche per alcune scelte di level design. Il tutto magari verrà completamente stravolto dalla versione completa del gioco, ma da questa demo le vicinanze con la comunque discreta opera di Spiders sono parecchie e decisamente evidenti. Come non citare poi il braccio sinistro di Pinocchio, che può essere modificato con differenti armi proprio come succede con quello prostetico in Sekiro: Shadows Die Twice. Insomma, tanti elementi dalla provenienza differente all’interno di un unico calderone, con i due team di sviluppo che sembrano in ogni caso sulla strada corretta per trovare la giusta amalgama.
Un burattino con una missione
Pad alla mano, il feedback che mi ha restituito Lies of P si è infatti rivelato di valore, regalandomi buone impressioni e non mostrando eccessivamente il fianco a critiche di sorta. Capiamoci: la peculiare avventura videoludica ispirata all’immortale opera di Collodi non sembra assolutamente avere le velleità per impensierire i souls-like di From Software, ma pare comunque avere tutte le carte in regola per giocarsela alla pari con altri esponenti del genere, quali The Surge, Code Vein e il già citato Steelrising.
Da sottolineare è in particolare come il combattimento, rispetto ai titoli di cui sopra, sia leggermente più veloce e dinamico, sebbene sia ovviamente possibile rallentarlo utilizzando armi pesanti e un equipaggiamento più corazzato. Per il resto il tutto scorre come ci si aspetterebbe, tra barra della stamina, attacchi leggeri e pesanti, backstab (ovveri i colpi critici alle spalle) e così via. Vi sono però in ogni caso anche diversi elementi innovativi in Lies of P, che provano a distaccarlo dai capisaldi del genere.
Il già citato braccio sinistro di Pinocchio, per esempio, oltre a poter essere equipaggiato con diversi accessori, come ad esempio un arpione in grado di attirare a sé i nemici, può anche essere utilizzato per affilare le proprie armi e renderle così più efficaci in battaglia. Non mancano poi attacchi e abilità speciali, utilizzabili riempiendo degli indicatori tramite oggetti o attaccando i nemici, e in grado di capovolgere le sorti di uno scontro. Non male è poi la meccanica riguardante la vita del nostro alter-ego digitale che, oltre a poter essere ripristinata tramite le classiche fiale, può anche essere parzialmente recuperata colpendo velocemente un nemico nei secondi successivi alla ricezione di un colpo. Insomma, nulla di particolarmente innovativo, ma delle caratteristiche che contribuiscono a rendere il prodotto differente dagli altri souls-like e a dare un quid in più al tutto.
Funziona tutto bene, quindi? Non proprio, anche se mi è difficile lamentarmi più di tanto. Le hit-box non sono perfette, ma comunque nettamente migliori rispetto a quelle di Steelrising al lancio, e i colpi non hanno sempre un feedback soddisfacente. I nemici, inoltre, non spiccano per intelligenza artificiale e mi è capitato ben più di una volta vederli per attaccarmi per poi girarsi e ignorarmi come se nulla fosse successo.
Tra fascino e pericolo
Nulla da dire sulle ambientazioni, invece, che sembrano particolarmente evocative e riuscite a livello artistico per quanto all’apparenza non eccessivamente ampie a livello spaziale. L’estetica vittoriana, con elementi steampunk, è del resto sempre affascinante, con Round8Studio e Neowiz che sembrano aver fatto un ottimo lavoro anche con il design dei nemici, soprattutto per quello che riguarda i boss.
Insomma, se nel gioco completo vedremo più percorsi alternativi, una maggiore possibilità di esplorazione e così via sicuramente sarà un vero e proprio piacere esplorare insieme a Pinocchio la pericolosa e oscura Krat. Qualche dubbio resta invece sulla scelta di scomodare il celebre racconto di Collodi: al netto dei personaggi, quali Pinocchio, Geppetto e qualche altro richiamo, le somiglianze sembrano infatti arrivare fino a un certo punto. A onor del vero ho potuto sfiorare con mano qualche scelta in cui mi è stato chiesto di mentire o meno, ma senza all’apparenza grossi riscontri: per saperne di più sarà quindi necessario aspettare la versione completa del gioco.
Tirando le somme
Questo primo contatto con Lies of P, insomma, ha dissipato molti dei mie dubbi, restituendomi un'opera che pare avere tutte le carte in regola per rivelarsi un buon souls-like. Certo, c'è ancora qualche aspetto da limare, vedi l'IA dei nemici o le hit-box, ma per il resto è difficile lamentarsi più di tanto. Non aspettatevi ovviamente la prossima opera magna del genere, ma un onestissimo titolo che, si spera, sappia ad agosto intrattenerci per qualche decina di ore.