Per molti anni la conferenza E3 (Electronic Entertainment Expo) è stato un punto di riferimento globale per il mondo dei videogiochi, ma pare che non tornerà più. Come tanti altri eventi, anche l’E3 è stata messa in pausa per l’emergenza pandemica, ma non ci sarà quest’anno e, suppongono alcuni, nemmeno in futuro.
Ufficialmente, solo l’edizione 2023 è stata annullata, ma The Verge riporta un rapporto della Commissione per il Turismo della città di Los Angeles che lascia intendere qualcosa anche sull’anno prossimo e sul 2025. Nel documento di pianificazione, infatti, c’è una nota dove si specifica che le stime “includono la cancellazione dell’E3 nel 2024 e 2025”.
Significa che l’organizzazione ha già deciso? Probabilmente no, ma per chi sta progettando l’economia della città degli angeli, a quanto pare, conviene considerare la questione come un fatto assodato. O forse sì che hanno già deciso di cancellare, ma se è così lo sapremo presto perché certe notizie non restano riservate a lungo.
Forse semplicemente non ha più senso un evento del genere, e la ragione è che le singole aziende preferiscono eventi più piccoli, possibilmente eventi “monomarca”, dove hanno il totale controllo di ciò che succede e ciò che viene detto.
L’esempio più ovvio è quello di Apple, ma anche Samsung ha imboccato la stessa strada alcuni anni fa, e poi Xiaomi - rendendo il Mobile World Congress molto meno interessante di ciò che era una volta. Il CES di Las Vegas, l’IFA di Berlino e il Computex di Taipei sono ancora eventi rilevanti per l’elettronica di consumo e l’hardware PC.
Microsoft, Nintendo e Sony hanno i loro eventi specifici, ed è lecito supporre che continueranno ognuna a coltivarsi il proprio giardinetto, cercando per quanto possibile di fingere che i concorrenti non esistano.
Eventi come l’E3 continueranno a esistere in misura molto più piccola, raccoglieranno editori e autori minori, piccole aziende che possono effettivamente guadagnare qualcosa da un po’ di visibilità extra, o dall’occasione di incontrare la persona giusta.
In ogni caso, sembra proprio che si possa parlare dei bei tempi andati che non torneranno.Immagine di copertina: keitma