Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered | Funzionale ma non per tutti

Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered è una raccolta antologica che appaga i fan e gli permette di rivivere due leggende con pochi compromessi.

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a cura di Andrea Maiellano

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Se siete cresciuti negli anni d'oro della prima PlayStation, e di riflesso siete diventati fan dei giochi originali della serie Blood Omen, probabilmente vi sarete chiesti se Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered valga il prezzo del biglietto richiesto. La risposta breve è: si, ma se siete nuovi alla serie, o speravate in un ritorno in chiave moderna a Nosgoth, ci sono alcuni dettagli che potreste voler conoscere, poiché, nonostante entrambi i titoli siano fantastici sotto molti aspetti, potrebbero non sconvolgervi come vi aspettatereste dopo aver sentito i commenti entusiasti dei fan della serie.

Ambientata secoli dopo gli eventi di Blood Omen: Legacy of Kain, la duologia di Soul Reaver segue uno dei, quasi, figli di Kain, Raziel, mentre intraprende un viaggio di vendetta, redenzione e rivelazione.

Il mondo di Soul Reaver è cupo e desolato, caratterizzato dalla presenza dei vampiri che, sebbene in passato fossero una piaga in rapida espansione, ora dettano le regole della società, spingendo l'umanità verso l'estinzione. Raziel stesso è una bestia grottesca e disumana, e non c'è speranza per lui oltre il compimento di una profezia arcana che lo costringe a lasciare una scia di cadaveri dietro di sé.

Senza entrare troppo nel campo degli spoiler, la narrativa dei due capitoli di Soul Reaver è epica e dalle proporzioni shakespeariane, raccontata magnificamente attraverso la narrazione ambientale e alcune delle migliori performance vocali che l'industria abbia mai visto (sia in lingua originale che in Italiano).

I giochi di Soul Reaver, nonostante un art direction vagamente in linea con il trend Goth tanto in voga in quegli anni, e un taglio cinematografico anni '90, sono maturi e sofisticati, presentando idee complesse al giocatore in modo coinvolgente, sfumato e sorprendentemente originale, anche a distanza di anni. In effetti, la storia e la costruzione del mondo di Soul Reaver sono ancora oggi incredibili, purtroppo però non si può dire lo stesso per quanto riguarda il gameplay.

Soul Reaver per chi non lo ha mai conosciuto

Il protagonista di Soul Reaver, Raziel, è capace di una evoluzione continua, che culmina, nelle prime fasi del gioco, con la comparsa delle sue ali. La crescita di questi nuovi arti lo posiziona, almeno agli occhi della sua gente, come superiore a Kain, una cosa che non può essere tollerata all'interno delle fila di quest'ultimo.

Un tradimento che viene punito selvaggiamente, con Kain che spezza le ali di Raziel e lo fa gettare nel Lago dei Morti, trasformandolo in una sorta di cadavere ambulante, privo di mascella, deforme, sfigurato, immortale e alla ricerca di vendetta per la sua tragica sorte.

Pur partendo da un incipit che a oggi può sembrare persino banale, la storia di Soul Reaver è ricolma di echi biblici, che si riflettono nel design dei livelli e in altri dettagli quasi impercettibili ma distribuiti sapientemente all'interno del vasto mondo di gioco. 

Soul Reaver trae chiaramente ispirazione dalle religioni abramitiche, un dettaglio che si può notare osservando gli ambienti di gioco ricchi di vetrate istoriate, affreschi e pietre lavorate, che ci si aspetterebbe di trovare in una cattedrale o in un tempio gotico. Ancora oggi è un piacere esplorare queste aree che pur risultando rudimentali, per quanto riguarda gli standard tecnici attuali, riescono a sprigionare un'atmosfera incredibilmente evocativa e, per certi versi, ancora unica nel suo genere.

Ciò che farete in queste aree, invece, a oggi si rivela spesso meno interessante. Pur correndo il rischio di semplificare, il primo Soul Reaver può essere definito un "Zelda-like" (intendendo quelli dell'epoca pre Breath Of The Wild), nel senso che la sua struttura è definita da una serie di dungeon autosufficienti che sfruttano i principi del design Metroidvania per controllare la progressione del giocatore.

