Le periferiche gaming fanno ormai parte della nostra vita quotidiana: non riusciremmo a vivere senza mouse, tastiera e cuffie, che ci sembrano degli oggetti tanto comuni quanto indispensabili. In commercio però esistono (o sono esistite) periferiche che vanno ben oltre quelle a cui siamo abituati, e che rappresentano delle stranezze davvero curiose, ideate per dei videogiochi in particolare o semplicemente per offrire un'esperienza di gioco originale.
Di seguito vi presenteremo dunque le 13 periferiche gaming più strane e interessanti di sempre, alcune delle quali risalgono al secolo scorso, e altre più recenti ma ugualmente bizzarre. Un avviso: leggendo vi verrà inevitabilmente voglia di provarle, quindi continuate a vostro rischio e pericolo!
Le 13 periferiche gaming più strane di sempre
R.O.B il Robot
R.O.B.
(abbreviazione di Robot Operating Buddy, che potremmo tradurre come "
Amico Operativo Robotico") era strano non tanto per quello che è, ovvero un
accessorio per SNES con cui giocare e afferrare piccoli oggetti sfruttando il controller della console, ma per ciò che rappresentava. R.O.B. venne infatti commercializzato durante la
crisi dei videogiochi degli anni '80: l'idea di Nintendo fu quella di far credere ai venditori più ingenui che la periferica fosse un giocattolo educativo anziché un accessorio che necessitava di una console per funzionare; la strategia ebbe esito, ma il robottino venne ben presto messo nel dimenticatoio, complice anche la totale mancanza di giochi supportati.
Controller skateboard per Tony Hawk: Ride
All'interno della lunga storia dei videogiochi, il 2009 è famoso per l'unione tra l'allora popolare motion control e le periferiche di plastica (come i vari strumenti di
Guitar Hero). Ad Activision venne dunque in mente di produrre uno
skateboard di plastica e di rilasciarlo con Tony Hawk: Ride; non stiamo parlando di un collezionabile alla pari del Mjolnir nella collector's edition di
God of War: Ragnarok, bensì di un vero e proprio controller con due acceleratori e quattro sensori di movimento. Senza la periferica era impossibile giocare a Ride, e il prezzo di 120,00$ per gioco+skateboard di certo non ne aiutò la vendita; non è quindi una sorpresa che l'esperimento si rivelò fallimentare:
non intuitivo, confusionario, costoso e in generale alquanto imbarazzante.
Controller motosega per Resident Evil 4
Molto spesso uno degli obiettivi principali nel creare una periferica è rendere l'esperienza di gioco immersiva; con Resident Evil 4 l'azienda NubyTech ha preso la cosa un
pelino troppo seriamente, mettendo in commercio un
controller fatto a motosega appositamente per il titolo di Capcom. Il prodotto venne rilasciato in due versioni, una gialla per GameCube e una rossa per PlayStation 2, ma il problema era che il design era più orientato all'estetica che all'effettiva comodità d'uso; nonostante fossero presenti tutti i tasti di un normale Joystick per GameCube, la configurazione era molto poco intuitiva, mentre la parte della lama (purtroppo) non aveva alcuna utilità. Insomma, inutile a livello di gameplay, ma stupendo da tenere sulla libreria.
DK Bongos
In questo caso lanciamo una nota a favore di Nintendo, che nel 2004 ebbe un'idea geniale: produrre dei
veri e propri bonghi per GameCube, compatibili con Donkey Konga e DK Jungle Beat. Al contrario del controller skateboard per Tony Hawk: Ride, i DK Bongos erano economici (parliamo di circa 50,00€ per gioco e controller), stupidi ma, soprattutto,
funzionavano alla grande. Era infatti possibile suonare a ritmo su Donkey Konga e muovere i personaggi in DK Jungle Beat schiaffeggiando i bonghi in diversi luoghi e battendo le mani, e con qualche maneggio era possibile anche sfruttarli per altri giochi del GameCube, generando dei gameplay unici ed esilaranti.
Envavo Heatbuff
Qualche anno fa, la startup danese Envavo, partendo dal presupposto che avere le mani fredde mentre si gioca aumenta i tempi di reazione, ha ideato una
periferica per scaldare le mani dei giocatori durante le partite. Il sistema emette infatti onde all'infrarosso che permettono di tenere al caldo le dita, e al contempo non surriscaldano la tastiera e il mouse, garantendo così la sicurezza del resto del set-up. Dopo più di un anno di Kickstarter, il progetto ha ottenuto talmente tanto interesse che è stato messo ufficialmente in commercio, e si può
acquistare in rete a circa 150,00€.
Atari 2600 Stick Station
Passiamo dalle innovazioni degli ultimi anni agli albori dei videogiochi con lo Sick Station, che era... letteralmente
un pezzo di legno in cui inserire i controller dell'Atari 2600. Dato che l'ergonomia di quei joystick era alquanto terribile, l'idea di posizionarli su una base solida poteva funzionare; il problema era, come facilmente intuibile, che si trattava di un pezzo di legno, e il fatto che sia stato commercializzato per un breve periodo nel 1984 ne rappresenta il fallimento. Al contempo, lo Stick Station oggi è, oltre una delle periferiche gaming più strane di sempre, anche una delle più rare da trovare.
