Tua madre ce l'ha molto con me: perché sono sposato e in più canto. Però canto bene e non so se tua madre sia altrettanto capace a vergognarsi di me. La madre di Roberta, ragazza alla quale pare Fabrizio De André avesse dedicato Giugno '73 non era solita vergognarsi di Faber, del suo essere cantautore, ma lo era di certo la ragazza amata, con la quale l'artista genovese aveva avuto una relazione fugace all'inizio degli anni Settanta, finita con le lacrime di lei. Cantava bene De André, è indubbio, ma non abbastanza per essere inserito nella tracklist di Let's Sing 2019, votato più al commerciale, all'internazionalità della musica e della canzone in lingua anglosassone, aperta a tutti.
Cantare è un qualcosa che può fare chiunque, essere intonati è un altro paio di maniche, in molti si vergognano, ma non tutti in casa hanno una madre come quella di Roberta, pronta a vergognarsi di voi. Per questo oggi vi parliamo di Let's Sing 2019, provato su Switch.
Salite sul palcoscenico
Contro qualsiasi convenzione delle recensioni, partiamo con l'analizzare quell'interfaccia fluida e pulita di Let's Sing 2019 come prima elemento del titolo presentatoci: non ci sono molti elementi a schermo, non ci sono feature specifiche da valutare, ma semplicemente delle diverse modalità nelle quali cimentarsi e provare a cantare le trenta canzoni della tracklist che ci viene proposta. Tutti i brani sono per lo più legati al genere pop moderno, intervallati da qualche variazione sul tema gradevole: tra queste, ad esempio, anche una delle canzoni di Moana, il 55esimo Classico Disney, o anche qualche "oldies" degli anni '70 e '80, compresa anche una parentesi sui Queen. Un lavoro lodevole da parte del team di sviluppo perché Let's Sing 2019 propone una lista di canzoni note al grande pubblico, probabilmente meno da parte dei più giovani, ma comunque gradevole a qualunque orecchio. Ciò che stona, però, è proprio l'insufficienza quantitativa delle canzoni proposte, che terminano in maniera abbastanza rapida: a supporto di tale depauperamento della vastissima libreria musicale che offre l'arte internazionale, arrivano sette pacchetti di DLC, che vanno ad ampliare l'offerta.
È chiaro che effettuare un acquisto aggiuntivo dopo aver comprato il gioco base non è tra le soluzioni più avvincenti, ed è anche per questo che Let's Sing 2019 dovrebbe cedere la propria natura di prodotto fatto e finito e indossare le vesti di hub da riempire con acquisti mirati: una formula che probabilmente negli anni a venire potrebbe andare incontro alle esigenze di tutti i giocatori che decideranno di imbracciare il microfono. A tal proposito, la compatibilità dei device mobile da parte del titolo non è di primissimo livello: dopo un paio di tentativi, però, siamo riusciti a far partire l'app - tra l'altro quella generica, non essendocene una dedicata esclusivamente all'edizione 2019 - su iPhone. Fatti i sound check del caso, siamo arrivati dinanzi alle modalità offerteci.
One, two, three, four!
Il gameplay non è variato minimamente, come d'altronde ci si aspetta: una volta scelto il brano da cantare verranno visualizzati nella parte inferiore dello schermo i sottotitoli del testo e nella zona centrale, invece, avrete lo scorrere delle note, indicate con dei segmenti colorati che avranno nella lunghezza e nell'altezza le uniche due varianti. Avere tali aspetti dalla vostra vi permetterà di ricevere anche una sorta di feedback sulle vostre prestazioni, perché il microfono - o il device mobile che state usando - invierà ovviamente un input a Let's Sing 2019 circa la vostra intonazione: attraverso, quindi, il movimento dell'onda sonora a schermo saprete se la nota cantata è troppo alta, troppo bassa o se è esatta. A seconda di ciò che riuscirete a fare dal punto di vista della vostra abilità canora, arriverete a influire sul moltiplicatore del punteggio: ovviamente il replay value è inficiato dalla possibilità di tornare sulle canzoni già cantate e perfezionare le proprie performance, così da fare una scuola di canto sempre più valida. La modalità Classic, tra l'altro, vi darà la possibilità di competere insieme con altri tre giocatori in locale, tra l'altro anche in alternanza nel testo, oppure di sfidare la CPU. Non essendoci, però, per quest'ultima un selettore del livello di sfida l'offerta finale risulta abbastanza lacunosa.
In ogni caso, partendo dal presupposto che Let's Sing 2019 nasce per un'esperienza in compagnia di altri amici e come party game da soggiorno per chiudere una serata in amicizia, le sfide principali saranno da fare in multiplayer, che sia locale od online. Con la modalità Feat potrete - come accennato già poc'anzi - mettervi alla prova insieme con un amico, che può essere sia sfidato sia supportato in un canto a due voci. In alternativa potrete preparare un medley grazie al Mixtape, che infilerà cinque brani diversi e vi proporrà soltanto un estratto di questi, in rapida successione: tale modalità vi permetterà di selezionare una macrosezione delle canzoni a disposizione, passando per evergreen, voci maschili, voci femminili, canzoni d'amore e così via. Sicuramente un modo intelligente di evitare che il medley possa trasformarsi in qualcosa di tremendamente confusionario.
Avete l'X-Factor?
In chiusura un accenno rapido all'LS World Contest, che vi permetterà di scalare le classifiche mondiali e farvi riconoscere all'interno della Hall of Fame dei cantanti del 2019, cercando di ottenere punteggi sempre più alti nelle sfide canore che ci verranno proposte. Un altro modo per cercare di potenziare una longevità che al di là di quello che è il già espresso replay value non riesce ad andare: d'altronde con appena trenta canzoni a disposizione, nel caso in cui non ci si volesse affidare ai DLC a disposizione, il divertimento rischia di terminare abbastanza in fretta ed esaurirsi con appena una serata tra amici di un paio d'ore. In ogni caso la problematica principale di Let's Sing 2019 non è assolutamente da rintracciare nell'offerta ludica, ma in quella che è la sincronia con i microfoni e con i supporti: al di là della difficoltà iniziale riscontrata con la sincronizzazione dei device mobile, c'è da segnalare che non sempre il feedback offerto ci è risultato ottimale, oltre al fatto che non vi fosse sincronizzazione tra ciò che cantavano e ciò che compariva a schermo, per un chiaro problema di lag.
Se l'aspetto grafico minimalista riesce a soddisfarvi, così come le animazioni di fondo ai testi, che però risultano un mero accompagnamento al quale non presterete eccessiva attenzione, avete già praticamente compiuto un passo in avanti: ritrovarsi, però, dinanzi a una spesa di 39,99 euro per avere 30 canzoni da reinterpretare sfruttando dei device di cui siete già autonomamente in possesso non è una strategia di mercato molto funzionale. E in questa economia i DLC continuano a pesare eccessivamente.