La maggior parte del gameplay di Soul Reaver consiste nel risolvere enigmi, che sono perfettamente in linea con quelli proposti in quegli storici anni. A volte sono incredibilmente intelligenti e soddisfacenti, altre volte possono risultare noiosi o frustranti.

Generalmente, si concentrano sull'uso dell'abilità di Raziel di muoversi parallelamente nel regno umano e in quello spettrale, sul trovare gli elementi ambientali giusti con cui interagire e sul muovere blocchi nei punti corretti. La vostra tolleranza a queste tipologie di puzzle probabilmente determinerà quanto vi divertirete con il gameplay di Soul Reaver.

Il combattimento segue una formula simile a quella dei puzzle. Raziel ha abilità di combattimento abbastanza basilari, ma dato che la maggior parte dei nemici sono non-morti, devono essere uccisi impalandoli o gettandoli sopra degli spuntoni, nell'acqua, nel fuoco o farli entrare in contatto con la luce solare.

È sorprendentemente soddisfacente esplorare l'ambiente, identificare i pericoli giusti o le armi temporanee da usare per eliminare i nemici, il che compensa il fatto che il combattimento in mischia sia dolorosamente obsoleto.

Tuttavia, con il progredire del gioco, il combattimento perde tutte queste sfumature, poiché i vari poteri che Raziel otterrà, renderanno gli incontri con i nemici notevolmente più facili... forse fin troppo facili.

Il problema principale di Soul Reaver oggi, per chi non lo ha mai giocato prima sia chiaro, è che al netto di una lore incredibile e di una storia scritta magistralmente, si sono susseguite tantissime alternative nel corso degli anni, partendo dai primi due capitoli di Darksiders, che devono proprio a Soul Reaver molti dei loro punti di forza, ma che al contempo rendono questo tuffo nel passato meno "eccitante" per chi non ha avuto modo di viverlo in prima persona quando si presntò per la prima volta dinnanzi ai giocatori.

Soul Reaver 2: più storia e meno sostanza

Senza entrare in spoiler, Soul Reaver 2 riprende da dove il suo predecessore si era interrotto, sia in termini di gameplay che di narrativa. La storia del secondo gioco è un miglioramento sostanzioso rispetto al primo, almeno nella presentazione, grazie a tagli cinematografici più abbondanti e migliori, a una colonna sonora migliorata e a un design ambientale più variegato che contribuiscono a rendere l'esperienza più coinvolgente, cinematografica e ben ritmata.

Il gameplay è simile a quello del primo, ma con alcune limitazioni meno convincenti. Mentre Soul Reaver è un gioco abbastanza aperto, con molta esplorazione e pochi aiuti per il giocatore, Soul Reaver 2 è sorprendentemente lineare, assumendo le caratteristiche di un gioco d'azione-avventura ben più convenzionale e in linea con i titoli per PS2 in uscita in quegli anni.

Questo si adatta meglio al ritmo più costante della sua narrativa, soprattutto con l'aumento della complessità della lore, tuttavia l'eccessiva linearità rappresenta un passo indietro rispetto all'approccio più votato all'esplorazione del primo gioco. A parte questo cambiamento strutturale, il combattimento è leggermente migliore, o meno obsoleto se preferite, e i puzzle, seppur minori in termini di quantità, sono più vari e appaganti.

Va notato, per chi non lo sapesse, che Soul Reaver termina con un cliffhanger bello corposo, quindi Soul Reaver 2 è praticamente essenziale per chi vuole completare la storia. I due giochi possono essere paragonati agli ultimi titoli di God of War, in quanto sono più simili a due capitoli facenti parte di una narrativa più ampia, piuttosto che a due storie separate ma connesse da alcuni elementi.

Una remastered funzionale ma non sbalorditiva

Tutto ciò che è stato menzionato finora si applica tanto alle versioni originali di Soul Reaver quanto alle versioni restaurate, poiché Aspyr, così come fatto con la recente trilogia di Tomb Raider, non ha toccato nessun aspetto delle versioni classiche, dedicandosi a un aggiornamento grafico, a un miglioramento della stabilità e a introdurre alcune funzioni atte a migliorare la "quality of life" dei due titoli. Gameplay, level design, doppiaggio e scrittura sono rimasti invariati.