Keypad gaming Azeron Cyborg
Una delle periferiche gaming più innovative, ma al tempo stesso più strane, attualmente in commercio è l'
Azeron Cyborg, un keypad di ultima generazione che promette di rivoluzionare l'esperienza di gioco di chi lo utilizza. Nell'effettivo si tratta di una specie di
mouse unito a delle dita con 29 switch meccanici corrispondenti a tasti programmabili; potrete quindi giocare sfruttando il keypad anziché la tastiera, personalizzandolo in base alle vostre preferenze e ai comandi del titolo a cui vi state dedicando. Come potrete intuire, non è affatto un acquisto economico, ma qualora ne vogliate sapere di più potete dare un'occhiata alla
pagina ufficiale del prodotto.
Wii Fit Balance Board
Tutti probabilmente abbiamo provato almeno una volta nella vita la
Wii Fit Balance Board, ma non ci siamo mai soffermati a pensare a quanto fosse effettivamente strana. Sin dal 1987 le aziende videoludiche sono state quasi ossessionate dall'idea che i giocatori volessero stare in piedi (quando solitamente desiderano la
poltrona più comoda possibile), e nonostante la maggior parte dei controller "attivi" siano stati fallimentari, la balance board per la Wii rappresenta un'eccezione, dato che
funzionava incredibilmente bene per l'epoca e ha contribuito a rendere milioni di persone un po' più salutari.
Aura Interactor
L'
Aura Interactor, uscito nel 1994, era una periferica gaming decisamente innovativa per l'epoca in cui uscì; si trattava infatti di un dispositivo indossabile sviluppato da Aura Systems, che convertiva i suoni in vibrazioni e
consentiva ai giocatori di sentire sulla pelle calci, colpi, proiettili ed esplosioni. La periferica era compatibile con SNES e Sega Genesis, e venne accolto dal mercato in modo generalmente positivo, con oltre 400.000 unità vendute e un prezzo di circa 100,00€. Dato che funzionava così bene (e, onestamente, sembra una figata) vi starete chiedendo: che fine ha fatto? Probabilmente non ci fu abbastanza interesse nel concept per sviluppare edizioni successive, ed eventualmente è arrivato il VR, che ha rubato la scena e rivoluzionato la tecnologia.
Booster Boy
Una periferica gaming tanto geniale quanto stupida è il
Booster Boy di Saitek, un accessorio per Game Boy che univa una
lente d'ingrandimento, dei bottoni comicamente grandi e una cassa altoparlante alla console. I giocatori avevano così schermo e tasti più grandi e un volume maggiore, il che sembrerebbe un'ottima idea... se non fosse che toglieva il punto nevralgico del Game Boy: la sua portabilità.
Rez Trance Vibrator
Il
Trance Vibrator, prodotto da ASCII e rilasciato — fortunatamente — solo in Giappone, è un relitto di un'epoca in cui il paese nipponico adorava mettere in commercio periferiche gaming che servivano per un singolo videogioco. In questo caso, si trattava di un
controller vibrante da utilizzare nel bizzarro Rez, dove i giocatori dovevano sparare a strani nemici all'interno di un computer network, aggiungendo uno strumento musicale a ogni colpo per ottenere alla fine la colonna sonora intera. Per quanto il titolo di per sé sembri fantastico, il problema del Trance Vibrator è apparentemente vibrava tanto, troppo forte... quindi inevitabilmente nacquero dei fraintendimenti.
Atari Mindlink
L
'Atari Mindlink era spacciato già prima della sua uscita, ed è probabilmente la periferica gaming più folle e inutile tra quelle nella lista. Questa fascetta ideata per l'Atari 2600
prometteva di leggere il pensiero dei giocatori, e permettergli di giocare con la mente. Come potete immaginare, non funzionava proprio così o sarebbe stata la svolta del secolo; più semplicemente, leggeva i movimenti della fronte, inviando alla console degli impulsi di conseguenza. Dato che l'idea era veramente terribile, l'Atari Mindklink non venne mai rilasciato sul mercato.
Controller per Steel Battalion
Concludiamo la lista con una periferica che è l'esatto opposto di un fallimento: il
controller per Steel Battalion, gioco di genere mech rilasciato da Capcom nel 2004, era veramente titanico. Ben
44 tasti, tra cui tre pedali da azionare con i piedi, file intere di bottoni e leve, analogici, luci e molto altro, il tutto per giocare a un singolo titolo. All'epoca il bundle con controller e videogioco costava circa 200,00€, ma a oggi si trova usato al doppio del prezzo. Insomma, se volete vedere una periferica con tanti, tanti bottoni e avete soldi da spendere, questo è l'acquisto giusto.
Questo è tutto per quanto riguarda le periferiche gaming più strane mai messe in commercio. Speriamo che abbiate scoperto qualcosa di nuovo, o per lo meno che abbiate fatto una risata con alcune delle idee più bizzarre e inutili della storia dei videogiochi (sì, parliamo proprio dell'Atari Headlink).