Forse la cosa migliore che Aspyr ha realizzato con questi remaster è la possibilità di giocare i giochi di Soul Reaver su hardware moderno. Le console di nuova generazione possono finalmente godere di queste due perle del passato, mentre su PC è ora presente una valida, ed economica, alternativa alle versioni originali, che da tempo erano infestate da bug, instabilità e problemi di performance vari.

Al netto di pochissime impostazioni grafiche, entrambi i titoli presenti in questa Remastered girano meravigliosamente bene sia su PC che su handheld, oltre a essere perfettamente ottimizzati per Steam Deck (dove onestamente possiamo dirvi che li abbiamo consumati vista la loro inaspettata natura portatile).

A differenza di operazioni come Spyro Reignited Trilogy, o il sempre citato Crash bandicoot N.Sane Trilogy, che hanno modernizzato drammaticamente i giochi originali per PlayStation al punto da renderli quasi indistinguibili dai giochi moderni, Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered è più simile a un pacchetto di texture HD, e miglioramenti vari, per un gioco oramai datato.

La geometria di questi titoli è ancora chiaramente poligonale, l'animazione dei modelli spazia da rigida a goffa e priva di peso, e dettagli moderni quali riflessi ed effetti particellari sono totalmente assenti. 

Questo potrebbe sembrare denigratorio, ma è un po' più complicato di così. I due titoli sopracitati sono una modernizzazione impressionante che, levigando tutti gli angoli, fa perdere inevitabilmente qualcosa dello spirito originale. Soul Reaver 1 & 2 Remastered, invece, conserva gran parte dello stile visivo dei suoi predecessori; è fedele ai giochi originali, nonostante le ovvie differenze. 

Potete passare tra la grafica nuova e quella vecchia in qualsiasi momento con la pressione di un tasto, il che è un'ottima funzione per chi volesse godersi dei titoli immergendosi nell'atmosfera di quegli anni, beneficiando delle migliori prestazioni offerte da queste remaster.

Ma quindi... vale la pena?

Per chi si stesse chiedendo come mai non è presente un voto in questa analisi, il motivo è molto semplice. I due Soul Reaver erano titoli incredibilmente validi, che hanno fatto da trampolino di lancio per numerose serie che, nel corso degli anni, ne hanno raccolto l'eredità e l'hanno modellata in base alle nuove esigenze dei giocatori.

Sono due titoli che chiunque dovrebbe giocare almeno una volta? Ovviamente si. Il lavoro di Aspyr rende giustizia a questa doppietta di produzioni? Assolutamente si. Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered è una raccolta che tutti dovrebbero comprare? Assolutamente no.

Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered offre: una narrativa coinvolgente e grandiosa, un mondo unico da esplorare, un'atmosfera incredibile e tutti quegli aspetti che resero immortali questi due titoli, nella loro veste milgiore attualmente a disposizione sul mercato.

Allo stesso tempo, però, questa raccolta è una lettera d'amore ai fan e, volendo preservare il più possibile i titoli originali, riesce a offrire molto poco che possa attrarre realmente i giocatori di oggi. I fan hanno già divorato questa edizione alla sua uscita, molti giocatori che non li hanno mai sentiti nominare li hanno provati, trovandoli in alcuni casi troppo lontani dagli standard a cui sono abituati nel 2025, grazie all'enorme, ed entusiasta, passaparola che ne ha ammantato il periodo a ridosso dell'uscita. 

Al netto di questo, però, Legacy of Kain: Soul Reaver 1 & 2 Remastered è a tutti gli effetti un'operazione pensata chiaramente per testare il terreno, scoprendo quanti fan di Raziel ci sono ancora la fuori prima di investire in un nuovo capitolo, che possa ammaliare tanto le vecchie come le nuove generazioni, che riporti sotto la luce dei riflettori una delle saghe più importanti della storia dei videogiochi.

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